Quest’anno insieme agli auguri di Natale (scritti rigorosamente a mano) ho mandato agli amici una bella bustina di “La Saporita”. Con la sua cucina ricca e festiva, dicembre accoglie sempre a braccia aperte le spezie, per cui mi è sembrato bello spedirne un po’ insieme a qualche parola gentile. Io uso e apprezzo da tanti anni questa curiosa miscela in bustina azzurra, ma negli ultimi tempi mi sono resa conto della sua incredibile versatilità, e soprattutto di quanto sia radicata e diffusa nella cucina piemontese. Così, come sempre quando mi fisso su una cosa, mi sono messa a cercare, leggere, approfondire tutto il possibile sull’argomento. E alla fine le mie piccole grandi scoperte erano talmente tante che ho pensato di farci un post, perché la storia che ne è venuta fuori merita davvero di essere raccontata e ricordata.
Correva l’anno 1911. L’Italia intera era un ribollire di festeggiamenti per il cinquantenario dell’unità d’Italia. Ma gli occhi del mondo erano puntati su Torino, che per l’occasione aveva allestito un’Esposizione Universale di straordinaria bellezza. In questo clima fervido di iniziative, di scambi, e di novità industriali, il giovane Antonio Bertolini ebbe l’idea geniale di mettere il lievito per dolci già dosato dentro a delle bustine di carta (prima si andava a occhio con il bicarbonato o con i preparati sfusi del droghiere). Non è propriamente corretto dire che quella del lievito in bustina sia “un’invenzione” di Antonio Bertolini, perché il primato sembra spettare al farmacista tedesco August Oetcker nel 1891 fondatore dell’omonima azienda (senza dimenticare E. Moenk&Figli di Milano del 1897 con il brand “lievito alsaziano”). In ogni caso sin dalla sua nascita la torinese Bertolini ha fatto delle bustine monodose di lievito il proprio prodotto di punta, commercializzato a livello nazionale con un successo straordinario.
Grazie a un packagin curato, coordinato e riconoscibile, unito a campagne pubblicitarie efficaci e persuasive, la Bertolini diventa in breve tempo leader di mercato nella lavorazione e vendita di droghe macinate e anche di insetticidi. Ora questa associazione tra “spezie e veleni” mi ha sempre stupita e anche inorridita. Esattamente come mi capita in certi vecchi “granatin” (negozi di granaglie) di provincia, che espongono nello stesso spazio sementi, fiori, piantini, mangimi per animali da cortile, alimentari, e poi anche detersivi, profumatori e TUTTI i migliori veleni per combattere e risolvere qualunque problema biologico che può verificarsi tra aia, stalla, campi e dispensa… (dalla muffa agli afidi delle rose, passando per topi, pidocchi, talpe, ghiri, cimici scorpioni e altri accidenti affamati, molesti e pungenti).
L’unione tra beni tanto ricercati come le “droghe”, e altri, letali, ma necessari, come i “veleni”, risale a tempi assai antichi, ed è il residuo dell’evoluzione che nei secoli ha portato “lo speziere” a diventare farmacista o droghiere. Per questo sotto l’ampio ombrello dell’attività di drogheria si trova una eterogenea varietà merceologica davvero bizzarra che comprende candele, insetticidi, caffè, cioccolata, zucchero, tè, spezie (prodotti “coloniali” in genere), estratti per liquori, saponi, confetteria, lieviti, profumi, detergenti, e come detto anche i peggiori veleni del mondo (più o meno naturali).
Appurata questa assurdità, torniamo alla nostra Bertolini, che con il suo pluripremiato stabilimento per la lavorazione delle Droghe in zona Regina Margherita, una decina di anni dopo la famosa bustina di lievito propone ai suoi affezionati clienti anche una selezione di erbe e spezie sotto il nome vagamente esotico di “la via delle Indie”. Oltre ad aver portato nelle cucine italiane dolci casalinghi belli alti e ben lievitati, il signor Bertolini crea miscele di spezie diversificate per ogni zona del bel paese; così sfruttando strategicamente la grande varietà gastronomica delle nostre regioni, commercializza miscele uniche legate ai sapori tradizionali più amati: il Pisto “C” a Napoli, la “Droga Torino” nel nord Italia, le “spezie Vallecamonica” per gli insaccati alpini…
E tra le dune (torinesi) della “via delle Indie” nel 1924 nasce anche la mitica miscela di spezie “La Saporita” che viene accolta con grande entusiasmo sia all’ingrosso che al dettaglio. “La Saporita” piace ovunque, ma soprattutto piace nella terra natia di Bertolini dove in breve tempo diventa “l’ingrediente segreto” di moltissime ricette della gastronomia tradizionale. Il Piemonte intero ama, acquista e gusta questa miscela mettendola ovunque sia necessario un aiutino di sapore: quel “pizzico di gusti” capace di rendere speciale un piatto qualunque. Arrosti, brasati, selvaggina, ripieni per pasta fresca (i famosi “plin”), uova, formaggi, riso ma persino la celebre “carne cruda all’albese”, le giardiniere di verdura, i dolci burrosi, la frutta cotta, le ricette a base di zucca o di mele: “La Saporita” aiuta tutti a brillare. Anche se credo che nel corso degli anni sia cambiata notevolmente la sua composizione (nella pubblicità del 1958 figurando tra gli ingredienti: cannella, garofani, noci moscate, macis, pimento, coriandoli, zenzero, galanga ed erbe aromatiche condimentose; mentre oggi sulla bustina ormai della F.lli Rebecchi compaiono soltanto: semi di coriandolo, cannella, semi di carvi, chiodi di garofano, anice stellato), e nonostante le alterne fortune del marchio Bertolini, “La Saporita” da quasi cento anni presidia le dispense piemontesi pronta a intervenire alla bisogna, e soprattutto in quella cucina delle feste tipica della fine dell’anno (per questo l’ho regalata volentieri come spezia di Natale)!
A pensarci bene è davvero incredibile che un misto tanto esotico (reclamizzato addirittura da una carovana di cammelli tra le palme del deserto) sia invece parte del patrimonio di sapori più autentici e apprezzati del Vecchio Piemonte. Dimostrazione (permettetemi la morale) che nessuna cucina è un’isola, e che la forza della tradizione è tutta negli scambi, negli incontri e nelle rivoluzioni che la rinnovano e la fanno vivere nel presente.
Tra le tante ricette della cucina piemontese che annoverano tra i loro ingredienti irrinunciabili proprio un pizzico di “La Saporita” c’è senza dubbio la TORTA MATO (ovvero “Torta Matta”), una torta salata molto rustica (si alternano strati di riso, porri, patate e zucca) tipica delle vallate occitane del cuneese. Il fatto che “La Saporita” sia presente in un piatto povero di queste montagne (per molti versi considerate remote e defilate rispetto ai grandi centri cittadini del Piemonte) è tutto sommato indicativo della diffusione di questa miscela di spezie (qui trovi la mia ricetta della TORTA MATO).
Su you tube si può ancora vedere l’epico carosello della “Via delle Indie” in tremini episodi narrativi:
Al momento non sono mai riuscita a trovare e ad assaggiare la miscela gemella de “La Saporita”, ovvero il “Suk” reclamizzato appositamente per i piatti esotici. Mai dire mai, sono sicura che prima o poi lo incontrerò…
Dopo un lungo periodo in cui “La Saporita” era diventata una vera rarità da drogheria d’eccellenza, ora che è della F.lli Rebecchi la si trova più facilmente anche nella grande distribuzione (va cercata nello scaffale delle spezie, di solito accanto alle preziose bustine di zafferano). Per ogni evenienza ho stilato un personale “carnet d’adresses” de “La Saporita” segnandomi i posti dove l’ho trovata in vendita durante l’ultimo anno: magari è utile anche a voi (ovviamente non ho alcun legame con le attività commerciali citate, quindi per orari di apertura, disponibilità della spezia et amenità varie rivolgetevi altrove).
Dove ho trovato “La Saporita” in Piemonte:
CUNEO
“Drogheria Giraudo”, Piazza Tancredi Galimberti, 12.
“Ipercoop”, Via Cascina Colombaro, 26.
BRA-ALBA
Catena di supermercati “Big Store”.
CARMAGNOLA
“Bennet”, Centro Commerciale, Via Sommariva, 29/1-2.
TORINO
“Drogheria Rinaldi”, Piazza della Repubblica, 5a.
Laura, lettrice gentile mi segnala che a ROMA è in vendita da “Castroni” (posto fornitissimo di cui avevo parlato anche qui).
BIBLIOGRAFIA:
-Ricettari omaggio Bertolini (1953, 1958,1974, 1983, anni ’90).
–Ricettario Paolini 1891-1951.
-Pagina “La Bertolini nel tempo” consultata l’ultima volta il 18 dicembre 2022
-Massimo Orlandini, “Paolini Villani. La “Compagnia veneziana delle Indie”, cento anni di lavorazione delle droghe, delle spezie e dei coloniali tra Venezia, Mestre e porto Marghera”, Padova, Il Poligrafo, 2017.
Il volume è stato pubblicato parallelamente alla mostra dedicata ai cento anni dell’azienda Paolini tenutasi a Porto Marghera nel 2017.
Siccome non ho trovato alcuna pubblicazione cartacea consultabile sulla storia d’impresa della Bertolini, mi sono rivolta alla concorrenza, ovvero a questo interessantissimo lavoro dedicato alla “Paolini Villani” che per anni è stato probabilmente il più grande competitor in Italia della ditta piemontese. In ogni caso è stata una lettura illuminante, anche se molto molto specifica, cui sono debitrice per avermi aiutata a mettere dei punti fissi nella ricostruzione della storia di questa piccola bustina di spezie e sull’arte sottile d’insaporire le vivande.
N.B: come già scritto NON ho alcun legame commerciale con marchi, attività e pubblicazioni citati. I ricettari Bertolini in foto (dai quali ho tratto molte informazioni riportate nel post) fanno parte della mia nutrita collezione di bacuccate a tema dolci&cucina (venivano spediti a casa in omaggio mandando all’azienda circa venti prove d’acquisto).
laura d dice
grazie, non conoscevo tutta la storia
Nella mia famiglia La saporita viene usata da sempre per aromatizzare il pan pepato, dolce di frutta secca mista e miele, mia nonna la usava anche nel sugo
A Roma la trovo solo da Castroni , ogni volta faccio scorta
Betulla dice
è una storia curiosa, così l’ho messa un po’ in ordine! Interessantissimi gli usi di questa miscela nella cucina della tua famiglia, e poi ti ringrazio tantissimo per la segnalazione di Castroni. Ho già aggiornato il post indicandolo tra i posti dove si trova “La Saporita” in vendita: è un negozio che adoro, anche se ormai è passato un po’ dall’ultima volta che ci sono stata. Però davvero grazie.
Andrea dice
Grazie mille io ho una scatola qui davanti della miscela Paolini ancora perfettamente integra.
E profuma ancora.
Veramente grazie per la storia
Betulla dice
Oh chissà che bella quella vecchia scatola profumata! Queste miscele di spezie hanno storie incredibili e affascinanti! Sono contenta che abbia apprezzato il mio racconto!
Anna Rita dice
In gallura si usa per fare la zuppa gallurese,si trova anche al conad buona giornata 👋
Betulla dice
Cara Anna Rita, grazie di cuore per avermi raccontato questa curiosità. La zuppa gallurese è un piatto incredibile, proprio non immaginavo avesse tra i suoi ingredienti La Saporita! Mi fa piacere aver scoperto qualcosa di nuovo!
Rosella dice
Ciao! Mia nonna metteva la saporita nel ripieno dei suoi ravioli, insieme a ricotta di pecora e limone grattugiato…non ne ero mai sazia 😄
Betulla dice
Ma che bello sapere di questo pizzico di spezie anche nei ravioli alla ricotta. Per anni mia mamma ha preparato i ravioli con ricotta e limone ad un amico sardo rimasto vedovo: per Natale gliene preparava diversi vassoi in regalo. Quelli che avanzavano li mangiavamo noi ed erano straordinari… Effettivamente a ripensare a quel sapore La saporita dovrebbe starci proprio bene!Grazie per avermi scritto!