Il #librinobacucchino di questo mese è un grandissimo assoluto, e per il momento anche insolubile mistero. L’enigma comincia con la copertina. Da un fascicoletto che si intitola “Ricettario del venerdì” illustrato con tanto di cuoco che tiene un pesce per la coda ci si aspetterebbe un ricettario di piatti a base di pesce, spesso proposti come alternativa alla carne nei venerdì di Quaresima.
E invece no! Il “Ricettario del venerdì” è interamente dedicato alla fonduta valdostana in lattina della marca “Cervinia”, realizzata con la “fontina Cervinia”. Al momento, a parte il taglio delle illustrazioni che corredano il ricettario, mi è impossibile datarlo con certezza (credo comunque che il nostro eroe veleggi intorno agli anni ’50). L’unica traccia dell’azienda produttrice dei barattoli di fontina che ho trovato è una fattura in vendita su un annuncio e-Bay su carta intestata “Ditta Piero Ferrando di Aosta” e il Brevetto del 30 dicembre 1950 depositato per il marchio “Cervinia Fonduta” identico a quello presente sul nostro librino “omaggio per le massaie” (lo vedete qui sopra in foto). Consultando il sito ACS – Archivio Centrale dello Stato comunque si può vedere che la “Ditta Piero Ferrando” ha depositato alla Camera di Commercio il primo marchio nel 1937 e l’ultimo nel 1958. Lì in mezzo, almeno basandosi sulle referenze iconografiche, dovrebbe collocarsi questa seconda edizione de “il ricettario del Venerdì” (che io naturalmente ho trovato in un mercatino delle pulci!).
A dire la verità io non sono affatto amante della fonduta in lattina&simili, perché preferisco di gran lunga prepararmela io (qui la mia ricetta di “Fonduta Piemontese”), ma in un cesto di Natale ho trovato un barattolo di fonduta pronta, e prima di farla scadere in dispensa, ho deciso di unire l’utile al dilettevole e provare questa curiosa “Torta Cervinia”. Le sorelle Bergamo nelle indicazioni per affrontare il mese di marzo raccomandavano “cucina bianca”, per cui imbalsamavano ogni cosa nella besciamella (ma erano gli anni Trenta). Qui -credo- siamo negli anni Cinquanta, e si comincia ad intravedere un certo benessere economico, tant’è che si può mangiare di magro con un grasso, giallissimo, sontuoso formaggio d’alpeggio.
Certo, come ho detto il “Ricettario del venerdì” è un grande mistero, perché al contrario di quel che lascerebbe supporre il titolo, poi tra le sue pagine si trovano anche piatti con carne (in questa Torta Cervinia ci vorrebbero addirittura dadini di Lingua di Bue). Ma abbiamo già visto come, sin dalla copertina, la coerenza non sia il punto forte di questo bel #librinobacucchino .
In compenso la torta salata è davvero buonissima, e in questi nostri tempi moderni (magari con un rotolo di pasta sfoglia o brisè del supermercato) la vedrei bene con un posto d’onore in quel grande mondo delle ricette televisive “furbe”, “salvacena”, “in tavola in 5 minuti”… Nessuno si rivolge più direttamente alle massaie, ma la sequenza “apro la lattina, mescolo, inforno e mangio” funzionerebbe tutt’ora benissimo. Insomma, nonostante le mie perplessità, partendo da una buona fonduta pronta si ottiene davvero un’ottima torta (l’involucro di pasta è come quello delle classiche “pie” inglesi, quindi tende a gonfiare in cottura, per questo nella ricetta alla fine è consigliato farla raffreddare con un peso sopra – in realtà a me la cupola bella gonfia e super croccante non disturba affatto).
Buon weekend cari amici bacucchi, spero tanto che questo viaggetto goloso nella cucina dei tempi andati (e dei ricettari omaggio per massaie) vi sia piaciuto!
“TORTA CERVINIA”
Da “Il Ricettario del Venerdì, Cervinia Fonduta…finalmente benvenuta!
La ricetta che segue è quella del ricettario. Tra parentesi e in blu ci sono le mie indicazioni/varianti.
Per sei persone confezionate una pasta nel modo seguente: mettete sul tavolo di cucina 200 grammi di farina, 80 grammi di burro, un pizzico di sale; impastate aggiungendo qualche cucchiaio d’acqua (circa 5) in modo da avere un impasto consistente.
Lasciate riposare (in frigo) per una mezz’ora, poi dividete la pasta in due pezzi un po’ disuguali. Prendete una teglia di circa 15 cm di diametro e imburratela. Stendete, non troppo sottile la parte più grande della pasta, e foderatevi la teglia, anche dai lati. (io ho preparato il ripieno in una ciotola e poi l’ho versato sulla pasta) Versatevi circa 200 gr. di Cervinia Fonduta con un etto di lingua o prosciutto a dadini e una cucchiaiata di piselli, 1 tuorlo d’uovo e 2 albumi mescolati pian piano.
Con una lama di coltello pareggiate bene il composto. Inumidite il bordo della pasta con la quale avete foderato la teglia, stendete l’altro pezzo di pasta più piccolo in modo da ricoprire il composto e chiudete perfettamente la torta ribadendo bene i bordi. Dorate con un uovo sbattuto la superficie e con uno stecchino fate quattro o cinque forellini, affinché la torta non abbia a gonfiarsi.
Fate cuocere in forno moderato per circa mezz’ora (forno 170° ventilato per 50 minuti circa) e quando sarà ben dorata estraetela e lasciatela raffreddare nella stessa teglia, sovrapponendovi un coperchio con un leggero peso, affinché la torta possa risultare leggermente pressata. Sformatela quando sarà fredda.
Sempre unici e originali i tuoi post! Grazie per l’ispirazione ❤️
Grazie cara Miria…mi piacciono le storie (e i sapori) un po’ diversi dal solito!;-) a presto