Sono cresciuta in Valle Gesso e per circa 25 anni della mia vita le Grotte del Bandito sono state per me un luogo oscuro e misterioso, ammantato di un sacco di storie, storielle e storiacce. Insomma uno di quei posti paurosissimi, di quelli dove sarebbe stato saggio non mettere mai piede, e che ovviamente invece attraevano come una calamita l’adolescente curiosa che ero. Ci sono passata davanti mille e mille volte, senza mai essere abbastanza coraggiosa da entrarci davvero da sola. Comunque ogni santa e benedettissima Pasquetta ero lì, proprio alle grotte del Bandito (o meglio nei prati tra le grotte e il torrente) con un gruppone di sciamannati a fare la “carne alla losa”. Sorvoliamo sul fatto che la classica gita “fuori porta” si svolgeva ad appena 6 km da casa, sorvoliamo anche sul fatto che io non facevo delle grigliate normali come fanno tutti i ragazzini del mondo, no, io che dovevo cuocere le costine a puntino e lentissimamente su un’ardesia rovente spennellandola per mezza giornata con un ramo di rosmarino prostrato intinto di olio extravergine di oliva (chiaramente ero una cuoca anche a 16 anni). Infine sorvoliamo sull’accensione sconsiderata di fuochi e su un sacco di altre stupidate da ruspanti giovanotti in libertà… In ogni caso le “grotte del Bandito” sono sempre state lì, le con il loro respiro umido, greve di dicerie e fole: sfondo arcaico e bizzarro di infinite avventure epiche, formative e assurde. Naturalmente ero io la prima, dopo aver saziato gli sciamannati, a raccontare queste belle “storie di paura”, un po’ come se invece di essere ad una festa teen, mi trovassi ad una vecchia veglia di stalla (vocazione da bacucca “fuori tempo). Ma devo ammettere che la mia narrativa non suscitava entusiasmi, e alla fine l’unica cosa che ottenevo era che nessuno mi seguisse nell’idea bislacca di esplorare le grotte. Nulla. Sciamannati e pavidi. Non uno o una che all’imbrunire mi accompagnasse nelle caverne ad incontrare lo spettro del bandito, il teschio dell’orso, l’oro del Conte…
Sono passati gli anni, sono passati gli amici, sono passate anche le Pasquette zeppe di brace, di sole e di falò, sono passate le mie manie da speleociarlatana, e per un po’ sono scomparse dal mio orizzonte anche le Grotte del Bandito, che nel frattempo, dal 2011 sono diventate una delle Riserve Naturali di Aree Protette Marittime. Questo ha fatto in modo che le grotte fossero indagate e studiate seriamente, limitando gli accessi alle cavità con dei poderosi cancelli. Fine di tutte le dicerie vagamente horror, delle spedizioni vere o presunte nel cuore della terra a caccia di mostri, ricchezze. Come nelle migliori leggende di colpo si è arrivati al fondo di verità: l’unico magnifico tesoro custodito delle Grotte del Bandito è la sua storia, l’insieme stratificato di creature, più o meno feroci e orripilanti, che nei millenni sono passate là dentro scegliendo quelle gallerie e quei cunicoli come tana, come rifugio, come ricovero, come luogo di culto, o come casa …orsi, leoni, uomini, pecore, pipistrelli, volpi, ragni, tritoni, baboiette varie…ognuno in qualche modo ha lasciato un segno, ognuno ha usato queste cavità sotterranee in maniera diversa.
Ieri mattina, sabato 28 giugno ho partecipato a “Storie di Uomini e Orsi” uno degli incontri di “viaggio nel tempo profondo attraverso le Marittime” volto a fare incontrare il pubblico con le ricerche archeologiche e paleoambientali dedicate alle nostre montagne. L’esperienza è stata bellissima: finalmente ho potuto visitare parte delle Grotte del Bandito, mentre due archeologi hanno raccontato con dovizia e passione tutta la complessità, gli ospiti del passato e quelli del presente, di questo vasto sistema ipogeo.
Ci sono voluti davvero tanti anni, ma alla fine sono felice di aver visto anche io tutte quelle luccicanti pagliuzze d’oro che i valligiani hanno cercato per secoli dentro le Grotte del Bandito…
Oggi nelle Grotte del Bandito svernano ogni anno affollate colonie di Chirotteri, per tutelare l’integrità del sito e la tranquillità dei pipistrelli (ben 13 specie differenti), l’accesso alle grotte è vietato al pubblico tutto l’anno tranne rarissime eccezioni (sempre in estate quando i pipistrelli svolazzano felici altrove): la prossima imperdibile visita guidata “Storie di Uomini e Orsi” sarà il 23 agosto 2025, ma per essere informati conviene consultare il sito della riserva e la sezione news di areeprotettemarittime (iscrivendosi alla newsletter si riceve una mail ogni giovedì con tutte le attività e le info utili sugli eventi del Parco). Programmando una giornata alla Riserva Grotte del Bandito di Roaschia io per affinità di argomenti consiglierei anche la visita alla necropoli protostorica di Valdieri e al Museo di Casa Lovera (ve li ho raccontati in questo post).
Mi auguro che questa stramba tappa di “stradapanoramica” (con abbondanza di foto) vi abbia incuriositi: la Valle Gesso è fresca, verde e piena di belle gitarelle semplici e meravigliose …Ciao ciao cari Bacucchini Barbastelli …a presto e intanto buona estate!
















N.B: post scritto senza intenti pubblicitari, non ricevo sovvenzioni, o sponsorizzazioni da nessuno. NON ho rapporti commerciali con nomi, marchi e attività citate. Come sempre tutte le foto sono fatte da me.
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