Buonasera cari amici bacucchi!
Oggi vi racconto di un bel progetto che valorizza tutte le “cose buone” prodotte nelle Aree Protette Alpi Marittime: il marchio Qualità Parco APAM.
L’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime, che gestisce due parchi (Parco Naturale Alpi Marittime e Parco Naturale Marguareis) e ben otto riserve naturali (grotte del Bandito, Grotte di Aisone, Ciciu del Villar, Crava-Morozzo, Benevagienna, Sorgenti del Belbo, Grotte di Bossea, Rocca San Giovanni-Saben) ha ideato il marchio APAM per promuovere e mettere in risalto i prodotti dell’agricoltura, della zootecnia, dell’attività forestale e dell’artigianato, provenienti dai comuni che ricadono all’interno del suo vasto territorio.
Così questo piccolo camoscio stilizzato è diventato simbolo e garante della qualità di prodotti realizzati seguendo precisi disciplinari previsti dal marchio, con un occhio di riguardo per tutto quel che di prezioso c’è intorno (natura&persone: perché le realtà aderenti si impegnano nella riduzione dell’impatto ambientale come nella interazione con il territorio circostante).
E tutto questo cosa ci azzecca con il Betullablog?
Semplice, non potevo che partecipare con entusiasmo a una storia che riguarda dei miei amati monti e le sue eccellenze deliziose! Infatti non appena ho ricevuto in regalo il pacco natalizio con i prodotti APAM mi sono messa all’opera, o meglio ai fornelli per tirarne fuori una ricetta un po’ speciale…
Ovviamente io ho un debole per gli ingredienti base (cioè quelli che posso lavorare nella mia cucina), inoltre ho un debole anche per i prodotti della Valle Gesso, perché rappresentano il mondo in cui sono cresciuta…in ogni caso sono convinta che un pacco del genere possa dare davvero grande soddisfazione a ogni genere di goloso, da chi ama cucinare, e a chi preferisce assaggiare le cose pronte. Senza contare che le bontà sono racchiuse in una bellissima scatola super robusta (io la ri-utilizzerò sicuramente per riporre in solaio le palline di Natale), e che i prodotti APAM sono protetti da striscioline di carta di recupero. Insomma piccoli dettagli che è bello notare!
In foto vi lascio tutti i riferimenti sul contenuto dei pacchi APAM (esistono due versioni da 30 o da 50 euro, rispettivamente con 7 o con 10 prodotti) e sui negozi dove ritirarli, ricordando che trovate maggiori dettagli sul sito dedicato www.qualitaparcoapam.it
E ora passiamo alla ricetta di oggi che io ho realizzato con le patate di Entracque dell’Azienda Agricola Fabrizio Gerbino presenti nel pacco regalo APAM. Non che le patate di Entracque abbiano bisogno di presentazioni (ve ne ho già parlato in altre occasioni: qui la ricetta delle “Cuiette“). Però ci tengo a sottolineare come scegliere patate di qualità sia fondamentale per un piatto come questo, in cui sono co-protagoniste insieme a trippa e funghi porcini. La trippa richiede una cottura abbastanza lunga di almeno un’oretta e in umido, quindi utilizzando le patate della varietà sbagliata si rischia di ottenere un fantastico “purè di patate alla trippa”. Oltre ovviamente al sapore, quel che rende davvero uniche le patate coltivate in alta Valle Gesso è la compattezza che impedisce loro di disfarsi in cottura. Guardate le foto e vi renderete conto di quanto i dadi di patate siano rimasti integri e ben distinti dagli altri ingredienti. Se vivete troppo distanti dalla provincia di Cuneo e non riuscite a procurarvi le patate di Entracque APAM, per replicare questa ricetta sostituitele con delle buone patate “di montagna” a “pasta gialla”.
TRIPPA CON PORCINI E PATATE DI ENTRACQUE a marchio APAM
Ingredienti:
1,200 kg di trippa mista
Aceto di vino rosso
Aglio (due spicchi)
Olio extravergine di oliva
Sedano (1 gambo circa)
Carote (1 grossa)
Cipolla (1 bianca)
200 g di funghi porcini freschi
300 g di patate di Entracque marchio APAM
Prezzemolo
Salvia
Alloro
Brodo vegetale caldo
Pepe Nero Macinato fresco
Procedimento:
Preparazione base:
-Lavare bene la trippa sotto acqua corrente. Sistemarla in una ciotola capiente, irrorarla con aceto di vino rosso e poi coprirla d’acqua fredda. Porre la ciotola nel lavandino e fare scorrere sopra un filo d’acqua fredda per circa un’oretta.
-Scolare la trippa e su un tagliere tagliarla a striscioline di circa un cm di lato.
-In una padella antiaderente (da 28/30 cm di diametro) scaldare due spicchi d’aglio con due cucchiai di olio extravergine di oliva. Aggiungere la trippa a striscioline. Rimestare continuamente la trippa con un forchettone di legno in modo che prima butti fuori tutta l’acqua, poi rosoli bene fino a colorire (deve essere croccante e brunita). Fare raffreddare senza coprirla e rimuovere con pazienza gli spicchi di aglio.
Per preparare la trippa porcini e patate:
-Mettete sul fuoco il brodo vegetale in maniera che sia ben caldo durante la cottura della trippa (ne occorrerà almeno un litro e mezzo).
-Preparate quindi le verdure per il soffritto: lavare e mondare sedano, carota e cipolla, poi tritare tutto finemente su un tagliere e mettere da parte in una ciotolina.
-Preparate anche le patate lavandole, sbucciandole e tagliandole in dadi grossolani (tenetele da parte).
– Infine pulite delicatamente i porcini e tagliateli a fettine sottili.
– Scaldate un paio di cucchiai di olio in un tegame antiaderente basso e largo. Fate rosolare bene il trito di sedano, carote, cipolle, con qualche foglia di prezzemolo, salvia e alloro.
-Tenete il fuoco vivo e aggiungete la trippa tagliata in striscioline e già rosolata, poi le patate in dadi. Mescolate bene con un forchettone di legno, poi unite anche i funghi freschi affettati sottili. Fate amalgamare gli ingredienti per qualche minuto, rimestando delicatamente. Quindi bagnare con un mestolo di brodo vegetale bollente, girate e incoperchiare proseguendo la cottura dolcemente a fuoco basso per circa un’ora (sorvegliate costantemente la preparazione, e di tanto in tanto, quando il composto si addensa, diluite il tutto aggiungendo un mestolino di brodo).
Dopo un’ora rimuovere l’alloro e la salvia, verificare quindi la cottura della trippa e delle patate, e aggiustare i condimenti secondo i gusti. Al momento di servire la trippa deve essere ben densa e legata. Servire la trippa caldissima cosparsa di prezzemolo tritato fresco, una generosa spolverata di pepe macinato e eventualmente un filo d’olio extravergine.
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Post realizzato in collaborazione con Aree protette Marittime utilizzando alcuni dei prodotti a #qualitamarchioapam ricevuti in #regalo
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