Cari amici, oggi condivido con coi la struggente “Nino Nano” (ninna nanna) “Speten ensem” (Aspettiamo insieme) poetata in dialetto dal valdierese Edoardo Vercelletti detto Edver (1892-1971). Ho trovato di recente queste quattro pagine di quaderno tra le carte appartenute a mio papà, che è stato maestro a Valdieri per molti anni. Siccome nella bibliotechina della scuola elementare è conservata una nutrita raccolta di poesie del Vercelletti (mai pubblicate in volume) – dal 2002 la scuola è intitolata proprio a lui – immagino che il mio babbo insegnasse queste poesie alle sue classi intorno alla fine degli anni Settanta. Essendo fogli squadernati non hanno data, né è possibile risalire al nome del bambino autore dello scritto, in ogni caso riporto integralmente la “nino nano” in dialetto, la sua versione in italiano e la tenera parafrasi che chiosa il tutto.
Per me questa non è semplicemente una “ninna nanna”: è l’emblema delle sofferenze e della nostalgia di chi è costretto a partire per vivere, ma deve lasciare casa e affetti più cari. L’argomento, purtroppo, è terribilmente attuale, e credo che comunque lo fosse anche quando la poesia è stata composta dal Vercelletti, e quando il mio babbo la dettava ai suoi piccoli alunni. Nonostante le apparenze, la migrazione appartiene da sempre all’umanità, esattamente come la speranza di un futuro migliore, e la nostalgia che attanaglia chi va via e chi aspetta a casa.
Considerato che a Valdieri il “pilone del Paschier” è detto anche “il pilone dei migranti” (prima di lasciare il paese si affidava una preghiera alla Sacra famiglia raffigurata in questa nicchia) è facile capire quanto i dolore della migrazione abbia stremato le genti di queste montagne nei secoli scorsi: spesso gli uomini lasciavano le vallate alpine per lavori stagionali in Francia o in pianura, mentre le donne rimanevano nei casolari, o in paese, con i figli per i lavori agricoli ad accudire il bestiame.
Questa “nino nano” è per tutti i papà il cui cuore è rimasto tra le montagne della Valle Gesso.
Buon 19 marzo!
NINO NANO
“SPETEN ENSEM”
(da un quaderno delle scuole elementari di Valdieri)
Laisso a mamo i sai sagrin,
fè la nano o bel bambin!
Fè la nano ‘nt la tua cuno
coun ta mere ici d’acant!
Pa è partì a cercar fourtuno
e tu alouro as piura tant
J’aven dit curo a l’è partì
qu’al turness lou pu gari.
Ma que ‘d gent cala a la piano
Per gagnarse ’n toc ‘d pan
e nousautri a la cabano
a spetar fin qu’ i ribaran.
Per giutar la sua famio
scaise tuti soun partì,
ma se d’autre an pourta via
j’an laissa lou coeur ici.
I da loeugn nou penso ‘ncan
coun i moti a pasturar.
ASPETTIAMO INSIEME
La tua mamma ora ti cura
Dormi pur senza paura;
dormi dormi nel lettino
con la mamma a te vicino.
Partì il babbo per lavoro,
e tanto hai pianto, mio tesoro;
gli dicemmo in quel giorno:
«Al più presto fa ritorno».
Quanta gente per il pane
Scende al piano a lavorare!
Mentre noi al casolare
Ci struggiamo ad aspettare.
Quasi tutti andati via
per il pane di ogni dì;
hanno tanta nostalgia:
han lasciato il cuore qui;
e ci pensan da lontano
con il gregge al monte al piano.
Dormi dormi nel lettino
Fa la nanna bel bambino
Fa la nanna tutto il giorno
e il papà farà ritorno!
Dalle nostre montagne di Valdieri, molti uomini dovevano partire per l’estero in cerca di lavoro. Le mamme rimanevano al casolare con i figli. Una mamma canta una commovente ninna nanna al bambino e intanto pensa al babbo lontano e al momento in cui potranno tutti e due riabbracciarlo.
Bibliografia:
–“Vaudìer Cuénto…”, vol. I, pp. 63-65. e p. 88.
-Gandolfo Renzo, “La letteratura in piemontese dal Risorgimento ai giorni nostri”, pp. 495-497.
Miria dice
Ancora una volta grazie per questi post pieni di curiosità e di poesia
Betulla dice
Grazie di cuore cara Miria. Ogni tanto, oltre alla cucina, penso sia importante conservare la memoria di queste piccole storie di paese a cui sono molto affezionata! Un caro abbraccio…
Enzo dice
Grazie del bel regalo fatto proprio oggi 19 marzo. Con qualche cambiamento potrebbe essere stata scritta per tutte quelle persone che oggi ci ostiniamo a chiamare clandestini
Betulla dice
Grazie, caro Enzo, per aver colto il pensiero di fondo con il quale ho scritto questo post! Potrebbe davvero essere stata scritta oggi (purtroppo…)! Sono davvero molto contenta che abbia apprezzato questi vecchi fogli di quaderno!