Cari amici, oggi vi parlo di un libro che ho ricevuto qualche settimana fa, e che ho letteralmente divorato. Qualcuno di voi avrà notato nella colonna destra del blog una casellina intitolata: sto leggendo… con sotto la foto della copertina di questo libro. Appena avevo aperto il blog condividevo sempre le mie letture (credo con lettori immaginari, o al massimo con qualche famigliare impietosito -al tempo suscitavo ancora compassione!), poi strada facendo ho perso questa buona abitudine, e me ne sono sempre dispiaciuta un po’. Sono, come sapete, una persona curiosa, e mi piace sapere cosa leggono le persone che ho vicine. Di conseguenza credo che tra di voi ci sia qualche lettore a cui piace sapere in quale carte mi impolvero il naso.
Il libro è una bella raccolta di racconti legati al cibo in senso lato. Non ci sono ricette, o cibi infilati a forza tra le righe…molto più semplicemente gli autori hanno selezionato una serie di racconti o porzioni di testi della grande narrativa in cui si accenna all’argomento alimentare. La selezione, naturalmente è soggettiva e personale, per cui in alcuni casi è più riuscita che in altri…però diciamo che tra 40 racconti (che spaziano da Roal Dahl, a Katherine Mansfield ) c’è di sicuro qualcosa adatto ad un gustoso spuntino narrativo.
Tra i tanti io mi sono letteralmente innamorata del racconto “Le due Pizzelle” di Giambattista Basile, letterato campano di età barocca cui va il merito di aver trasformato la massa informe della fiaba popolare del suo tempo in sublime creazione letteraria (è autore del mitico “Lu cunto de li cunti” 1634 – che recentemente ha ispirato il premiatissimo film “Il racconto dei racconti – Tale of Tales” del 2015 diretto da Matteo Garrone).
Insomma, sempre lì vado a inciampare, e una fiaba popolare dedicata al cibo magico non poteva lasciarmi indifferente. Certo, la scrittura è visionaria, potente e poetica come tutte le storie raccontate, che di voce in voce si ingrossano, si arricchiscono e prendono a camminare sulle loro gambe. Ci va un po’ a entrare in sintonia con un linguaggio immaginifico, denso di metafore, e modi di dire ormai lontani…Finita la prima pagina però si entra in quel mondo antico e barocco, che per dire di una persona brutta e grama, preferisce addobbare la frase con un “faccia di fiele e cuore di peste!”… E altri deliziosi giri di parole, che per dipingere al lettore una fanciulla ingenua si preferisce dire: “non sapeva intorbidire l’acqua, e forse ignorava il proverbio: non fare quanto puoi, non mangiare quanto vuoi, non spendere quanto hai, né dire quanto sai”. Sarà che a me i proverbi piacciono tantissimo, e sarà che leggere Basile mi sembra di sentire mia nonna e la sua saggezza sorniona, ma io mi sono davvero gustata la storia di Marziella, fanciulla che mostratasi caritatevole verso una vecchina incontrata alla fonte (le dona una pizzella), riceve una comodissima fatagione: pettinandosi i capelli si trovava in mano perle e rubini, (roba che con i capelli lunghi come i miei con due spazzolate a settimana ti sistemi a vita). La zia di Marziella, invidiosa di questa buona sorte, tenta di fare avere la fatagione anche alla propria figlia Puccia, mandando anch’ella alla fonte con una pizzella. Puccia (arpia dentro e fuori) incontra la vecchina, ma invece di assecondarla le trangugia davati la pizzella indignata per la richiesta. Zia e cugina, rose dall’invidia gettano in mare la povera Marziella, e qui una Sirena la tiene lungo tempo incatenata. Ma liberata fortunosamente da suo fratello la nostra soave fanciulla diventa addirittura regina, (quale re non si innamorerebbe di una donna nuda seduta sugli scogli a nutrire le oche con paste reali e acqua di rose?). Catarsi delle catarsi la notte delle nozze tra i festeggiamenti e i mortaretti anche la zia cattivissima viene fatta letteralmente saltare per aria come barile di fuoco d’artificio. E la chiosa non lascia scampo “Chi non prova pietà, pietà non trova”.
Insomma…mi sono sentita in dovere di condividere questa ricetta di pizza o focaccia che dir si voglia croccante e rapidissima. Da anni e anni è un cavallo di battaglia di casa Betulla (specialmente apprezzata in caso di conviviali merende sinoire in cui sono presenti le acciughe al verde, e tanti amici affamati). Ma metti caso che sapeste per vie traverse che alla fonte c’è una vecchina che sparge fatagioni…dovete essere in grado di fare una pizzella croccante in quattro e quattr’otto no?
Questa è la ricetta giusta…ma siate generosi (come per tutto il resto nella vita!)
Scrocchiarella
(detta altrimenti focaccia croccante con lievito istantaneo)
Ingredienti :
per due teglie rotonde da circa 30 cm di diametro:
400 g di farina 00
1 bustina di lievito istantaneo per preparazioni salate (Pizzaiolo Paneangeli)
4 g di zucchero bianco
4 g di sale fino
45 ml di olio di arachidi (o di olio extravergine dal sapore moltoleggero)
250 ml di acqua fredda
salamoia:
(per ogni teglia)
50 ml di acqua
20 ml di olio extravergine di oliva
un pizzico di rosmarino secco in polvere
un pizzico di sale fino
un pizzico di pepe nero macinato fresco
Procedimento:
Accendere il forno e portarlo a 180° ventilato (200° se statico). Nell’impastatrice, o a mano: setacciare la farina, e la bustina di lievito in una ciotola. Unire il cucchiaino di sale, quello di zucchero. Al centro, facendo una fossetta aggiungere l’olio, cominciare ad impastare con una forchetta, e via via aggiungere anche l’acqua. Non appena si avrà un impasto grossolano, trasferirlo sulla spianatoia infarinata e impastare con le mani per avere una palla omogenea di impasto.
Dividere la pasta a metà e stendere ognuna delle due parti in una teglia rotonda unta con un poco d’olio (potete tranquillamente usare la carta da forno evitando così di ungere le teglie). Preparate in un bicchiere la salamoia (emulsionare olio e acqua sale e aromi sbattendo rapidamente con una forchetta o con un frullino montalatte) e spennellatela sulla superficie di ogni pizza (massaggiatela creando delle fossette con i polpastrelli delle dita). Questa dose è per avere un pizza croccantissima, ma se volete una focaccetta bianca più soffice e morbida fate un’unica pizza in una teglia da 30 cm di diametro, usando la dose doppia di salamoia sulla superficie…*
-Infornate le due teglie e fate cuocere per 20 minuti.
-La pizza scrocchiarella è pronta (io la servo tiepida rotta a pezzettoni con le acciughe al verde).
*la scrocchiarella è incredibilmente versatile: si può coprire con una mozzarella a pezzetti(ben strizzata e asciugata in carta da cucina), olive verdi, olive nere, si può farcire con prosciutto e formaggio…si può preparare in versione più soffice (abbondando in salamoia), e si possono anche modificare le farine (di semola, integrale, di farro…). Insomma è davvero un impasto aperto a mille variabili. Fatene buon uso!
Gaia sera dice
Bellissima la tua storia e del resto Il racconto dei racconti mi ha incantata come pure la tua pizzella croccante che preparerò sicuramente. Se potesse servire a garantirmi qualche fatagione, ben venga, altrimenti ne saprò fare comunque buon uso ? Non ho mai un attimo di tempo e me ne dispiace perché passare da te è veramente un piacere almeno quanto leggere un buon libro amica mia ?❤️
Chicca/Chicckitchen dice
sempre bello leggerti💖✨
Betulla dice
Grazie mille cara!