
A giugno di quest’anno (2025) sul profilo IG della mitica guida Lonely Planet Italia è stato pubblicato un post che indicava Cuneo tra le città da scegliere per una bella vacanza d’agosto «lontano dalle grandi folle»: «il mese ideale per godersi questa città tra le Alpi Marittime, con temperature miti, mercati vivaci e valli verdi a un passo dal centro». Il curioso suggerimento (le altre mete erano Paesi Bassi, Kirghizistan, Romania, Guatemala, Grecia, Giappone, Macedonia del Nord, Lesotho) mi è subito tornato in mente quando in una sgangherata libreria dell’usato mi sono messa a sfogliare questo vecchio opuscolo degli anni ’60 dal titolo più che eloquente: “CUNEO. Provincia tranquilla – Vacanze serene”. Insomma, grazie Lonely Planet, ma noi sappiamo già da tantissimo tempo tempo di essere terra di meraviglie, quiete, delizie, vette impervie, natura selvaggia, antiche tradizioni…😉
Condivido con voi i paragrafi dedicati a Cuneo, alla Valle Gesso e alle bontà gastronomiche del cuneese. Su tutto aleggia un tipico, ingenuo, ottimismo da boom economico, ma questo genere di materiale pubblicitario è un “come eravamo” sempre interessante e molto curioso per vedere passi in avanti (o i punti fermissimi) delle mie care montagne…
A presto bacucchini…

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CUNEO PROVINCIA TRANQUILLA VACANZE SERENE
Edito a cura dell’Ente provinciale per il turismo di Cuneo
(Illustrazioni dei pittori Giuseppe Borghi, Carlo Prandoni, Carlo Tribaudino)
Creazione Publineon – Cuneo
Stampato il 2 luglio 1960 nell’Istituto Grafico Bertello di Borgo San Dalamazzo
CUNEO
È detta la città senza nebbia per la costante cristallina serenità del suo cielo, su un altipiano fra canti di torrenti e morbido digradare dei colli che preludiano la cerchia delle Alpi profilate sul vasto orizzonte. Cuneo è una città rinascente, linda e gaia, tutta tesa al suo certo avvenire turistico, con strade rettilinee, ponti arditi, piazze vaste, lunghissimi viali vibranti di brezza montana. I vecchi quartieri con i portici bassi, che ancora ricordano antichi eroismi di assediati, si assopiscono poco a poco, perché la vita affluisce verso la Città nuova dal monumentale viadotto, dalla nuova stazione, dai giardini ridenti di bimbi e di fiori. A Cuneo si può villeggiare godendo gli agi della piccola città e la salubrità della campagna nei viali antichi e lunghissimi e nei freschi giardini. Nelle rare giornate torride la piscina, sorta sul greto assolato dele torrente Gesso, dona agli ospiti refrigerio di limpide acque.
Nel museo civico lo studioso di folklore troverà preziosi documenti del passato vicino e lontano di questa terra.
Possiede nuovissimi ottimi alberghi e presto si trasformerà in centro termale generando, al suo limitare, una città nuova al confluire delle acque famose di Valdieri e della Bisalta.

VALLE GESSO
Comunicazioni: ferrovia a Cuneo e Borgo S. Dalmazzo; Autolinea da Cuneo e Borgo S. Dalmazzo
Composta da diversi valloni che convergono ad Entracque ed a Valdieri, la Valle Gesso comprende i colossi alpini che si chiamano Clapier (m.3045), Gelas (m.3143), Malinvern (2939), Matto (3088) e il massiccio dell’Argentera (3297), la regina delle Alpi Marittime, che leva al cielo arditissime guglie, nidi alle aquile e rifugio ai camosci, si sprofonda con pareti a picco su un labirinto di recinti e di gole dove giacciono ghiacciai perenni e occhieggiano laghi alpestri dagli splendidi colori.
È il paradiso degli scalatori ai quali offre la vertigine di pareti famose e che trovano qui, in ogni vallone, ai piedi di ogni massiccio, un comodo rifugio alpino che serve di base di partenza per l’ascensione.
Il centro della valle è Valdieri, eccellente località di soggiorno non priva delle principali comodità e di dove facilmente si compiono passeggiate e ascensioni.
Oltre Valdieri la valle si divide in due diramazioni: a sinistra il Gesso di Entracque, a destra quello di S.Anna.
ENTRAQUE, m. 900, è antico centro alpino, il cui nome “inter aquas” ne indica appunto la posizione geografica.
È meta di alpinisti e le sue attrezzature ricettive sono modestamente adeguate alle loro esigenze. È base escursionistica assai importante verso le cime circostanti ed i rifugi che le servono (Genova- Pagarì, ecc.).
S. Anna (m. 1000) fu residenza reale. Ora nelle sue pinete luminose drizzano le tende i cacciatori solitari e sostano i pescatori e gli amanti della solitudine. La sua riserva di caccia e pesca costituita con finalità turistiche sarà presto un punto di felice incontro del turismo internazionale.
Oltre S. Anna la frazione TERME, dove il famosissimo stabilimento termale, distrutto nel corso della guerra, si è rinnovato e i suoi ospiti regali di ieri sono ricordi leggendari: anche Cavour lo predilesse.



IL PRANZO NEL CUNEESE
PIATTI TIPICI:
ANTIPASTO – Salame alla casalinga, burro di montagna, funghi sott’olio, uova sode, acciughe in salsa verde, tinche in carpione.
TAGLIATELLI AL SUGO – fatti a mano con molte uova, impastati duri e tagliati finissimi, delicatissimo il punto di cottura (specialità della Langa con tartufi).
Oppure:
RAVIOLI – più grandi degli agnolotti con ripieno di carne, salame, e spinaci, al sugo dorato con tartufi.
TROTE di fiume o di lago alla valligiana.
LEPRE in salmì – camosci, stambecchi in salmì.
POLEN TA con uccelletti.
BOLLITO – bei pezzi di manzo e di vitello grasso e magro con aggiunta di zampino, testina e cotechino, accompagnati dal “bagnetto in salsa verde”.
FONDUTA – Fontina, uova, burro latte, ottima con tartufi.
BAGNA CAUDA – Olio bollito con aglio e acciughe; si porta in tavola in tegamini di terra su un fornellino; vi si intingono fette di cardo crudo.
FUNGHI – in verde o fritti.
FORMAGGIO – Castelmagno forte (tipo gorgonzola), Robiola della Langa, Tomini del Melle, Bruss (vietato agli stomaci deboli).
FRUTTA – Castagne bianche di Garessio, caramellate a fuoco lento; pere “martin sec”, sciroppate nel vino vecchio; mele “carle”; pesche di Canale e di Lagnasco; nocciole di Cortemilia e Cossano; lamponi, mirtilli, fragole di bosco.
DOLCI TIPICI: Cuneesi al Rhum; marron glacés; cioccolato e torrone d’Alba.
VINI TIPICI:
Barolo – Rosso, possente, austero, ma ad un tempo armonico e vellutato, dal sapore inimitabile e dal profumo di viola. Il più grande vino da arrosto italiano.
Barbaresco – Fratello minore del Barolo; più aggraziato e un po’ meno robusto, anche esso squisito vino da arrosto.
Nebbiolo – Più sottile, amabile, leggermente frizzante.
Dolcetto – Si beve a tutto pasto e può consumarsi fin dal primo anno di vita benché migliori con un breve invecchiamento.
Barbera – Freisa.
Moscato di Santo Stefano Belbo.
LE ACQUE DA TAVOLA:
Acque di San Bernardo di Garessio – le più leggere del mondo.
Acque di Lurisia – le super-radioattive.
Acque dei Camorei – di Borgo S. Dalmazzo.




Grazie 😊
Cara Thea, sono davvero molto felice che apprezzi le mie bacuccate! Grazie per il commento…
Scusate se approfitto, dopo tanto tempo( mia madre era di Racconigi ed ora che sono tornato in Italia voglio rivedere il castello ed il paese che immagino molto cambiato. Mi sapreste consigliare un buon ristorante/trattoria con, ovviamente, piatti piemontesi del territorio? grazie e chi risponderà
Caro Enzo, mi spiace , ma io non posso aiutarla perchè è molto tempo che non mangio in un ristorante a Racconigi, quindi rischierei di darle indirizzi di posti “vecchi” o ormai superati. Non so se qualche lettore del blog vedrà il suo commento, quindi le consiglio di cercare informazioni migliori su qualche gruppo Facebook legato al paese e al castello (sicuramente lì le daranno indicazioni “più fresche” e aggiornate sui locali che vanno per la maggiore al momento). Se però il suo itinerario prevede spostamenti, oltre alla visita al castello, nei dintorni (a circa 20 km) mi permetto di segnalarle il ristorante “Battaglino” di Bra, che da moltissimi anni è per me una garanzia per il “mangiare piemontese” con grande cura per la tradizione e la qualità delle materie prime (sempre meglio chiamare per prenotare, e attenzione al periodo di ferie in agosto, in genere riaprono a fine mese). Ovviamente il mio è un semplice consiglio personale… intanto le auguro una bella “gitarella” tra ricordi e sapori famigliari.