Cicia d’Capdan
Comincio il 2015 con un dolce povero delle montagne su cui sono cresciuta. Tradizionale delle valli cuneesi, il Ciciu d’Capdan (pupazzo di Capodanno) era regalato come buon augurio per il nuovo anno in arrivo. Come sempre le festività natalizie sono dedicate principalmente ai bambini, infatti questo omino di pasta dolce veniva donato da padrini e madrine al proprio figlioccio, accompagnato dalla filastrocca: “mi sun venù augurè ù Capdan, bun fin e bun prinsipi d’l an”.
A seconda delle dimensioni (tra i 10 e i 50 cm) si potevano intendere l’affetto, e soprattutto le possibilità economiche del donatore. Diffusa un po’ in tutto il Piemonte con nomi differenti*, questa usanza è la sopravvivenza arcaica della necessità festiva di arricchire e rendere eccezione il cibo quotidiano (zuccherare il pane), e di dargli una forma antropomorfa o zoomorfa (esattamente come l’anglosassone gingerbreadman, i francesi bonhommes de neige, i belgi speculoos…).
Io mi ci sono messa d’impegno nella realizzazione del dolce ometto, ma alla fine mi sono accorta che il mio Ciciu era in realtà una vezzosa femminuccia! Prendetela così, rustica, ridondante e colorata…ma dal cuore d’oro.
Buon 2015 amici miei…che sia un anno bellissimo in vostra compagnia.
*Lo stesso dolce è chiamato Cicho sucrà (bamboccio zuccherato) in Valle Varaita, Pritin in Valle Stura, Culumb nel bovesano, Bragton (Braghettone) nell’Alessandrino, Galucio (Galletto) o Buàta (bambola) nel Monferrato. In tutti i casi si tratta di pasta di pane arricchita con burro, zucchero e mentine o codetta colorata. Praticamente è un pan brioche ideale per colazione. La ricetta qui proposta rimane comunque in linea con la denominazione di “dolce povero”, risulta infatti poco dolce (per cui se lo volete moderno a tutti i costi aumentate lo zucchero nell’impasto, abbondate di zuccherini sulla superficie o prevedete di consumarlo con la marmellata!).
CICIU d’CAPDAN
Ingredienti:
500 g di farina 00 (+ altri 100 g per cospargere la spianatoia e completare l’impasto)
100 g di zucchero (+ un cucchiaino per la pastella lievitata)
125 g di burro
250 g di latte
4 g di lievito di birra disidratato
2 uova
la scorza grattugiata di un limone bio
la polpa di mezza bacca di vaniglia
Per decorare:
un tuorlo d’uovo e un cucchiaio di zucchero
mompariglia, codette colorate, zuccherini, pezzetti di canditi a gusto e fantasia
eventualmente zucchero a velo
Procedimento:
-In una terrina mescolare 100 g di farina setacciata con il lievito disidratato e il latte tiepido. Unire un cucchiaino di zucchero e mescolare bene con una forchetta fino ad avere una pastella molto liquida. Porre la terrina coperta da uno strofinaccio pulito a riposare in un luogo tiepido della cucina per almeno 30 minuti.
-In una terrina capiente setacciare 400 g di farina, unire lo zucchero. Fare un incavo al centro in cui si porranno le uova intere, un pizzico di sale e il burro fuso e gli aromi (polpa di vaniglia e buccia di limone). Con una forchetta mescolare tutto rapidamente e aggiungere la pastella di lievito impastata in precedenza. Rovesciare il composto piuttosto molle sulla spianatoia cosparsa con altri 100 g di farina e terminare di impastare a mano lasciando che l’impasto “tiri” la farina necessaria affinché sia compatto e sodo. Mettere l’impasto in una terrina coperta e riparata a lievitare per circa un’ora.
-Trascorso questo tempo trasferire l’impasto su una teglia coperta di carta da forno e sagomarlo con delicatezza nelle forme preferite (omini, galletto, bambolina). C’è chi stende l’impasto con un mattarello, poi, nella sfoglia intaglia le forme. Io ho preferito una fattura un po’ più grossolana, pur di mantenere la sofficità di una brioche. Una volta sagomato il ciciu, sbattere in una tazzina un tuorlo d’uovo con un cucchiaio di zucchero, e spennellare l’omino. Infine decorarlo a gusto e fantasia con codette, zuccherini, caramelle…Cuocerlo in forno caldo (180°) per 30 minuti circa, o comunque fino a che la superficie non sia bella dorata.
paola dice
bellissimo,non sapevo di questa consuetudine,grazie cara
Laura Maffessanti dice
ma è una tradizione bellissima, non la conoscevo! Devo assolutamente farlo, mi piace un sacco 🙂
buon anno, un bacio!
consuelo tognetti dice
Buon anno tesoro e a presto <3
Mila dice
Buon 2015 e complimenti per questa bella tradizione
gwendy dice
grazie Betulla che ci hai fatto conoscere questa antica usanza!!
La trovo una tradizione culinaria molto simpatica e il tuo bamboccio zuccherato lo adoro!!!!!!
un abbraccio