Come annunciato nel post dei Betullini, le cose da raccontarvi sul il mese di ottobre appena concluso sono davvero tantissime. Tra queste ce n’è una che mi ha fatto un piacere incredibile, perché nonostante il mio essere perennemente fuori tempo e fuori luogo, è arrivata al momento giusto. Parlo di questa bella intervista, che mi ha fatto Federica, autrice DireFareMole: un blog interessante e molto curioso. Io e Federica non ci siamo mai viste né incontrate di persona, eppure, magia delle immagini (cioè di Instagram) siamo riuscite comunque a conoscerci moolto bene. La maniera è insolita…specialmente per una donnina d’altri tempi, da scrittoio e calamaio quale sono io, però devo dire che le domande che Federica mi ha fatto sono quelle che avrebbe potuto pormi una cara amica che dopo anni di chiacchiere e confidenze si è messa a leggere il mio blog. Insomma sono davvero molto contenta: raccontarmi è sempre stato un modo importante di conoscermi e di essere presente a me stessa. Solo che normalmente lo faccio con un foglio di carta…(praticamente me la canto e me la suono in un bellissimo e desueto diario). Raccontare ingredienti, ricette e storie è il mio pane quotidiano, ma raccontare Betulla agli altri è tutt’altra cosa. Sempre, sempre mi viene in mente Calvino, e il suo fastidio verso l’autobiografia. La cronologia della sua vita su I sentieri dei nidi di ragno (ediz. Mondadori) si apre con una citazione memorabile : «Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente.) Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all’altra. Mi chieda pure quel che vuole sapere, e glielo dirò. Ma non le dirò mai la verità, di questo può star sicura » (lettera a Germana Pescio Bottino, 9 giugno 1964).
Eh Eh… pensare che Calvino non immaginava neanche questi tempi folli di vite esposte ai riflettori, di nomi googlati, e di social spioni. Ciò non toglie che io lo capisco il buon Calvino…anzi lo capisco profondamente e benissimo. E benchè mi piaccia condividere la mia cucina ed essere connessa al resto del mondo, non mi abbandona mai un senso di rispettosa protezione verso la vita vera (e di sfiducia verso le esistenze troppo in mostra). Ve ne sarete resi conto ormai, dal mio nom de plume, da una sola foto striminzita, dal fatto che racconto il mio mondo, ma cerco comunque di attenermi alla cucina senza polemiche, competizioni sfrenate e abbrutimenti vari che infestano la dimensione dei foodblog. Bhe, questa piccola chiacchierata con Federica è stata un’ottima occasione per andare un po’ oltre a questo pensiero, al di là di queste cortine calate e misteriose. Federica è riuscita a conoscermi bene attraverso le mie ricette, i miei racconti e alle mie fotografie. La sua intervista è una specie di premio di coraggio, a me stessa e a voi che mi leggete, e che magari avete voglia di sapere qualcosa in più su chi scrive. Non è tutto…ma per me è molto (e tutto autentico!). Come le celeb. qualcosa lo conservo gli anni futuri…e per le prossime interviste 😉
E ora un pane soffice soffice, caldo e dolce come una nuova amica. Pan di zucca, per Federica, e per le affinità elettive sincere in questo labirinto di specchi.
Ingredienti:
400 g di polpa di zucca mantovana
300 ml di latte intero
500 g di farina 00
7 g di lievito disidratato
2 cucchiaini di sale
50 ml di olio extravergine di oliva
100 g di grana grattuggiato
rosmarino secco in polvere
pepe nero
1 cucchiaio di miele millefiori
1 uovo
semi di zucca
Attrezzatura:
2 forme in cartaforno per plum cake (23,2 x 11,8 x 7,4 cm )
Procedimento:
-Mondare la zucca, tagliarla a fette e cuocerla in forno già caldo a 180° per 20 minuti circa. Fare raffreddare.
-Intiepidire appena il latte, rovesciarlo in una scodella e farvi sciogliere il cucchiaino di miele. Unire il lievito secco attivo e mescolare un poco, attendere circa 10 minuti perchè si attivi.
-Nel frattempo tagliare le fette di zucca cotta in dadi grossolani, e frullarli nel bicchiere del mixer a immersione sino ad avere una crema liscia e omogenea.
-Nella ciotola dell’impastatore setacciare la farina, poi unire al centro il formaggio, il sale, l’olio, il pepe, il rosmarino, il frullato di zucca, e infine la miscela di latte, miele lievito. Attivare l’impastatore con la frusta a gancio, e fare impastare a velocità minima per circa 10 minuti (fino al completo assorbimento dei liquidi). Eventualmente rovesciare l’impasto sulla spianatoia infarinata e lavorarlo a mano sino ad avere un composto liscio ed elastico.
-Trasferire la palla di pasta in una terrina infarinata, coprirla con uno strofinaccio pulito e farla lievitare in un luogo tiepido per circa 90 minuti (il volume deve raddoppiare).
-Trascorso questo tempo rovesciare l’impasto sulla spianatoia infarinata e dividerlo in 4 parti. Con ognuna di queste palline di pasta creare un salamotto piuttosto tozzo. Intrecciare 2 rotoli tra loro e porli delicatamente in uno stampo di carta da forno per plum cake (se usate una teglia in metallo invece imburrate e infarinate).
-Mettere di nuovo le teglie sotto un canovaccio pulito, in un luogo tiepido e fare lievitare altri 30 minuti.
-Accendere il forno, portarlo a 180° (ventilato), e inserire nella parte bassa del forno una teglia piena d’acqua (la presenza del vapore migliorerà la cottura). Nel frattempo spennellare la superficie del pane con un uovo sbattuto e cospargere secondo i gusti di semi di zucca decorticati. Cuocere per circa 35 minuti.
-Servire come accompagnamento per formaggi.
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