Temo che quando potrò finalmente tornare a fare un bel giretto nei boschi della Valle Gesso ormai sarà arrivato l’inverno, quindi per indugiare ancora un po’ sulla bellezza luminosa di certe camminate ottobrine e domenicali, condivido con voi le foto che mi piacciono di più prima di riporle nella cartellina “autunno (strambissimo) 2020” e fare ufficialmente il “cambio dell’armadio” per veleggiare verso la neve, il freddo e il Natale. Anche la ricetta della focaccia ligure al formaggio è una di quelle coccole da w.e, bella e necessaria quanto una camminata nei boschi (confesso sottovoce che una fetta calda calda calda è perfetta per fare la merenda quando si torna a casa dopo essere stati tutto il giorno a zonzo per pigne, bacche e sassetti…).
Quindi da quando il Piemonte è in zona rossa la domenica in mancanza dei monti tengo alto lo spirito profumando la casa di focaccia (…in fondo ognuno ha la sua madeleine no?).

La ricetta è liberamente ispirata alle Sorelle Simili, dal mitico libro “Pane e roba dolce”, che rimane uno dei miei fedelissimi e amatissimi libri di cucina (la pasta è perfetta: la più elastica e croccante mai provata, mentre ho aumentato un po’ le dosi del ripieno a mio gusto). É una focaccia senza lievito e senza tempi di lievitazione (quindi è molto veloce da preparare), io per il ripieno utilizzo un buon stracchino e una piccola percentuale di prescinsêua (quagliata genovese) che di solito qui in Piemonte trovo due volte all’anno durante le settimane dedicate ai prodotti liguri della COOP (altrimenti la sostituisco con la Robiola Osella, che tra tutte le prove effettuate è il formaggio che mi soddisfa di più per dare alla focaccia quella punta caratteristica di acidità). Il passaggio secondo me fondamentale, tralasciato dai più, è mescolare lo stracchino e la prescinsêua con il latte per farne una crema da spalmare sulla focaccia: solo in questo modo il ripieno sarà uniforme.
FOCACCIA LIGURE AL FORMAGGIO
Ingredienti:
250 g di farina 00
125 ml di acqua
25 ml di olio extravergine di oliva
un pizzico di sale
per farcire:
500 g di stracchino
100 g di prescinsêua (quagliata) o Robiola Osella
25 ml di latte (2 cucchiai circa)
olio extravergine pepe nero macinato fresco per spennellare
Procedimento:
-In una ciotola setacciate la farina, aggiungete un pizzico di sale, poi cominciate a impastare con una forchetta colando poco per volta al centro della farina l’acqua e l’olio. Impastate rapidamente e rovesciate sulla spianatoia infarinata: dovete ottenere un impasto morbido ed elastico. Dividete l’impasto in due parti, e fateli riposare sotto un panno per 15 minuti circa. Accendete il forno impostandolo a 180° ventilato.
-Mentre la pasta riposa preparate la farcitura: in una ciotola battete con una forchetta lo stracchino insieme al latte sino ad avere una crema abbastanza liscia e morbida.
-Con un pennello ungete bene una teglia rettangolare 30×40 cm. Sulla spianatoia infarinata stendete la prima parte di impasto cercando di ottenere un sottilissimo rettangolo grande 1 o 2 cm più della teglia. Con l’aiuto di un mattarello adagiare questa sfoglia di pasta sul fondo della teglia unta. Distribuite la farcitura con il dorso di un cucchiaio. Stendete la seconda parte di pasta con il mattarello, poi trasferitelo sulla farcitura per coprire la focaccia.
Premete delicatamente con il palmo delle mani, poi ripiegate verso l’interno i bordi della focaccia in modo da sigillarla. Spennellate tutta la focaccia con olio e un pizzico di pepe nero (ereticamente anche rosmarino secco in polvere). Con la punta di un coltello (o con l’apposita lametta per pane) fate qualche taglietto sulla superficie.
-Infornate e cuocete a 180° ventilato per circa 25 minuti.
Ricetta salvata! Spero che non ci siano più tante domeniche di zona rossa qui in Piemonte, ma in ogni caso domani potrebbe essere un’ottima giornata per provare questa focaccia. Ti dico se riesco – devi sapere che ho delle capacità molto limitate…
Davvero, speriamo di essere in vicinanaza della fine o almeno della zona arancione! Per quanto riguarda la focaccia vedrai che è molto facile…e poi sono sicura che tu sia molto più brava di quel che pensi! Coraggio e Buona domenica…
Questa focaccia mi fa venire l’acquolina in bocca!
Tentatrice che non sei altro… Ma come resistere a tali immagini e tale descrizione…
Quando ero da quelle parti, me la ricordo ancora come una delle cose più goduriose mai mangiate in vita mia. E allora che schiacciata sia 🙂
Merci!
Betulla, sono sconvolta! In un quarto d’ora sul tuo sito ho trovato le ricette di ben due dell mie madeleine:i torcetti e la focaccia che a casa mia si chiamava “di Recco”, proprio questa con lo stracchino un po’ acidula, che sbocconcellavo ba bimba quando si andava al mare in Liguria! La proverò senz’altro, grazie grazie!
Cara Daniela, grazie di cuore per i tuoi commenti. Sono felice che il giretto sul mio blog sia stato produttivo e che tu abbia incontrato ricette che evocano sapori felici del passato (avrai visto che io ho gusti un po’ bacucchi 😉 ). Quanto alla focaccia sì è proprio lei, solo che quella di Recco ha un disciplinare rigidissimo che tutela giustamente anche il nome, ed è praticamente irripetibile a casa (dato che è fatta con un formaggio prodotto in esclusiva per gli adernti al consorzio). Diciamo che questa è dello stesso genere: una focaccia ligure al formaggio (sottilissima e senza lievito), fatta a casa da chi purtroppo è lontano dalla Liguria, o non sempre trova gli ingredienti perfetti. Insomma spero di cuore che ti riporti indietro nel tempo, come una vera madeleine, o per capirci meglio come un torcetto (vedrai che è anche facile da realizzare, ci vuole solo un po’ di pazienza e forza con il mattarello per stendere sottile la pasta). A presto allora, e intanto buona cucina e buona domenica!
Questa sera la provo a fare non resisto!