Come ho letto da qualche parte di recente : per lo storico ci sono più cose interessanti in cucina che nella sala del trono! Ora non sono riuscita a recuperare la fonte di questa saggia citazione, ma se è vero che vado molto volentieri a zonzo per residenze reali, palazzi aulici e piani nobili, è altrettanto vero che adoro vedere le cose dal punto di vista esattamente opposto, ossia dai cosiddetti “piani bassi” (come scrisse Margaret Powell nell’autobiografia che ha ispirato la serie tv Dowton Abbey). In questi giorni sta rimbalzando in ogni dove la notizia della riapertura al pubblico dell’appartamento dei Principi di Piemonte e delle Cucine Reali di Palazzo Reale di Torino. L’iniziativa rientra nell’ambito di ‘A Palazzo c’è di più’, e grazie ai volontari dell’Associazione degli Amici di Palazzo Reale, fino al 30 aprile 2017 sarà possibile visitare questi ambienti solitamente non compresi nei percorsi per il pubblico.
In questo post vi racconto delle Cucine Reali che vi consiglio di tutto cuore. Ma prima una piccola premessa. Nel nostro mondo contemporaneo particolarmente interessato al cibo, ci sembra quasi ovvio andare a visitare le cucine di un grande complesso monumentale. Eppure sino a qualche decennio fa non era assolutamente pensabile inserire questi locali “produttivi” (tecnici e sporchi) nell’itinerario del pubblico. In Piemonte ha cominciato Moncalieri, che nel 1989 ha aperto al pubblico le stanze degli armadi e della servitù. Poi sono state restaurate e rese accessibili le bellissime cucine del castello di Racconigi, e poi è stata la volta delle cucine di Palazzo Reale e del castello di Agliè. Oggi, con grande diletto possiamo andare a curiosare tra fuochi, pentole e mattarelli di numerose residenze: attività fondamentale per staccare personaggi e vicende dei tempi andati dagli ori, stucchi e damasco, e farli scendere in in una dimensione più terrena e famigliare (anche i ricchi mangiano!).
Per ovvie ragioni non ha senso ripercorrere qui le infinite stratificazioni che quattro secoli di Storia hanno lasciato su Palazzo Reale (da quando Emanuele Filiberto spostò la capitale del ducato da Chambéry a Torino, fino agli ultimi interventi negli anni Trenta del XX secolo). Sappiate che le cucine sono ospitate nei sotterranei dell’ala di levante del palazzo, e che sono presentate nella loro ultima fase storica, ovvero secondo le disposizioni volute da Umberto II. Siamo nel 1924, l’erede al trono sposta la sua residenza da Roma a Torino per seguire il proprio reggimento: curiosamente i primi arredi che accompagnano il principe sono proprio oggetti di cucina (i rami, e la cucina da campo sono scaricati dagli inventari del Quirinale). Mentre il principe di Piemonte rinnova, restaura e impreziosisce il proprio appartamento al secondo piano del palazzo, tre piani più in basso si lavora all’ammodernamento delle cucine, che assumeranno così la connotazione visibile ancora oggi.
Ma andiamo per ordine. Al fondo delle scale dei sotterranei la visita comincia con un pittoresco coup de théâtre: nel locale caldaia una immensa catasta di vecchie sedie e mobili rotti è pronta ad essere divorata dalle fiamme. Non si buttava via nulla, o forse non era decoroso che gli arredi di corte finissero dai rigattieri della città, per cui il mobilio dismesso, tra cui anche pregiati pezzi palagiani, erano convertiti in legna da ardere. Il 1946, e la caduta della monarchia hanno immobilizzato come un incantesimo di polvere questi luoghi, che una curiosa #Betullablogazonzo (scrivere il visitatore faceva tanto depliant) attraversa con stupore, meraviglia e timoroso rispetto. Anche il corridoio di fronte al locale caldaia è degno di nota, perché invece di introdurre un sistema di illuminazione moderna, al momento del restauro sono state elettrificate le antiche lanterne a petrolio usate un tempo dal personale di ronda a palazzo.
Subito dopo comincia la visita vera e propria alle cucine, che sono sostanzialmente un susseguirsi di ambienti molto grandi destinati allo stoccaggio delle derrate, alla cottura e al riscaldamento degli alimenti (a queste si aggiungono le dispense, due ghiacciaie, il locale destinato al lavaggio delle stoviglie e la cantina/bottiglieria).
L’impostazione dell’allestimento restituisce perfettamente al luogo un senso di ambiente di lavoro funzionale e vissuto (totalmente privo di tutte le ambizioni formali o rappresentative dei “piani alti”). Tra più di 1500 rami, le divise dei cuochi, le stadere, le bilance e i mortai, i coperchi, i girarrosto, i mattarelli, le stufe, le maioliche e i verosimili mock-up ci si immerge rapidamente nell’atmosfera fumosa e faticata affrontata quotidianamente dagli “addetti degli uffici di bocca” della famiglia reale.
Gli utensili appartenenti a questo “Ufficio di Bocca” sono davvero strabilianti (la ricchezza dei Savoia è ben visibile dalle attrezzature delle loro cucine – tutte documentate dagli archivi precisissimi presenti alla Biblioteca Reale). Ma da cuoca non posso che dirvi di essermi incantata davanti alle vetrine stracolme di stampi per dolci, budini, gelatine, teglie, stampini di stagno, misurini e formine per biscotti. Ve lo dico che in un sogno di follia mista a gloria ho immaginato di poter preparare un dolce -uno solo dai!- in quello straordinario laboratorio di pasticceria? Sicuramente non sono l’unica fanciulla a fare certi pensieri proibiti… 😉
Ah dimenticavo di nominare un fantastico ferro a pinza, con il quale i regnanti si faceva confezionare delle cialdine dolci personalizzate dal proprio monogramma … Vi ricordano qualcosa? Sì, stessa famiglia delle pizzelle/cianciarelle abruzzesi di cui vi raccontato più volte. Solo che qui in Piemonte, alla corte sabauda si chiamavano « Nebule » …ma questa è un’altra storia!
Il coronamento ideale del percorso nelle Cucine Reali sarebbe la visita agli appartamenti di Madama Felicita, al primo piano dove si può ammirare una sontuosa tavola da pranzo apparecchiata, il salottino della cioccolata e la stanza della prima colazione. In questo momento però gli appartamenti non sono aperti al pubblico, lo sono invece quelli dei Principi di Piemonte del Secondo Piano (restaurati nel 2007 e non più visitabile dal 2014). Per tenere d’occhio queste aperture straordinarie (e meravigliose come scrigni di tesori che si schiudono alla vostra curiosità) vi consiglio di consultare periodicamente il sito degli Amici di Palazzo Reale, l’associazione di volontari che si occupa delle visite.
In ogni caso cercate di vedere queste monumentali cucine, perché sono davvero curiose e interessanti…
Photo Credits: le foto sono tutte made by Betullablog. Quindi non rubare grazie!
Le Cucine Reali di Palazzo Reale sono aperte sino al 30 Aprile 2017 con i seguenti orari:
Venerdì-sabato-domenica
ore 10-11-12-15-16-17 (no domenica 2 aprile)
Senza prenotazione
Costo ingresso: € 4
Gratuito con Tessera Abbonamento Musei
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