Da circa un anno in Valle Gesso (provincia di Cuneo) è stato inaugurato un suggestivo “sentiero delle farfalle”. La base del massiccio Rocca San Giovanni -Saben (appena prima dell’abitato di Valdieri) negli anni passati era una grande cava di ghiaia a cielo aperto. Gli enormi gradoni dell’ex sito estrattivo Cementir, che ancora segnano le pareti rocciose, sono però uno dei pochi habitat del Papilio alexanor, una bellissima farfalla striata. Per salvare dall’estinzione la curiosa farfallina (specie d’interesse comunitario strettamente protetta dalla Convenzione di Berna), il Parco delle Alpi Marittime (con il finanziamento di WWF Svizzera e della Fondazione Virginia Boeger e con il supporto tecnico scientifico del gruppo di zoologia dei Dipartimenti di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino) ha recuperato dal degrado l’area della vecchia cava.
Così, dopo il lavoro di bonifica e pulizia della zona dai vegetali esotici o invasivi, e dopo diffusione della pianta nutrice della farfalla -conosciuta come falso prezzemolo (Ptychotis saxifraga)- è nato il “sentiero delle farfalle”, che si inserisce nella bella rete di collegamento pedonale e ciclabile della bassa valle (il sentiero collega il Parco archeologico di Valdieri con la frazione Andonno e quindi con la Riserva naturale Grotte del Bandito nel Comune di Roaschia).
La Papilio alexanor, è una farfalla mediterranea che ha misteriosamente trovato in queste montagne un piccolissimo ambiente ideale. La falesia calcarea esposta a sud è un microclima caldo e secco che oltre alla celebre alexanor accoglie numerosi altri endemismi vegetali o animali (specie che normalmente non riuscirebbero a vivere con il clima rigido delle Alpi).
Devo dire sinceramente che io sono molto più ferrata sui vegetali che sugli insetti, per cui mi entusiasmo incredibilmente davanti ai ciuffi sempreverdi di Juniperus phoenicea (protetta da omonima riserva) o quando ho la fortuna di incontrare la mitica Saxifraga florulenta Moretti, la Potentilla valderia, Primula allionii la Campanula macrorrhyza, il Cardus litigiosus, il Crocus versicolor… Ecco, diciamo che questi li conosco, e li riconosco anche abbastanza bene. Per quanto riguarda invece le farfalle* ho dovuto impegnarmi molto di più….e vi assicuro che se già andare per monti e boschi tentando di riconoscere erbette&Co. è un’attività complessa, distinguere farfalle per me lo è ancora di più di più. La rarissima alexanor ha una collega praticamente identica per l’occhio non avvezzo, ovvero il Macaone (Papilio macaon). Penso sia un po’ come per il mondo delle borse di marca, dove ci sono le grandi firme e ci sono le “imitazioni pataccare” indistinguibili per chi non se ne intende 😉 Ora io non ho la più pallida idea di quale farfalla ho fotografato su questo bel cuscino di saponaria rosa -nel caso ci fosse qualche esperto in sala mi faccia sapere (la alexanor ha le striature in verticale ed è piccina giusto?).
In ogni caso, miei cari lettori, io ce l’ho messa tutta, e alexanor o macaon ho fotografato l’ineffabile -almeno una gran bella farfalla- e spero anche di avervi dato un’idea originale per una camminata sulle Alpi Marittime del mio bel Piemonte!
Aggiornamento del post: come speravo da giorni due lettori/entomologi giunti per vie misteriose su questo piccolo blog questa sera mi hanno segnalato che la leggiadra creatura qui fotografata appartiene alla stessa famiglia del macaone e dell’alexanor, ma si chiama Iphiclides podalirius. Grazie, grazie ora potrò chiamare la Bellissima con il suo nome corretto!
Il “sentiero delle farfalle” di trova in Valle Gesso nelle Alpi Marittime (a circa 20 km da cuneo).
Poco prima dell’abitato di Valdieri si incontra la piccola chiesetta di San Giovanni, lì accanto si può lasciare l’auto, attraversare la strada e fare tranquillamente il percorso a piedi (raccomandata attrezzatura da trekking e acqua in borraccia) o in mountain bike. Il sentiero è ben segnalato con apposite paline bianche e rosse, ma se si è poco pratici di queste montagne, o se si desidera fare un anello più ampio, magari con una Guida, consiglio assolutamente di rivolgersi al sito del Parco e in loco alle sedi di informazioni turistiche.
*Nell’area del “sentiero delle farfalle” si incontrano altri macrolepidotteri rari : Euchloe tagis, Celerio vespertilio e Proserpinus proserpina.
Ad uso e consumo dei lettori inserisco questa pessima fotografia di una cartina segnaletica presente in loco: l’anello lilla (quello piccolo a sinistra) è il sentiero delle farfalle, che volendo può essere inserito in un trekking più ampio che comincia o prosegue su altri sentieri.
N.B: come sempre tutte le fotografie sono MIE e non è consentito utilizzarle senza chiedere!
Francesca Vischioni dice
La farfalla delle foto si chiama Iphiclides podalirius , comunemente detto podalirio.
Betulla dice
Buonasera Francesca, grazie mille per avermi detto il nome di questa bella farfalla, provvederò immediatamente a segnalarlo sotto la foto e nel post. Grazie di cuore per la visita e per il commento!
Stefano Meraglia dice
Ciao. Ottima descrizione della zona e delle finalità della riserva. Apprezzo anche l’umiltà di ammettere di non sapere cosa hai fotografato 🙂 la farfalla della tua foto è una Iphiclides podalirius, della stessa famiglia dell’alexanor e del macaone.
Stefano Meraglia
Betulla dice
Caro Stefano, grazie mille per questo commento: sono giorni che spero che un lettore/entomologo capiti da queste parti per aiutarmi a dare una creatura così speciale il suo giusto nome!Quanto al sentiero è davvero molto bello e suggestivo, ne sono entusiasta, anche se come hai capito non distinguo le farfalle (ma ne apprezzo l’immensa grazia). Buona serata
Marianna dice
Buongiorno, potrei sapere indicativamente quanti km è lungo il percorso? Lo chiedo x sapere se è fattibile con dei bambini. Grazie mille!!
Betulla dice
Buongiorno Marianna, dovrebbero essere circa 4 km, la maggior parte su sentiero e strada sterrata (come vede dalle foto). Dipende dall’età dei suoi bambini, ma indicativamente penso che sia una camminata alla portata di tutti (almeno nella parte più bassa). Se pensa di farlo in primavera/estate raccomando di portarsi dell’acqua: l’area non ha sorgenti/fontane e le pareti di roccia sono molto calde (per questo le farfalle amano la zona). Ah, ovviamente calzature adeguate perchè la zona rocciosa ed esposta al sole e capita di incontrare qualche serpente. In ogni caso sul sito o all’info point del Parco delle Alpi Marittimi può trovare tutte le informazioni che cerca. Spesso vengono organizzati trekking con guide naturalistiche e attività specifiche per bambini. Buona gita in montagna!
Roberta dice
Buongiorno,
e’ possibile imboccare il sentiero dalle Grotte del Bandito ad Andonno? Grazie per la segnalazione di questo bel percorso lo faremo di sicuro con le bambine!
Betulla dice
Buonasera. Per rispondere meglio ho inserito in fondo al post la fotografia di una cartina segnaletica presente in loco: è piuttosto sfocata ma serve solo per fare capire che sì, è possibile imboccare il sentiero dalle Grotte del bandito ad Andonno! Poi bisogna proseguire fino all’abitato di Cialumbard, e seguendo la strada principale della borgata spostarsi oltre il fiume per attraversare la strada provinciale della valle gesso (è il puntino rosso sulla cartina, ma raccomando attenzione e prudenza perchè l’attraversamento è privo di strisce pedonali). In questo modo si raggiunger il versante del massiccio Rocca San Giovanni-Saben e poco oltre il Sentiro delle Farfalle. A maggior ragione se percorso con bambini ricordo di portare acqua e di indossare calzature idonee. Buona camminata, e buon divertimento, sono felice di avervi dato una buona idea!