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Non potevo non parlare qui anche dell’altro Natale di Piccole Donne, quello più bello e magico, un anno dopo. In questo libro è femminile anche il classico pupazzo di neve. La giornata in casa March comincia, appunto, con il benaugurate sorriso della Jungfrau (una dama di neve) fatta in giardino durante la notte e prosegue all’insegna di quelle cose insperate, in cui alla fine speriamo tutti: i piccoli, luminosi miracoli che sanno un po’ di romanzo, ma che su questa terra di delusioni portano sempre gioia e conforto!
E il miracolo più insperato e atteso, il ritorno del babbo dal fronte, è coronato da un delizioso “Pranzo di Natale”, gustoso e perfetto, magnificamente eseguito da Anna, la domestica di casa, nume tutelare e ottima cuoca per le quattro piccole grandi donne!!
Capitolo XIX
da Piccole Donne di L.M Alcott
“Prati Fioriti”
Il Natale si avvicinava ed i soliti misteri cominciarono a circolare per casa; Jo spesso spesso faceva andare in convulsioni di riso la famiglia, col proporre cose inaudite, grandi cerimonie in onore del Natale, che doveva esser quest’anno così allegro e felice. Anche Laurie era addirittura assurdo colle sue proposte; avrebbe desiderato dei fuochi di gioia, dei fuochi artificiali, degli archi di trionfo, ma, dopo molte piccole lotte, l’ambiziosa coppia dovette ritirarsi in buon ordine ed i due delusi se ne andarono girando con volti disperati, che erano però smentiti da grandi scoppi di risa ogni volta che si trovavano insieme. Il tempo fu per alcuni giorni mite e bello e la giornata di Natale prometteva di essere splendida. Anna disse che se lo sentiva proprio nell’ossa che quel giorno doveva essere «una giornata grassa» e fu veramente profeta perché ogni cosa fu un vero successo. Per cominciare il signor March scrisse che presto sarebbe stato fra loro; poi Beth quella mattina si sentiva meglio del solito e, vestita col regalo che le aveva fatto sua madre, una bella vestaglia rossa, fu portata da Jo in trionfo alla finestra per poter ammirare le offerte di Jo e di Laurie. Gli «invincibili» avevano fatto del loro meglio per essere degni del nome a loro dato, perché, lavorando la notte come degli spiriti,avevano preparato a tutti una comica sorpresa. Nel giardino era stata costruita una bellissima dama di neve, coronata di alloro, con un paniere di frutta e fiori in una mano, un cartoccio di musica nell’altra ed una poesia scritta su di una bandiera rosa che le spuntava dalle labbra. Quanto rise Beth nel vederla! Quante corse in su e in giù fece Laurie portando dentro i regali e che discorsi ridicoli fece Jo, mentre glieli presentava! — Sono tanto contenta che, se anche papà fosse qui, non credo che potrei desiderare altro al mondo! — disse Beth con un sospiro di soddisfazione, mentre Jo la portava nello studio, per farle assaggiare uno dei grappoli della bellissima uva che le aveva regalato la «Jungfrau». — Anch’io — soggiunse Jo battendo lievemente sulla tasca ove riposava il tanto desiderato racconto di Undine e Sintram. — Ed io? — disse Amy, non mai sazia di ammirare la bella copia della Madonna col Bambino che le aveva regalato sua madre. — Che cosa potrei desiderare io!— gridò Meg, accarezzando lievemente le pieghe del suo primo vestito di seta, che il signor Laurence aveva insistito per regalarle. — Ed io posso dire altrettanto!— disse la signora March, con gratitudine, volgendo lo sguardo dalla lettera di suo marito al volto sorridente di Beth ed accarezzando lo spillo formato di capelli grigi, dorati, castagni e bruni, che le ragazze le avevano allora allora appuntato sul petto. Qualche volta su questa terra piena di delusioni succedono cose insperate, che sanno un po’ di romanzo, ma che portano tanta gioia e tanto conforto! Non era ancora passata una mezz’ora dal momento in cui avevano detto che se il padre fosse stato là non avrebbero più nulla da desiderare, che quest’ultimo desiderio fu esaudito. Laurie aprì la porta dell’anticamera e mise dentro la testa assai tranquillamente; però egli avrebbe anche potuto fare una capriola o gettare un grido di guerra indiano,perché il suo volto era così pieno di eccitamento represso e la sua voce così giuliva mentre diceva quasi senza fiato: — Ecco un nuovo regalo per la famiglia March — che tutti saltarono su d’un balzo. Prima che la sua bocca avesse finito la frase, egli sparì ad un tratto ed in sua vece comparve sulla soglia un uomo alto, imbacuccato fino agli occhi, appoggiato ad un altro uomo alto, che cercò di pronunziare qualche parola senza riuscirvi. La confusione divenne generale e per alcuni momenti tutti parvero aver perduto il senno, perché successero le cose più strane di questo mondo. Il signor March fu reso invisibile dalla stretta di quattro paia di braccia. Jo si disonorò con un mezzo svenimento e dovette esser curata da Laurie nello stanzino delle medicine; il signor Brooke, come poi spiegò abbastanza incoerentemente, baciò Meg per isbaglio; e Amy, la dignitosa Amy, inciampò in un panchetto, cadde ruzzoloni a terra, ma non si curò di rialzarsi e stette là piangendo e abbracciando le gambe di suo padre. La signora March fu la prima a rimettersi ed alzò una mano dicendo: — Zitti tutti; ricordatevi di Beth. Ma era troppo tardi; la porta si apri ad un tratto, e sulla soglia apparve la figurina rossa; la gioia prestò forza alle deboli membra, e Beth corse dritta tra le braccia di suo padre. Non c’è bisogno di dilungarci su quello che accadde dopo: basti dire che i cuori traboccarono e che le lacrime di gioia portarono via tutta l’amarezza del passato, lasciando sola la dolcezza del presente. Ma non tutto fu romantico,perché una sonora risatali rimise tutti! Anna venne scoperta dietro una delle porte singhiozzante sul grasso tacchino che si era scordata di posare quand’era scappata dalla cucina. […]
Nessun altro pranzo di Natale sorpassò in bellezza e bontà quello che vi fu quel giorno! Il tacchino era un vero portento quando Anna lo portò a tavola; ben arrostito, ripieno e decorato magnificamente. Il plum-pudding si struggeva in bocca e le gelatine, di cui Amy si poteva finalmente beare, erano squisite. Tutto era buono e ben fatto; — Un vero miracolo, — aggiunse Anna — poiché il mio spirito era tanto agitato, signora, che è stato un miracolo ch’io non abbia arrostito il plum pudding invece del tacchino e non abbia riempito il tacchino di zibibbo, facendolo bollire poi nel tovagliolo. Il signor Laurence e suo nipote pranzarono con loro e così pure il signor Brooke, a cui Jo dava delle occhiate torve, con gran divertimento di Laurie. A capo della tavola erano due poltrone sui cui sedevano i due invalidi, che festeggiavano questo giorno con pollo arrosto ed un po’ di frutta. Naturalmente si fecero dei brindisi, si raccontarono aneddoti, si cantarono vecchie storie, «reminiscenze», come le chiamavano i vecchi della tavola, e tutti si divertirono immensamente. Una gita in slitta era stata già combinata da alcuni giorni ma le ragazze rifiutarono di lasciar loro padre e perciò gli invitati si ritirarono presto e verso il crepuscolo tutta la famiglia si riunì presso il fuoco. — Un anno fa brontolavamo che Natale sarebbe stato triste e noioso. Ve ne ricordate? — domandò Jo, rompendo una piccola pausa che aveva seguito un lungo discorso. — Tutto considerato non è stato un anno spiacevole — disse Meg sorridendo al fuoco…
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