Quando dici che una cosa è “americana quanto la torta di mele”, quello che stai realmente dicendo è che quella cosa è arrivata in questo paese da altrove e si è trasformata in una esperienza certamente americana.
John Lehndorff in As American as Apple Pie
Cari amici,
inauguro oggi il mio nuovo blog con una ricetta simbolo delle cose che si trasformano, che cambiano e che trovano una nuova identità senza scordare il proprio passato! Mi ha sempre fatto un po’ ridere l’espressione « as american as Apple pie ». Americano come una torta di mele, ma a me viene subito in mente che questo rappresentante zuccherato dell’orgoglio nazionale a stelle e strisce, come molti (dal baseball, agli hamburger, agli hotdog) arriva dritto dritto dalla cara vecchia Europa. Se pensate che in origine nel Nuovo Continente neanche c’erano mele commestibili (c’erano solo le cosiddette crablapple), vi renderete conto di quanta strada ha fatto questa umile Pie inglese prima di diventare il dolce americano per eccellenza, e anzi, riuscire a volare alta nei cieli di un simbolico in cui ogni americano riconosce un po’ quel che vuole.
Gli esempi si sprecano: dai soldati che di ritorno dalla seconda guerra mondiale dicevano di aver sentito la nostalgia di «motherhood and Apple pie» (quasi che mamma e torta fossero i due valori fondamentali in cui ogni americano dovesse credere), passando per il davanzale di Nonna Papera (Grandma Duck, personaggio creato da Al Taliaferro nel 1943) e per le mille canzoni folk che esaltano il buon dolcetto (una di queste del 1972, di Don McLean è diventata anche una celebre cover di Madonna nel 2000). Insomma, oggi, indiscutibilmente l’Apple pie rappresenta l’America! Ma come ha fatto un guscio di pasta ripieno di frutta ad avere tutto questo successo una volta attraversato l’Atlantico? Bene, l’American Dream n.1 dell’Apple pie si chiama Amelia Simmons. Le ricette di torta di mele abbondano in molti ricettari medievali del vecchio continente, ma la ricetta della prima Apple pie totalmente americana è stata scritta da tale Amelia Simmons, che nel 1796, ad Hartford, nel Connecticut, ha pubblicato il primissimo ricettario di cucina americana: American Cookery*. Cucina americana significa esattamente che le ricette di Amelia erano create appositamente per persone che in America ci vivevano, quindi utilizzavano tecniche e prodotti completamente differenti rispetto a quelli indicati dai classici ricettari inglesi. E ovviamente nel libro di Amelia c’è l’Apple pie:
«bollire lentamente e versare le mele, per ogni tre pinte grattare la buccia di un limone fresco, aggiungere cannella, macis, acqua di rose e zucchero a piacimento e cuocere nella pasta Nº 3.»
La “pasta Nº3” è un impasto fatto con : « Sei libbre di farina, 3 di zucchero, 2 libbre e mezza di grasso, (metà burro, metà lardo) 6 uova, 1 noce moscata, 1 oncia di cannella e 1 oncia di semi di coriandolo, 1 pinta di lievito di birra, 2 “gills” di brandy, 1 pinta di latte e 3 once di uva passa.»
Ora, quella che vi propongo oggi non è la ricetta filologica di Amelia Simmons, siccome però la signora la avuto un certo peso nel porre le basi della cultura americana (alcuni dicono che il suo American Cookery sia in realtà una seconda dichiarazione d’indipendenza – alimentare certamente!), mi piace dare alla mia Apple pie quei piccoli tocchi alla “Amelia” che la rendono particolarmente originale. Nello specifico: spezie e lievito nella crosta di pasta, e acqua di rosa sulle mele.** Detto questo, mi auguro di tutto cuore che il mio piccolo nuovo blog, come una qualunque Apple pie, riesca ad attraversare il mare evolversi, trasformarsi e crescere…
P.s: almeno vi piace questa nuova casetta?Ricordate che su Fb c’è un giveaway attivo per lettori golosi e buonissimi, basta condividere la foto con il nuovo indirizzo del blog!!! vi aspetto…
** Il libro di Amelia Simmons, (il cui titolo completo è American cookery: or, The art of dressing viands, fish, poultry & vegetables, and the best modes of making pastes, puffs, pies, tarts, puddings, custards & preserves and all kinds of cakes from the imperial plumb to plain cake, adapted to this country & all grades of life) si trova facilmente su Amazon in edizione facsimile per circa 6 dollari, oppure gratuitamente in ebook sul progetto Gutemberg.
** Come spiegato qui Amelia Simmons suggeriva nel suo testo la ricetta per una specie di precursore delle moderne bustine di lievito per gli impasti (“Prior to the late 1700s, the preferred lightness in baked goods was attained by beating air along with the eggs, or adding yeast or various spirits to produce a leavening. But by the first publication of American Cookery, Americans were adding pearlash -a refined form of potash, an impure potassium carbonate obtained from wood ashes, and a common household staple in the early American kitchen- to their doughs to produce carbon dioxide quickly. This was the forerunner of modern baking powders which were soon to revolutionize both home and commercial baking, here and elsewhere”).
APPLE PIE
Ingredienti (per una teglia rotonda da 23 cm di diametro):
Per la pasta:
125 burro
250 farina 00
3,5 cucchiai da minestra di acqua fredda
½ cucchiaio da minestra di aceto di mele
la punta di coltello di lievito in polvere per dolci
un pizzico di sale
un pizzico di cannella
un pizzico di noce moscata
Farcitura:
4 mele granny smith***
50 g di zucchero di canna
25 g di burro
1,5 cucchiaio da minestra di Maizena
1 cucchiaio di succo di limone
un pizzico di cannella in polvere
un cucchiaino di acqua di rose
per la doratura:
1 tuorlo d’uovo
1 cucchiaio di acqua
+Burro e una spolverata di farina per ungere la teglia
Procedimento:
1. Con un robot da cucina (o con la forchetta eh eh) sabbiare il burro con tutti gli ingredienti secchi.Incorporare l’acqua e l’aceto, rovesciare il composto sulla spianatoia e impastare a mano per ottenere una pasta omogenea e lisci. Avvolgerla in pellicola alimentare e fare riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
2. Preriscaldare il forno a 180°. Mescolare le fette di mela con lo zucchero di canna, la cannella e l’acqua di rose. Mescolare in una ciotolina la maizena setacciata con il succo di limone. Mettere il burro in una padella antiaderente e farlo fondere a fuoco medio, aggiungere le mele zuccherate, e farle dorare da entrambi i lati. Infine aggiungere il composto di maizena e succo di limone, e, mescolando continuamente fare cuocere per 5 minuti.
3. Togliere la pasta dal frigorifero,dividerla in due parti (una deve essere un po’ più grande dell’altra. Su una spianatoia infarinata stendere la parte di pasta più grossa in un disco dello spessore di circa 5mm. Il disco di pasta deve essere leggermente più largo rispetto alla teglia (2 o 3 centimetri oltre al bordo). Imburrare la teglia da 23 cm di diametro, infarinarla e stendervi il disco di pasta. Bucherellarlo con i rebbi di una forchetta. Coprire con un disco di carta da forno e con fagioli secchi.
4. Cuocere per 10 minuti circa la parte inferiore della torta. Sfornarla e riempirla con la farcitura di mele. Stendere la seconda porzione di pasta (anche questa deve avere un diametro leggermente superiore a quello della teglia). Incidervi la tradizionale decorazione a felce (la cui funzione è quella di fare fuoriuscire i vapori delle mele durante la cottura), oppure, se andate di fretta basta un semplice buco di 1,5 cm al centro della pasta. Con questo disco coprire la torta, pizzicarne i bordi in modo da sigillare i due dischi di pasta. In una ciotolina sbattere il tuorlo con l’acqua . Spennellare il composto sulla torta e infornare per circa 30 minuti.
Nota per servire: nel New England e nel Midwest, la apple pie è accompagnata da una fetta di formaggio tipo cheddar (meglio se “sharp”, ovvero acido) originario del Somerset inglese. Questo abbinamento deriva dalla tradizione britannica, importata dai coloni, di concludere il pasto serale con frutta e una fetta di formaggio. La classica Apple pie che abbiamo in mente noi, cioè con sopra una pallina di gelato alla vaniglia, è detta “à la mode”. Questa versione sembra essere nata al Cambridge Hotel, nella cittadina dello stato di New York dove un certo Charles Watson Townsend, che cenava regolarmente al ristorante dell’albergo, soleva ordinare una fetta di torta con il gelato. Una sera una signora seduta al tavolo vicino gli chiese il nome del dolce ed il professore disse su due piedi: «à la mode »!
***La mela Granny Smith (mela verde alla Mentadent), nella Apple pie divide gli animi. Per alcuni è da evitare, per altri è quella giusta, ideale per conferire alla torta un tocco acidulo e croccante. Si tratta di una una varietà di origine autraliana giunta in America di recente (negli anni ’70 del 900). Ovvio che per fare una ricetta vicina all’originale non bisognerebbe usare questa mela. Io comunque, alla prova dei fatti, amo molto la nota lemon che conferisce alla pie, per cui sono un’ adepta della verdissima Granny!
Giulia dice
A parte il fatto che l’apple pie è un dolce che adoro e ciononostante non ne ho mai preparato uno a regola d’arte (anche per mancanza dell’apposito stampo), non ho potuto fare a meno di fissarmi sul delicato decoro con cui l’hai impreziosita.
Per il resto – a costo di essere ripetitiva – ogni passaggio qui è un vero balsamo per lo spirito: il modo lieve ma acuto e competente con cui sai corredare le ricette di racconti, ispirazioni e note storiche rende il tuo spazio un piccolo gioiello in un panorama sempre più spesso desolante per contenuti ed originalità.
Allora, a quando un incontro vis-à-vis?
Un abbraccio
Betulla dice
Giulia carissima…anche io ho girato intorno all’Apple pie per un sacco di tempo! Forse la sua aura simbolica mi spaventava un po’ troppo…perchè invece alla fine è facile, e buonissima (e non serve alcun stampo specifico…io l’ho fatta con una teglietta da crostata)! Insomma, lanciati…esistono millemila varianti, ma secondo me comunque cadresti in piedi!!!Grazie di cuore per i complimenti, mi fa davvero piacere sapere che apprezzi i contenuti e tutto il lavoro che c’è dietro alle mie ricette! Grazie
Pinco Pallino dice
Che bello il nuovo blog!
Francesca dice
Betulla mia, Betulla cara. Stamattina, causa incontri infelici, riflettevo su come questa figura mistica del food blogger stia assumendo i caratteri del paradosso e spesso del ridicolo. Perfino io, che mi auguro di non appartenere a questa categoria di cui mi vergognerei, mi domando quanto sia rimasta fedele a me stessa e quanto invece mi stia facendo influenzare e logorare da quello che mi circonda. Con queste considerazioni che mi perplimono da 3 notti, leggo un post -il tuo – che mi riconcilia con il mondo e mi ricorda a chi vorrei assomigliare e a chi non vorrei essere minimamente associata. Detto questo e tornando a questo post meraviglioso, io vorrei dirti che la Apple pie farcita oltre che di mele anche della sua storia, sembra la più gustosa e meravigliosa che abbia mai avuto l’occasione di assaggiare. Ti scrivo da cell., ma ti confesso che in qualunque cornice ti trovi, il quadro è già meraviglioso così. Un abbraccio.
Emanuela dice
Dopo aver letto l’accorato commento della Caprino, non potevo non passare a trovarti, innanzi tutto la tua castta è deliziosa e sicuramente come la apple pie anche tu farai tanta strda perchè sei bravissima.
Sai che una vera apple pie non l’ho mai preparata nemmeno io …eppure ogni volta che ne vedo una mi innamoro sempre di più! A presto, Emanuela
elisa dice
quanto mi piacere leggere questi post.. tu sei sempre bravissima!
bella la tua nuova casetta!!
una abbraccio e a presto!
elisa
antonietta dice
Eccomi approdata or ora al tuo blog che non conoscevo. Confesso che, nonostante sia golosa di torte con le mele, non ho mai fatto l ‘apple pie, sempre alla ricerca della ricetta giusta. Ora rileggo il tuo post perchè tanto ricco di dettagli interessantissimi e poi passerò alla pratica! In bocca al lupo per il tuo blog
MONICA VANNONI dice
Ciao cara,
bellissimo il Blog, intimo e prezioso il tuo post e deliziosa, assolutamente da provare, la ricetta della tua Apple Pie dalla scorza croccante e cuore caldo, morbido e dolce.
In bocca al lupo per il tuo nuovo spazio web…spero di conoscerti presto di persona e…arrivederci a presto sulle nostre tavole.
Un abbraccio
Monica (Monicucci)
Paola dice
Che bello scoprire la storia della apple pie e che ha una versione fiorata. L’acqua di rose l’ho messa in ogni dove.. adesso devo provarla racchiusa in guscio in compagnia di morbide mele. Secondo me, si troverà a meraviglia 🙂
S&V a colazione dice
Ciao Betulla,
quando passo da qui so di trovarci una lettura piacevole tanto quanto le ricette che la condiscono. La nuova grafica è la cornice perfetta per questo spazio in cui mi fermo sempre volentieri, ma questo credo di avertelo già detto…
Un abbraccio,
V.
laely dice
Ciao cara, mi piace sí la nuova veste del tuo blog, e se riesco a orientarmici io vuol dire che funziona☺
Proverò la tua Apple pie, ma in casa ho delle renette, vanno bene lo stesso?
Un abbraccio
Ps sempre godibilissima la tua scrittura!