Sulle alpi cuneesi dove sono cresciuta le Langhe sono una terra mitica e lontana (fanno parte della stessa provincia, ma le differenze di paesaggio, vita e cucina sono incolmabili). Bene, dicevo appunto che le Langhe per i Cuneesi sono una terra mitica, quasi, anzi sicuramente più distante della vicina Francia (che è appena al di là dei monti). Le Langhe sono terre fertili, ricche e ondulate (zona collinare). Un Piemonte vicinissimo, eppure curioso, da esplorare per andare a comprare il vino buono direttamente nelle cantine dei produttori, oppure da gustare con appositi pellegrinaggi in improbabili, antiche trattorie di paese nascoste dietro milioni di curve. Per anni anche per me le Langhe sono state esattamente così…un luogo collinare dalla geografia incerta, vicino e lontanissimo, sicuramente patria di vini eccellenti, cibi opulenti e panorami mozzafiato. Ancora oggi non mi capacito che ladolcemetà sia nato proprio lì in mezzo a quelle colline…e che adesso Langhe&Roero siano un po’ anche casa mia!
Insomma, ormai le curve, le colline e la nebbia non sono più una cosa da esotica domenica autunnale…così nella mia sezione di Strada Panoramica non potevano mancare Alba e Barolo. Ne parlo insieme perché secondo me formano una coppia perfetta di cose da vedere in una sola giornata nelle Langhe. Da un lato Alba, la fiera del tartufo bianco e di tutte le eccellenze della gastronomia, dall’altro i vini migliori e più invidiati del mondo. Approfittando di amici ospiti a cui fare vedere queste zone, ho fatto la turista nella mia stessa regione…cosa sempre utile per praticare nuove prospettive.
Dunque, per organizzare al meglio la giornata di visita io consiglio assolutamente di arrivare ad Alba in mattinata: il cuore della manifestazione dedicata al Tuber magnatum Pico è il mercato Mondiale del Tartufo bianco d’Alba, ovvero un’area espositiva apposita allestita ogni w.e nel cortile della Maddalena. Praticamente qui ogni sabato e domenica vengono esposti per la vendita i tartufi provenienti alle colline piemontesi (si trovano i micro banchetti dei trifolao -cioè direttamente i cercatori), oppure gli stand di grandi negozi che tutto l’anno commerciano funghi e tartufi.
Tanto per rassicurare tutti quelli che fiutano fregature, ci tengo a dire che TUTTI i tartufi in vendita in quest’area sono controllati ogni mattina da un’apposita “Commissione di Qualità”, e che la stessa commissione rimane a disposizione dei singoli visitatori (è al centro del tendone) per controllare una seconda volta i tartufi acquistati con uno “Sportello del Consumatore”. La profumatissima fiera (l’ingresso costa 3 euro, ma se amate il tartufo sono ben spesi anche solo per “annusare”), è anche un piccolo concentrato di tutti i prodotti della tradizione enogastronomica e vitivinicola della zona. Insomma…l’ideale se volete vedere, ma soprattutto assaggiare il basso Piemonte in una mattinata. Nel capannone c’è anche un’area di degustazione vera e propria…ma sono più per fare un bel bottino, e poi uscire a mangiare nelle suggestive stradine della città.
A titolo di consiglio assolutamente personale penso che non si possa uscire dal cortile della Maddalena senza:
1. un tartufino bianco d’alba (in questo 2016, con quotazioni tra i 200 e i 450 all’etto quelli micro -per 2 persone- vanno dai 15 ai 25 euro. Per gli intenditori questi pallini di tartufi non sono altro che briciole olezzose, per i comuni mortali come me 25 euro di “odore” sono comunque un lusso estremo e sfrenato, ma se arrivate sino qui ad Alba non si può evitare).
2. una boccettina di olio al tartufo bianco di Inaudi Funghi (13,50 euro). Stand 11-12-18-19
3. una bustina di polvere di funghi per risotto e carne cruda, sempre di Inaudi Funghi (7,50 euro). Stand 11-12-18-19
4. un Panettone Galup (se riuscite cercate la limited edition Ciliegie Fondente). Stand 58
5. un sacchetto di Nocciole ReLanghe ricoperte di zucchero (6,50 euro). Stand 61
6. Una fetta di Raschera DOP . Stand 44
7. Una bottiglia di Moscato d’Asti DOCG. Stand 43-45
Come detto questa è semplicemente la lista dei miei acquisti imperdibili …poi nella fiera si trovano mille altre cose degne di nota, che però non mi hanno sconfinferato come quelle qui citate. Ovviamente non si può lasciare Alba senza un’abbondante scorta di Tajarin secchi, giallissimi e perfettissimi con il tartufo…ma come ho fatto con i miei amici io consiglio sempre quelli Alfieri, che si trovano più facilmente da un qualunque panettiere/alimentari della città che nella fiera.
Per un pranzo albese doc, in questo periodo è un fiorire di articoli dedicati alla ristorazione, e sinceramente non ne posso più de “i 5 migliori ristoranti di Alba”, per cui vi consiglio spassionatamente un bel piatto di ravioli del plin da Corino (Piazza Elvio Pertinace 10/a – 12051 Alba). Per il caffè poi imperdibile l’outlet Vergnano (Via Camillo Benso Conte di Cavour, 11), o la storica pasticceria Pettiti (Via Vittorio Emanuele, 25 ). Ah. Dimenticavo…gli Albesi chiamano la centralissima via Vittorio Emanuele Via Maestra: tenetelo presente quando chiedete indicazioni! Per il pomeriggio, e per sconfiggere gli sbadigli postprandiali c’è l’imbarazzo della scelta: o la bella mostra Regine & Re di Cuochi sulla cucina italiana d’autore (già vista alla palazzina di Caccia di Stupinigi questa primavera, e qui nella Chiesa di San Domenico – Alba dal Lunedì al Venerdì, ore 10.00 -12.30 | 14.00-18.00 Sabato e Domenica, ore 10.00 – 18.30); oppure Futur Balla sul futurista Giacomo balla alla Fondazione Ferrero (un po’ fuori Alba, strada di mezzo 44). Ovviamente le mostre e le attività in questo periodo dell’anno sono innumerevoli, così come è da considerare il “perdersi tra le torri albesi”… ma questo è quel che ho fatto io, ma consiglio vivamente di consultare il librino spiralato che viene fornito all’ingresso del cortile della Maddalena, per non perdersi nulla.
I pomeriggi dei w.e della Fiera del Tartufo sono davvero affollati, per cui ho preferito portare i miei ospiti sulle colline per vedere davvero la Langa, e le colline pettinate dalle vigne intorno a Barolo. A parte la difficoltà strabiliante di trovare un parcheggio (ok, il Barolo rende e non si può pensare di sacrificare terra da vigne per dei volgari parcheggi!), l’abitato è ormai un susseguirsi di enoteche, cantine -chic- dei produttori più blasonati, e di ristorantini. Bhe, diciamo pure che se vi ricordate il paese di Barolo qualche anno fa ora non lo riconoscerete: la deriva patinata e modaiola incombe sull’autenticità di un paesino sperduto e ben più piccolo della fama immensa del suo miglior vino. Detto questo, è bene andare oltre e mirare direttamente all’imponente castello, che oggi ospita un museo innovativo e bizzarro: il WiMu.
Ora, non immaginatevi il classico museo del vino, con storia, cavatappi, botti, grappoli e tini. Questa è roba moderna, avanguardista e interattiva. Per farla breve: è un museo leggero, didattico ed euforizzante. Si tratta di un percorso coloratissimo nel Vino: storia, clima, terra, arte cinema e cucina. C’è tutto: dai miti universali (menzione al geniale bar delle celebrità), a Giulia di Barolo e Silvio Pellico (che abitarono nel castello).
E infine anche un’enoteca, per gustarsi un bel bicchiere di Barolo prima di tornare a casa. Ora, io vi auguro di tutto cuore una giornata di nebbia…vedere le vigne colorate dall’autunno perdersi nelle brume della sera è un’esperienza mistica…quel che serve per predisporre lo spirito al ritorno a casa e ad una bella scorpacciata di tartufo (se avete comprato i tartufi ad Alba il loro aroma avrà, nel frattempo appestato la macchina)!
-Ora, anche se il suddetto librino spiralato sulla fiera del tartufo bianco d’Alba è zeppo di ricette stellate più o meno assurde, io penso che il tartufo vada gustato nella maniera più semplice possibile: o sui tajarin (freschi o secchi) o su un bell’uovo al padellino. Almeno a casa non credo meriti circondarlo di altre costose raffinatezze. La semplicità paga. C’è già il tartufo che costa. Voi che ne dite???
zia consu dice
Ci sono stata qualche anno fa in occasione di un incontro con vecchi amici…e pensa che ne a me ne a mio marito piaceva il tartufo! Adesso siamo dei veri amanti e tengo sempre in casa un olio d’oliva al tartufo bianco per impreziosire anche il piatto più povero!!!
Grazie x questo viaggio enogastronomico che mi ha fatto sognare..