Se c’è una cosa che il blog mi ha insegnato ad apprezzare è la “Bella Tavola”. Diciamo la verità, da giovincella nei musei ho sempre saltato a pié pari le sezioni di porcellane e arredi…e tutte quelle cose che nelle esposizioni finiscono sotto la vasta categoria di “arti decorative”: vetri, avori smalti, metalli, ceramiche e stoffe…(e probabilmente mooolto altro che al momento mi sfugge). Avevo sempre l’impressione di entrare dentro certe stanze di nonne e zie, con gli armadi ricolmi di stoviglie, trine, e cristalli: tutte cose che non riuscivano a raccontarmi niente di niente del tempo passato, e della Storia, che andavo cercando nella mia visita di un museo. Piano piano però, a suon di Storia dell’Alimentazione, e letture braudeliane, ho imparato ad apprezzare, e soprattutto, ad ascoltare i racconti di “civiltà materiale” che questi arredi custodiscono.
Insomma, sarà che curare un blog di cucina significa anche rappresentare il cibo, cioè metterlo in segna in maniera accattivante, elegante e appetitosa per chi legge, sarà che sono diventata grande…ma mi sono resa conto di quanto la preparazione della tavola sia complementare al pasto che verrà servito. Piatti, posate, fiori, saliera, candelieri e tovaglie dicono più cose del padrone di casa che un vicino chiacchierone.
La conferma di tutto questo è arrivata questa primavera, quando, grazie a Turismo Torino, ho potuto partecipare ad un interessantissimo laboratorio didattico dedicato, appunto, alla “Bella Tavola”. Nell’antico Castello di Castellamonte, il signor Tomaso, erede dei Conti Ricardi di Netro ha composto davanti ai suoi ospiti la mise-en-place di una tavola delle “grandi occasioni” secondo i ricordi famigliari e i dettami della vicina Corte Sabauda tra Otto e Novecento.

Oggetto dopo oggetto, la tavola bianca si è animata di aneddoti e personaggi, che con i loro gusti, hanno lasciato un’impronta significativa nella mise-en-palce tradizionale della famiglia. Come in uno spettacolo teatrale, il padrone di casa è riuscito ad evocare su un palcoscenico “di Fiandra” la mondana Costanza, Elisa, timida e riservata, e ancora Emilia, severissima, e molti altri personaggi che giungono davanti all’ospite a raccontare un bel mondo affascinate, e lontano.
Tovaglia bianchissima (cifrata!), piatti Richard, posate d’argento, tovaglioli ricamati, calici di cristallo…compongono come un’orchestra la sinfonia dell’arte del ricevere….e quando la tavola è finalmente apparecchiata e completa, sembra quasi di sentire un domestico in livrea che annuncia “Signora Contessa, il pranzo è servivo!”

Che dire, a me questo laboratorio è piaciuto davvero tanto, sia perché è stato l’occasione di visitare una delle tante dimore storiche piemontesi normalmente non aperte al pubblico, sia perché il padrone di casa è un regista sapiente, che ancorando gli oggetti delle collezioni di famiglia ad una narrazione affascinante, conduce l’ospite tra le raffinatezze luccicanti dei bei tempi andati.

Sono tornata a casa con una gran voglia di approfondire l’argomento, e di leggere qualcosa di più sul come un pasto e una mise-en-place possono esprimere il padrone di casa, e il suo pensiero nei riguardi dei suoi ospiti. Così mi sono letta A tavola! Gli italiani in 7 pranzi di Emanuela Scarpellini (laterza, 2012, 10 €), in cui il risvolto “sociale” della tavola è trattato molto bene. Il primo capitolo dedicato proprio al LUSSO DEI SIGNORI, è uno strumento utilissimo per decodificare un complesso sistema di regole e norme del pranzo nobiliare, almeno per una fanciulla leggiadra, che, pur non disdegnando certe nobili mense, consuma spesso i pasti su tovaglie a cuori e fiori, o su tovagliette all’americana di dubbio gusto e di ancor più dubbi colori!.(Menzione d’onore al montaggio filmico del libro…tra la scena del Gattopardo, e Il pranzo del vescovo di Giuseppe De Nittis, rende davvero cinematografica questa gran mangiata, lunga 7 pranzi.
Altra cosa bella che vi consiglio è di fare un bel giretto sul sito del Musée d’Orsay, tra le schede di questa bellissima mostra sulla Tavola del XIX secolo, presentata tra 2001 e 2002 nelle prestigiose sale dell’arredamento dell’antico hotel della stazione d’Orsay. Letture incantevoli e istruttive che consiglio con tutto il cuore.
Bene cari miei 25 amici, un Castello piemontese, lo Stato Unitario del 1861 a tavola, e il mio museo parigino preferito…anche oggi la gita sulla strada panoramica è stata intensa…
Alla prossima…
Ah, dimenticavo le info importanti, se volete organizzare una bella git in quel di Castellamonte (consigliatissima anche la visita alla cittadina, nota nel mondo per le sue straordinarie ceramiche e le sue bellissime stufe):
Nel 2017 il laboratorio sarà replicato sabato 1 luglio, alle ore 18 (ingresso al laboratorio e al castello 14 € a persona -25 € a coppia-).
Prenotazione obbligatoria info@artintour.net oppure 0119183679.
Castello di Castellamonte
Strada Castello 4
10081 Castellamonte (Torino)
www.artintour.net/la-bella-tavola
Video su you tube qui
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