Più volte qui sul blog ho parlato del mitico Bicerin, la bevanda in gran voga nell’ottocento in tutti i caffè torinesi. Fino a mezzogiorno il popolarissimo Bicerin era l’ordinazione più richiesta in tutti i bar della città. Insieme a lui, era abitudine consumare quelle che oggi chiameremmo “brioches”, o meglio “paste secche”, ma che all’epoca erano definiti genericamente Bagnati, perchè, appunto andavano immersi nel caffè, latte e cioccolato del Bicerin. I bagnati, in gran varietà, contribuivano a rendere particolarmente ricca e sostanziosa questa golosa colazione tutta torinese. Come forse ricorderete io ho potuto assaggiare più volte una Merenda Reale completa, o meglio, una di queste colazioni ottocentesche filologicamente corretta: Turismo Torino con una certosina ricerca d’archivio è riuscito a riportare alla luce le ricette, gli usi e i costumi dell’epoca, per cui, in una serie di locali storici della città (aderenti ad un rigido disciplinare) si possono anche oggi gustare questi autentici sapori d’antan. Ma torniamo ai nostri Bagnati…tra tutti quelli che ho assaggiato mi ha sempre fatto sorridere la storia del Biscotto Garibaldi. Premetto che nel vecchio piemontese con ben poco rispetto per l’eroe dei due mondi, garibaldin era sinonimo di grimaldello: il garibaldin a colazione era una fetta di pane imburrato, una cosa semplice semplice, che andava bene con tutto. Altro discorso per il Biscotto Garibaldi, che invece ha una di quelle adorabili storie da “dolce perduto” che vi voglio raccontare. Dunque, si dice che nel 1854 Garibaldi abbia visitato la cittadina di Tynemouth nel nord-est dell’Inghilterra (vicino a New Castle) ricevendo un’accoglienza molto calorosa (in realtà, mi chiedo io: dov’è che non è passato il nostro Giuseppe nazionale?). In ogni caso tale John Carr, produttore di biscotti, inventò questi dolcini e, come consueto al tempo, li dedicò al mitico rivoluzionario. L’azienda Peak Freans, commercializzò i Garibaldi in tutto il paese con grandissimo successo…tanto che dall’Inghilterra, il biscottone con uvetta si diffuse anche in Italia, diventando uno dei dolci più alla moda nei caffè del bel paese. Insomma, come non potevo non pensare al Biscotto Garibaldi, nella settimana della cucina dell’Unità d’Italia? (il calendario del Cibo Italiano dell’Aifb prosegue spedito, e questa settimana particolarmente interessante è curata dal Giulia)! É un biscotto talmente emblematico: lestofante, esterofilo, nazionalista, navigatore, santo e poeta…che ci rappresenta un po’ tutti, italiani e garibaldini!
Qui (Long live the garibaldi!) e qui potete leggere qualcosa in più sulla la storia dei Garibaldi’s Biscuits. Ah…ovviamente sono dei biscotti davvero buoni, energetici (per l’uvetta) ma leggeri…Se comincerete a farli le varianti sono infinite…
Garibaldi Biscuits by Artist Ralph Steadman
BISCOTTO GARIBALDI
Ingredienti:
220 g di farina 00
50 g di burro
50 g di zucchero di canna (più quello necessario per cospargere la superficie)
2 tuorli (+ un bianco d’uovo)
40 g di latte
150 g di frutta disidratata (miscelare a piacere uvetta sultanina, uva cile, cranberries)
6 g di lievito chimico per dolci
la scorza grattugiata di mezzo limone
un pizzico di sale
2 cucchiai di rum
2 cucchiai di confettura (di albicocche, mirtilli o fragole)
Procedimento:
-Accendere il forno e portarlo a 180°.
-Sciacquare diverse volte sotto l’acqua tiepida la frutta secca, poi metterla in una scodella coprendola con due cucchiai di acqua fredda e due cucchiai di rum.
-In una ciotola mescolare la farina, il lievito, lo zucchero, la scorza grattugiata di limone e un pizzico di sale con il burro freddo tagliato a cubetti. Mescolare con la punta delle dita per avere un impasto sabbioso. In un’altra ciotola mescolare con una forchetta i tuorli con il latte intero. Unire questo composto a quello della prima ciotola e impastare sino ad avere un impasto elastico e omogeneo. Trasferire l’impasto sulla spianatoia ben infarinata e stendere con il mattarello cercando di dare alla sfoglia una forma rettangolare.
-Scolare bene la frutta disidratata, e mescolarla a due cucchiai di confettura di albicocca (o di mirtillo o di fragola).
-Spargere sopra metà del rettangolo di sfoglia il composto di frutta e confettura, ricoprire con l’altra metà di impasto e assottigliare delicatamente con il mattarello ad ottenere nuovamente un rettangolo. Rifilare un poco i bordi ottenendo un rettangolo, quindi, con un coltello affilato tagliare piccoli rettangoli di circa 3 cm x 7 cm.
-Trasferire i biscotti nella teglia da forno, spennellarli con un bianco d’uovo sbattuto e spolverizzare con zucchero semolato.
-Cuocere nel forno preriscaldato a 180° C a metà altezza per 12-15 minuti.
Giulietta | Alterkitchen dice
In questa settimana non poteva proprio mancare il biscotto Garibaldi! Pensa che io invece la merenda reale completa ancora non sono andata ad assaggiarla, ma inutile dirti che me ne hai messo una gran voglia!
Grazie per il tuo contributo e per aver raccontato la storia di questi biscotti.. davvero adorabile!
Ora non mi resta che provare a farli, visto che sono assolutamente nelle mie corde 🙂
Grazie ancora!
Patty dice
Splendido, splendido e incredibilmente nostalgico questo biscotto.
E come mi sarebbe piaciuto sedermi ad uno di quei caffè all’epoca.
Davvero un bellissimo post cara Betulla!
Pat
zia Consu dice
E’ la prima volta che vedo questi biscotti ed ho già l’acquolina..le mani fremono per affondare nell’impasto (in punta di dita naturalmente !) 🙂
Grazie x la ricetta carissima e felice settimana <3
speedy70 dice
Fantastici, che biscotti golosi, grazie della ricetta!!!!