Come sapete la sezione travel del mio blog è un po’ sui generis…si chiama appunto “strada panoramica” perchè quando viaggio me la prendo con molta calma: mente aperta e cartina alla mano, senza Tom Tom, quasi sempre senza connessione e senza simultaneità. Motivo per cui il racconto del mio Capodanno sull’altopiano di Pinè arriva in ritardo. Non voglio tanto farvi vedere che ci sono stata, o dirvi “per filo e per segno” tutto quel che ho fatto, quanto invece farvi sapere che esiste questo luogo meraviglioso. Comincio col dirvi che amo le montagne, ovunque siano nel mondo. Mi fanno sentire con le spalle protette, mi aiutano a sapere dove sono il sole e la luna, a che punto del giorno o della notte mi trovo. Orientano il mio cuore e i miei sogni… Sono cresciuta sulle Alpi piemontesi, per cui sono una che apprezza tutto, aria, neve, cibo, boschi e ruvidezze della vita in bilico sui cucuzzoli. Detto questo, dopo ben 7 anni di non-veglioni a suon di tisana e caminetto acceso su cui abbrustolirci i piedi, la dolce metà ha suggerito una parentesi natalizia sui monti del Trentino. Tre giorni a Baselga di Piné, luogo di molte vacanze della sua infanzia.
Così sul finire del 2015, armati di maglioni e scarponcini, siamo partiti verso questo piccolo comune meno noto rispetto ad altre mete trentine, forse per mancanza di impianti di risalita o di altre attrazioni “modaiole”. Naturalmente, se ve ne parlo qui è perchè sono semplicemente entusiasta di questo paesone tranquillo, addormentato sui bordi di un bel lago alpino. Il Trentino che avevo visto fin’ora aveva sempre un non so che di patinato, una certa perfezione “da gerani rossi alle finestre” poco autentica. Nell’imperfetta perfezione di Baselga mi sono ricreduta. Questo non è il “paese dei canederli”, delle case di legno, e dei prati verdi costellati di masi e di mucche. Oltre agli stereotipi (veri o presunti del Trentino) ho trovato una realtà semplice, accogliente e davvero rilassante. Questo è un classico comune di montagna, probabilmente nutrito un po’ troppo dalle glorie (e dal cemento) del turismo anni ‘60; ciò nonostante è un centro abitato vivo e curato, non abbruttito da condominii mostruosi o da legioni di case vacanza chiuse. Oggi comunque si trova al centro di un turismo che definirei green (oppure sano), fatto di sportivi, di amanti della natura e di famigliole in cerca di quiete. Io mi sono innamorata del suo grande lago (ghiacciato in questa stagione, perchè siamo a 967 mt s.l.m). Ed è da qui che comincio nell’elenco di cose da fare assolutamente a Baselga di Piné in inverno:
1. Ascoltare il canto del lago ghiacciato.
Preciso che intorno al lago c’è una passeggiata incantevole. Se come me, la farete mano nella mano con la vostra metà sarà ancora più bella. Preciso anche che in ogni dove troverete cartelli che mettono in guardia sui pericoli del ghiaccio e dell’acqua freddissima. Rispettateli, ovviamente, ma gustatevi anche il panorama mozzafiato e le numerose panchine sulle sue rive. In una delle pause sbaciucchine su una di esse, abbiamo cominciato a sentire suoni celestiali…o meglio, suoni interstellari. Io, suggestionata dal recentissimo Star Wars, ho dedotto che si trattasse di una guerriglia con spade laser nei boschi vicini. Poi ho realizzato di non essere a New York, o in una puntata di Castle, e mi sono rivolta all’onniscente web. Così ho scoperto che un sasso lanciato in un certo modo sulla superficie di un lago crea una propagazione di suoni incredibili, misteriosi e affascinanti. Insomma, forse per il discreto numero di persone a passeggio (o di lanciatori di sassi) in questi giorni di vacanza, comunque il lago ha cantato tutto il tempo della nostra camminata sulle sue rive. Meraviglioso!(se volete potete ascoltare qualcosa di simile qui).
Lago di Baselga di Piné (ghiacciato)
2. Pattinare su una pista olimpionica.
A Baselga c’è uno stadio del ghiaccio con un anello olimpionico di 400 mt aperto al pubblico. Io ho imparato a pattinare su una pozza gelata di 2metri x2, al cui confronto questo è il paradiso in proporzioni da stadio. Merita anche andare semplicemente a vedere gli atleti che vi si allenano al mattino, talmente sinuosi e veloci da sembrare futuristici uomini volanti.
Immagine tratta da visitpinecembra
3. Pasto al ristorante “I 2 Camini”.
Questa locanda mi ha rapito il cuore. Franca Merz e il suo preparatissimo staff ci hanno coccolato con una cucina deliziosa, creativa e gustosa, se pur leggerissima. Mentre in tanti locali la tradizione regionale diventa un triste stereotipo gastronomico, qui è semplicemente un trampolino per volare verso dimensioni più contemporanee della ristorazione. Le materie prime dell’altopiano pinetano sono trasformate in piatti eccellenti, equilibrati e molto sani (Franca è straordinariamente attenta alle intolleranze, all’alimentazione vegana e vegetariana, e all’uso di materie prime biologiche).
Franca Merz, Chef Patron della Locanda
Insomma, ci fai il cenone e dormi come se avessi mangiato minestrina. Per me non c’è complimento migliore. Senza contare la presenza di pane preparato con lievito madre, di una carta dei vini adorabile, e di birre davvero interessanti. La locanda in realtà è anche un bell’albergo, in cui la proprietaria (niente affatto gelosa dei suoi segreti) organizza corsi di cucina a tema e serate degustazione apprezzatissimi (i celebri #incontridigusto). Ah, ovviamente ci sono due bei camini accesi che scaldano la sala e il cuore…per cui, anche quest’anno, io&Ladolcemetà abbiamo tenuto alta la tradizione del brindisi a tisana con bacetto davanti al fuoco allo scoccare della mezzanotte.
Scoiattolo che accoglie i clienti della locanda
4. Visita a Miola Paese dei Presepi.
Una delle frazioncine di Baselga, Miola è diventata famosa negli anni per la presenza (in periodo natalizio) di bellissimi presepi. Gli abitanti del paesino li preparano nei sottoscala, nelle finestre delle stalle, sotto antichi portici, accanto alle fontane. Tutti con semplicità, contribuiscono a trasformare questa manciata di casette in una comunità raccolta intorno alla bellezza della natività. Andateci nel tardo pomeriggio, e gustatevi l’atmosfera di luci soffuse, e magari anche un bel vin brulé (P.s: nelle strutture ricettive e nei negozi è disponibile una cartina con gioco da fare insieme ai bambini. Noi l’abbiamo fatto da adulti, ed è comunque molto divertente. Motivo per cui, tra tutti quelli visti vi allego la foto del nostro presepio preferito: quello fatto di Lego! Qui il programma completo della manifestazione con intrattenimento e mini-mercatino.
5. Passeggiata al Laghestel.
Laghestel è il nome di un’area protetta intorno a quello che era un piccolo lago alpino. Nel tempo il lago è diventato un biotopo tutelato dalla legge provinciale, e uno dei rari esempi di palude montanara sopravvissuta all’intervento dell’uomo.
Areale impaludato e coperto di canne del Laghestel (Baselga di Piné)
La zona umida, con una superficie di circa 6000 metri quadrati è al centro di un’area di straordinario interesse naturalistico. La camminata ad anello dura circa due ore, e si svolge quasi interamente nei boschi di pini, su un sentiero ben segnato e con dislivelli minimi. Iniziare l’anno nella luce e nel silenzio di questi boschi è stato un regalo indimenticabile. (Per informazioni più precise sull’itinerario consultare la pagina di Visitcembra).
Vista sul Laghestel dalla casetta per gli avvistamenti
6. Souvenirs Golosi imperdibili
Zìrele
Coloratissime caramelle tipiche trentine aromatizzate con spezie ed erbe officinali (da provare cannella e garofano)! Immaginate un carbone della befana ma fondente e profumatissimo. Cubettini di zucchero per portarsi a casa il sapore dei prati e dei boschi del Trentino.
Ghimpen Mat
Amaro a base di erbe del sottobosco di Pinè, che deve il suo nome a una specie di mago e botanico vissuto sull’altipiano nell’Ottocento. La ricetta è ancora quella originale di questo bizzarro figuro, amante delle erbe e dei medicamenti naturali. In più la bottiglia è bellissima, perchè reca l’immagine di un bel ciuffolotto cinguettante (qui ho letto la sua storia curiosa).
Il Kit Chef della “Locanda dei 2 Camini”
Il ricettario della locanda, il grembiule, la shopper di stoffa e due confetture artigianali a scelta (disponibili anche sullo shop del locale).
Mancava la neve…per il resto c’era proprio tutto quel che una betullina può desiderare in vacanza… A presto Baselga!!
Franca Merz dice
cara Betullina, grazie del tuo entusiasmo nel descrivere il posto dove vivo. Grazie di aver apprezzato la mia casa e la mia cucina! Baselga e la Locanda 2 Camini ti aspettano presto….se puoi….. per farti vedere la primavera……
Teresio Balbo dice
Che bella presentazione del luogo e dell’albergo ristorante! Noi conosciamo la Locanda 2Camini è proprio come la tua descrizione! È il posto dei golosi! Bravissima!.
Lucia dice
Questo Betulla tour mi piace da morire, tanto quanto il Trentino e la montagna in generale! Mi appunto il tuo elenco-viaggio per la prossima vacanza sulle cime. Qual più bella emozione del guardare un lago di ghiaccio immaginando danze impossibili e lasciandosi cullare dal suo silenzio melodico?!
Hai ragione, ci sono paesaggi che meritano di essere visti e capiti, per tornare con le emozioni nel cuore bisogna partire con la voglia di sorprendersi, come hai fatto tu! Un abbraccio a te Bi, forte come il vento sulla cima.