Una delle mie fisse degli ultimi mesi è lo studio delle piante officinali. “Le erbette”, come le chiamo io, hanno un giorno tutto dedicato a loro. Ogni sabato mattina, armata di zainetto, e pazienza prendo un treno tossicchiante verso un mondo incredibile: aromi, botanica, essenze, classificazione, usi, pericoli, coltivazione delle erbe. Questo per dire che da quando per me le erbette non stanno più soltanto nelle tisane, cerco di imparare il loro nome e cognome, cerco di conoscerle, riconoscerle, incontrarle (e magari usarle in cucina). Poi però, dato che sono una inguaribile curiosa, vado a leggermi le schede botaniche di ogni piantina (che è un po’ come andare a ficcanasare su un facebook dei vegetali). Si scoprono cose meravigliose e bizzarre (che aiutano anche a ricordarsi di loro). Un esempio??? Il lampone, comunissimo e delizioso, ha un nome scientifico affascinante: Rubus idæus. Bhe, rubus, chiaramente dal latino ruber, cioè rosso, il colore dei frutti. Ma quell’idæus??
Il nome scientifico della specie deriva dal Monte Ida, vicino a Troia, nell’attuale Turchia. Secondo Dioscoride le pendici della montagna erano particolarmente ricche di questa specie. Piccolo particolare: il Monte Ida non è proprio una “montagnola” qualsiasi: è la montagna dell’Iliade. Tutto comincia, (e finisce) lassù. Ai piedi dell’Ida viveva uno dei figli del re troiano Priamo, Paride. Alla sua nascita la madre Ecuba aveva sognato di generare un tizzone ardente che bruciava l’intera città. Gli indovini interpretarono il sogno come un sinistro presagio: il nascituro avrebbe provocato la rovina della patria, per cui conveniva eliminarlo. Abbandonato sulla montagna il piccolo viene però nutrito da un’orsa, fino a che un pastore non lo trova e lo tiene con sé. Ormai cresciuto Paride si trova al pascolo sull’Ida quando Ermes si reca da lui a capo delle tre bellissime dee Era, Afrodite e Atena. Chiamato a giudicare quale fosse la più bella delle tre, il giovane pastore sceglie Afrodite. In cambio la dea gli promette l’amore della più bella delle donne. Il “giudizio di Paride” innesca il conflitto: nel mondo divino scatena la gelosia delle altre due dee; mentre in quello umano Paride si innamora di Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, e non esita a rapirla. Comincia così la lunghissima guerra tra greci e troiani… Sappiamo tutti come andò a finire… ma magari non tutti sanno che per annunciare la vittoria dei Greci sui Troiani venne fatto accendere un enorme falò proprio sulla cima dell’Ida, primo di una catena di fuochi accesi via via sui principali rilievi della troade e della Grecia per portare la notizia sino alla lontana madrepatria. Il cerchio dell’Iliade su chiude dove tutto era iniziato, sull’Ida, montagna di antichi eroi, e di lamponi.
p.s: fidatevi, immaginare Paride che mangia terrina di coniglio all’aceto di lamponi cancella ogni rancore scolastico verso l’Iliade.
p.p.s: ultimi tre giorni per iscriversi al mio Sorteggio!!!dai…
ACETO ai LAMPONI
Ingredienti:
1lt di aceto di vino bianco
500/600 gr di lamponi freschi
Procedimento:
Lavare velocemente i lamponi sotto l’acqua fresca. Asciugarli con molta delicatezza tra due fogli di carta assorbente. Mettere i lamponi in un bel vaso dalla bocca larga, coprirli di aceto (se l’avete inserite uno di quei “ragnetti di plastica”che si usano per tenere a mollo i sottolio). Chiudere bene il vaso e lasciare macerare per 10/15 giorni in un luogo fresco e lontano dalla luce diretta del sole. Ricordarsi di andare a scuotere un po’ il vaso almeno una volta al giorno. Trascorso questo tempo filtrate il tutto attraverso un colino, poi attraverso una mussola di cotone (o quei comodissimi imbutini di carta per filtrare i liquori che si trovano in farmacia!). L’aceto aromatizzato è pronto per essere usato (ideale nelle macedonie, per la marinatura del pesce, anche se la cucina classica lo vuole accanto al coniglio!!).
TERRINA DI CONIGLIO
n.b:la terrina deve cuocere a bagnomaria, quindi attrezzatevi con una teglia da plumcake da 24 cm e un un po’ più grande, tipo teglia per lasagne.
Ingredienti:
300 g di coniglio (polpa)
50 g di pane bianco (+ il latte necessario a coprirlo)
2 dl di panna
2 uova intere
150 g di brunoise di verdure (io ho usato zucchine carote, sedano…ma potete variare a gusti)
sale, pepe q.b +olio per ungere la teglia e pangrattato per spolverizzarla.
-una carota, e due zucchine da tagliare con il pelapatate e poi sbianchire per servire il piatto.
Procedimento:
-Lavare bene e pulire le verdure scelte per la brunoise. Tagliarle a dadini piccolissimi. Portare a ebollizione un pentolino d’acqua. Sbollentare la brunoisevelocemente (circa 3 minuti). Scolare con l’aiuto di un colino a trama fittissima e tenere da parte.
-Mettere il pane bianco in una tazza e ricoprirlo di latte.
-Nel cutter (solita Moulinetta o Robotda cucina) mettere la polpa di coniglio e tritarla molto fine (procedere a impulsi). Mettere la carne in una terrina capiente. Strizzare il pane bianco dal latte, e passarlo al cutter. Unire il pane tritato alla carne di coniglio. Mescolare bene con una forchetta, e piano piano unire 100 ml di panna liquida. Aggiungere le due uova, la brunoise di ortaggi, aggiustare di sale e pepe. Il composto deve essere omogeneo e liscio. Montare i restanti 100 ml di panna, e unire delicatamente.
-Accendere il forno e portarlo a 180° (ventilato).
-Ungere con cura la teglia da plumcake da 24 cm, poi spolverizzare di pangrattato. Rovesciarvi il composto per la terrina. Lisciare bene e spolverizzare con poco pangrattato. Mettere la teglia della terrina in una più grande (tipo lasagnera). Versare in quest’ultima un po’ d’acqua per preparare il bagnomaria. Infornare e fare cuocere per circa 50 minuti. Regolarsi con la prova stecchino (che deve uscire bello asciutto).
Fare riposare una notte in frigorifero prima di sformare girando la terrina su un piatto di portata. Si può servire anche a fette (a temperatura ambiente mi raccomando), appoggiando su qualche listarella di zucchina o carota sbollentata per 2 minuti in acqua bollente. Portare in tavola con una macinata di sale Nero di Cipro, qualche goccia di aceto ai lamponi e un filo d’olio extravergine d’oliva.
Any dice
Ecco, un'altra volta i nostri gusti culinari s'incontrano.
Io adoro la carne di coniglio. A casa mia si mangia da sempre, da quando ero piccola.
Lo cucino sempre molto volentieri in vari modi, ma la terrina mi manca.
L'aceto ai lamponi mi manca pure. Lo conoscevo per sentito dire, ma non l'ho mai fatto ne usato. Tu con cos'altro lo abbini?
Bella ricetta, come si fa a non piacermi?
Giovanna Bianco dice
Mi piacciono queste tue passini per le erbe così mi dai la possibilità di conoscerle. Il coniglio a casa mia piace tantissimo e la tua proposta è invitante. Ottima!!!
Betulla dice
Carissima Any…l'aceto di lamponi è davvero versatile, richiede poco impegno prepararlo e puoi usarlo in molti piatti. Anche una semplice insalata (tipo valeriana, lattuga e radicchio rosso) diventa un po' speciale condita con questo retrogusto di frutti rossi. Anche la terrina è molto veloce da fare (e mi sono dimeticata di scrivere che il coniglio si può sostituire con altre carni, come il pollo). Io la trovo un antipastino delizioso, e poi mi piace tantissimo il fatto che la si può preparare la sera prima.
Ros Mj dice
Carissima Betullina, ancora più forte posso dire che sono felice di averti incontrata. Hai scritto un post bellissimo. Primo, amo le erbe, le annuso, le cerco. Hai visto il Museo delle Erbe di Sansepolcro (AR)? Io l'ho trovato incantevole. Sul mio blog ci sono anche le foto. Secondo, adoro le storie mitologiche!! L'antica Grecia, patria della filosofia…ho un'attrazione fortissima per questi argomenti, come forse avrai intuito. Terzo: vivo di fissazioni anche io :-D. E vogliamo parlare di questa ricetta…sublime!! Ma dove eri nascosta, mia nuova amica :-D???? Un grosso bacio e buon fine settimana P.S.: domani aggiorno il blog-roll e ti inserisco. Non voglio correre rischi di perdermi altri post :-))))
speedy70 dice
Questo aceto di lampoi è una favola cara Betulla, e poi con una terrina così gustosa, hai davvero fatto bingo, bravissima!!!!
Cristina D. dice
Che interessante anche questo post, Betulla ! Imparo un sacco di cose da te. Anch'io amo le erbe spontanee ma ne conosco poche e non mi fido a fare l'autodidatta che sperimenta ! Sia mai che faccia la fine del tipo di "Into the road" !
Betulla dice
ahhh, mi ricordo quel film…la fine bruttissima del ragazzo di "Into the wild"mi aveva terrorizzata.Anche se devo dire che la lezione del corso che sto seguendo sull'uso improprio delle piante (e casi clinici annessi) non è stata da meno. Alla fine mi sono resa conto che la raccolta delle erbe spontanee è meglio che rimanga una bella fantasia…Nella realtà molto meglio conoscere bene e usare le erbe coltivate (e anche così c'è qualche principio attivo che sfugge). Insomma…non è sempre vero che se una cosa è naturale non fa male…la natura sa essere splendida e spietata, ma noi ce ne dimentichiamo spesso!!
grazie per essere passata di qui!
Betulla dice
Ti assicuro che è davvero facilissimo da prepare…anche se si ha poco tempo o poco spazio (io ho sempre l'idea distorta che per certe preparazioni servano cucine d'altri tempi, con caminetto, focolare, girarrosto, tavolacci spaziosi e cantina vicina-per avere quel mistico spazietto al riparo dalla luce in cui fare riposare le conserve)!Qui invece basta un bel vaso. I primi lamponi stanno facendo capolino sui banchi dei mercati…provaci, vedrai che bella soddisfazione! (e poi vuoi mettere quel colore rosso!!!)
Betulla dice
Questa terrina è uno dei miei cavalli di battaglia. é un bell'antipasto, delicatissimo e sempre apprezzato…senza contare che variando i tipi di verdura (ad esempio puoi mettere anche i piselli), otterreai risultati sempre diversi!!!!
Betulla dice
heilààà Ros…ma che bella la spontaneità!!!Grazie di tutte queste belle parole!!!Sai, la Grecia ha un pezzettino del mio cuore…e anche la mitologia classica…e le erbe e la cucina(per fortuna che ho un cuore grande, perchè se lo contendono tantissime cose che mi piacciono!!). E alla fine sono affascinata dall'aspetto narrativo che c'è nel raccontare un piatto…per questo mi metto a scrivere quello che c'è dietro…quello che mi ha portata fin lì (anche se a volte si tratta di sentieri un po' impervi)!!
Il Museo delle Erbe purtroppo mi manca…non ci sono mai stata…anche se ovviamente vado matta per gli erbari antichi!
un caro abbraccio Amica Ros,
questa sera apprezzo ancora di più le immense possibilità di conoscenza e condivisione che ci da la rete…(non sarebbe stata la stessa cosa comunicare con falò, piccioni, messaggeri o pergamene)!
a presto
Ritroviamoci in Cucina dice
Che bel piatto!
Noi compriamo spesso la carne di coniglio e questa mi sembra un'ottima idea.
PS Io di piante non ne capisco un fava (per rimanere in tema botanico)