In questo periodo, nei prati di montagna, si vedono spesso delle persone chine a raccogliere erbe spontanee. Le più simpatiche sono certe signore anzianotte che raccolgono tarassachi ed erbette mettendoli direttamente nel grembiule che tengono legato in vita. Alzano i due lembi davanti e si ritrovano con un comodo marsupio per portare a casa i vegetali. Le insalate, le frittate e i risotti di questo mese hanno un sapore tutto speciale…un sapore di primavera, di risvegli, di germogli e di verde. Quindi ecco una frittatina che si fa dalle mie parti…il sapore caratteristico è dato dagli S-ciupét (che sono i germogli di una pianta di campo che in italiano si chiama Stridolo e latino Silene Inflata)*; io poi ci ho aggiunto la Quinoa e due cucchiaiate di petali di malva (secchi, perché ovviamente non sono ancora fioriti). Ah, dimenticavo…in Piemonte la frittata si mangia con qualche goccia di un buon aceto di vino rosso: una delizia…Provare per credere.
*Gli stridoli sono una pianta spontanea diffusissima in tutta Italia (cresce tra 0 e 1300 mt di altitudine nei prati, nei boschi radi e al margine dei sentieri). Sono molto semplici anche da coltivare (le bustine di sementi si trovano facilmente), perché si tratta di piantine rustiche e vigorose. Solo in Piemonte si contano almeno 14 nomi differenti per la stessa erba: s-ciupèt, s-ciupàt, ciuchin, sunajèt, urije ‘d levr, urigia ‘d levra, varsola, erba s-ciupetta, cujèt, sgruzet, scherza, eiclupèt…Che fantasia eh?
FRITTATA DI STRIDOLI, QUINOA e MALVA
Ingredienti: (come antipasto per 4 persone)
100 g di s-ciupèt (a crudo)
60 g di Quinoa
50 g di formaggio grattugiato
4 uova
2 cucchiai di petali di fiori di malva secchi
sale, pepe nero e olio extravergine d’oliva q.b
Procedimento:
– Sbollentare gli s-ciupét puliti in acqua bollente per circa 3 minuti. Scolarli, farli raffreddare, poi tritarli finemente su un tagliere con il trinciante o la mezzaluna.
-Sciacquare bene i grani di quinoa in acqua fredda (fino a che l’acqua nel contenitore non è limpida). Farla cuocere in acqua bollente leggermente salata (cuoce in 12 minuti circa, comunque fino a che i grani non si aprono formando un cerchiolino chiaro). Scolarla bene con un colino.
– In una terrina sbattere le uova, aggiungere sale e pepe, il formaggio, infine incorporarvi gli s-ciupèt tritati e la quinoa. Scaldare l’olio in una padella antiaderente, e quando è bollente versare il composto. Lasciare cuocere per 5 minuti, poi girare la frittata e cuocere anche l’altro lato. Servire tiepida, o fredda, a fette con qualche petalo blu-viola di malva, e poche gocce di aceto di vino rosso.
Giovanna Bianco dice
Molto buona, la quinoa nella frittata ci sta benissimo. Ciao.
Pinco Pallino dice
Interessante: non credevo che la malva si usasse anche in cucina. Io sapevo solo che andava abnormemente di moda nel "decennio malva" (1860-70), quando i chimici scoprirono come sintetizzarne il colore e dunque lo si usava dappertutto. Una ricetta così allora avrebbe fatto furore nei caffè parigini…ma anche oggi dopotutto! 😉
Cristiana Valeria dice
Gli stridoli non credo ci siano qui da noi…troppo caldo e troppo bassi, ma la prossima volta che faccio una passeggiata per campi do un'occhiata! Da bambina avevo la fissazione di raccogliere la cicoria…senza che mi madre l'avesse mai fatto, sono stata sempre un po' contadina dentro…ne raccoglievo tanta, mi piaceva pulirla ma poi era sempre troppo amara per mangiarla…notte cri
Mammalorita dice
vorrei tanto assaggiare questa frittata buonissima perchè non conosco i s-ciupet!!!!!
Ros Mj dice
Ma che meraviglia!! Sono ignorantissima sulle erbe spontanee…devo fare un corso!! Io sono circondata dai boschi, vedi cosa mi perdo, cara Betulla! Mi incuriosisce anche l'aceto in accompagnamento alla frittata, mai provato… Un bacio, cara, e splendida giornata!
Betulla dice
Si, la quinoa è davvero versatile…Ci ho messo un po' a prendere confidenza, ma una volta entrata nella mia cucina non la lascio più!!!
Betulla dice
Anche io mi sono trovata con delle fisse stranissime (e lontane anni luce dalle abitudini dei miei genitori)! Chissà da dove arrivano!!!Comunque raccogliere la cicoria è molto divertente…anche se va fatto prima che fiorisca…perchè poi le foglie diventano legnose. Qui in montagna (800 mt s.l.m) siamo quasi al limite…
Se hai un pezzettino di giardino perchè non provi a seminarli?? basta davvero un quadratino minuscolo di terra, crescono senza cure e le bustine si trovano facilissimamente!
Betulla dice
Ciao Ros,
sai, il mondo delle erbe è meraviglioso…Ma quelle spontanee che si possono raccogliere davvero senza rischi (che non hanno una gemella identica e cattiva/velenosa) sono pochissime: diciamo cicoria, stridoli e menta??? Mi sono lanciata in questa ricettina solo perchè questi germoglietti sono inconfondibili e soprattutto sono anche COLTIVABILI!!
Al corso che sto facendo (sulle Erbe) ci hanno fatto una lezione sui casi clinici registrati in 1 anno dovuti ad un uso improprio delle piante di un piccolo ospedale di provincia! Non hai idea di quante cavolate…Purtroppo abbiamo tutti in testa che se una cosa è vegetale Male non fa!!! Peccato che le erbe contengano sia principi attivi utilissimi per noi, che altri altamente tossici, se non addirittura mortali. E non è affatto facile riconoscerle bene!
Quindi…meglio passeggiare nei boschi filosofeggiando…(in fondo anche questo è un nutrimento -ESSENZIALE direi).
p.s: prova l'aceto (anche balsamico se vuoi), sulla frittata è strepitoso!
Betulla dice
ahhh le grandi passioni dell'ottocento! che meraviglia dieci anni in tinta Mauve!!!
speedy70 dice
Perfetta anche questa tua ricetta cara Betulla!!! Mi piace molto questo appuntamento con il Circolo del Cibo, e sono felice di averti incontrata in questa bella avventura!!!
conunpocodizucchero Elena dice
ma guarda un po! interessante! 🙂
Cristina D. dice
Io sono appassionatissima di montagna. E pure molto affascinata dalle erbe, ma nello stesso tempo 'spaventata' perché sono consapevole dei rischi. Quando organizzano passeggiati sui colli berici con lezioni sulle erbette vado sempre….ma non imparo niente perché ne mostrano tante e alla fine ho una gran confusione. Così finisco con il raccogliere solo il tarassaco e un'era chiamata spinacino di montagna. Gli stridoli li ho presenti ma non sapevo fossero commestibili. Grazie per questo post !
Any dice
Ma lo sai che io ancora non ho mai assaggiato la quinoa? Mi devo vergognare :)? Ma appena la incontrerò, la prenderò.
Le erbe spontanee non le conosco proprio, mi piace però leggere e imparare. Grazie.
E mi devo ricordare la prossima volta di mettere l'aceto sulla frittata.
valentine dice
ultimamente mi sono appassionata alla ricerca delle erbette selvatiche, mi faccio accompagnare da mio padre e poi chiedo alle nonne come cucinarle 🙂 però non conoscevo gli stridoli: la prossima volta guarderò se si trovano anche qui!
non ho mai assaggiato nemmeno la quinoa, insomma, con questo post mi hai dato un sacco di spunti :))
gwendy dice
Perbacco!!!Questa si che è una ricetta particolare!
Anch'io come Valentine dovrò prenderne spunto.