A fuoco lento, Storie di ordinaria disabilità, ricette per l’inclusione sociale,
AltraEconomia Editore, Milano 2012, pp.112, 8 euro.
Disponibile presso le Botteghe del commercio equo e solidale.
Una ricetta non è mai un semplice elenco di ingredienti e procedimenti. Una ricetta è la storia di chi te l’ha insegnata, di chi mette insieme l’occorrente per farla, di chi la prepara e di chi la mangia. Una ricetta di cucina è una storia, che, meglio di altre narrazioni, si presta ad accogliere e a divagare in altre storie. Partendo da un incontro con Clara Sereni, autrice del romanzo “Passami il Sale” (BUR, 2004), in cui la disabilità è vista in modo molto concreto e lucido, gli operatori del centro culturale “Come un Albero” di Roma hanno pensato alla cucina come occasione di incontro e dialogo sul tema della disabilità intellettiva. Hanno quindi hanno invitato i genitori di ragazzi con disabilità a preparare una ricetta negli spazi del centro culturale. Gli appuntamenti sono così diventati un misto di ricette culinarie e “ricette di vita”. Tra teglie imburrate, dosi, forni, trucchi, patate, e formaggi, i confronti su cose come “tu ci metti la cipolla?” hanno innescato confronti/racconti sull’esperienza con il proprio figlio.
L’atmosfera intima delle serate intorno ai fornelli ha fatto emergere un rapporto con la disabilità complesso e difficile. Al riparo dal politicamente corretto, o da certa retorica letteraria e cinematografica, le voci di queste madri e di questi padri sono voci oneste, che non nascondono il dolore in un percorso di accettazione ed elaborazione della disabilità che ha travolto la loro vita. Le storie di questo libro (trascrizione fedele delle serate di cui mantengono il tono colloquiale) sono storie di uomini e donne che si sono ritrovati spaesati, e spesso soli, senza strumenti e senza aiuti di fronte a problematiche immense. Voler parlare del rapporto con la disabilità intellettiva significa anche parlare di manie, fisse, isterismi e violenze che spesso preferiamo non vedere. Però avere la forza e la voglia di raccontare la propria vita, fatta di episodi tristi o allegri, di aneddoti, fallimenti, risultati e sorrisi significa uscire per un po’ dalla solitudine di un rapporto “genitore-figlio”, e illuminare, e aiutare, con le parole esistenze di cui sappiamo sempre pochissimo. Il lavoro dell’Associazione “Come un Albero”, parte da questi racconti di ricette, o meglio parte dal coinvolgimento diretto delle famiglie per promuovere un percorso di inserimento lavorativo con persone con disabilità, e non per loro. La cucina diventa quindi il luogo in cui disabilità ed economia (solidale) possono incontrarsi, e rendere il disabile protagonista attivo, lavoratore…e diventa anche un bellissimo libro con dodici piatti gustosi e semplici.
Naturalmente, proprio come in una cucina, non esistono ricette perfette per affrontare la disabilità, esistono prove, tentativi ed esperimenti. Esistono l’amore, e la pazienza, che come le cotture a fuoco lento portano i migliori risultati.
“Il latte, come le uova e la farina, per tanto tempo ad ogni girare di sguardo finiva nella tazza del gabinetto, o sparso sul pavimento. C’è voluto il coraggio di affrontare il coltello e la fiamma, per smettere finalmente di sprecarli, benché anch’io per tante e tante volte avessi trovato più semplice buttarli via, senza l’obbligo dell’uso e dell’invenzione. C’è voluta, anche, la disponibilità ad ammettere che i desideri e i gesti di Tommaso potessero avere un significato: diverso da quello che io avrei avuto in mente, e però preciso per lui e realizzabile, utile per altri, foriero di novità non spiacevoli. Così poi è capitato che la minestra di latte, creatura disperata di giornate senza luce, fosse buona: e allora ci si può limitare a dire che non tutto il male viene per nuocere. Oppure, con un soprassalto di ottimismo necessario e fertile, riconoscere che sì, davvero, la diversità (anche quella irriducibile) è -o almeno può essere- una risorsa.” Clara Sereni
Giovanna Bianco dice
Azzeccatissimo questa metafora del fuoco lento ed è una bellissima iniziativa. Buona notte.
Ros Mj dice
Un'iniziativa lodevolissima, difficile da condurre ma di grande valore! Un bacio
Cristina D. dice
La cucina e le ricette sono una grande metafora della vita. Molto impegnativo come percorso, sicuramente. Grazie per la segnalazione del libro !
Betulla dice
si,anche a me è piaciuta tantissimo la metafora…e il libro, e le ricette semplici e speciali…perchè quasi sempre sono le preferite, dei figli di chi le ha raccontate!!!
Ros Mj dice
P.S.: grazie, la filosofa Ros è lusingata della sua presenza nel blog-roll betullesco :-D!!!!!