Come ho raccontato più volte sono cresciuta in montagna, per cui febbraio, mese del Carnevale ha sempre coinciso con un periodo ancora molto freddo e in alcuni casi nevoso. Lo specifico perchè questo in realtà comportava l’impossibilità di un Carnevale vero e proprio: le cose classiche come la sfilata dei bambini mascherati, o i carri allegorici…quasi sempre naufragavano miseramente sotto il mal tempo, o in scene esilaranti (tipo il costume di due taglie più grande strappato perchè indossato sopra al piumino a causa del freddo). Insomma, nei miei ricordi non c’è il Carnevale comune. Ci sono le mascherine di ogni città italiana, imparate e disegnate alle scuole elementari (e mai più dimenticate): Gianduja, Meneghino, Brighella, Arlecchino, Colombina, Burlamacco, Pantalone, Balanzone, Rugantino, Meo Patacca, Pulcinella… E poi c’è un ricordo dolcissimo che consiste nell’andare a “fare le mascherine”, ovvero io, mio fratello e qualche compagno di scuola da bambini che vestiti con improbabili costumi andavamo in giro per il paese suonando sistematicamente tutti i campanelli. Se la porta si apriva, partiva il coretto “siamo le belle mascherine, non c’è un dolcino per noi?”. Sì esattamente la stessa cosa di dolcetto e scherzetto, che adesso i bambini tentano di fare da Halloween. Solo che noi non ci vestivamo da mostri, non eravamo accompagnati dai genitori, e vista già allora la penuria di bambini in paese eravamo quasi sempre accolti con gioia ed entusiasmo. Ricevevamo valanghe di caramelle e cioccolatini (tante volte stantii, perchè erano i residui di Natale, ma poco importa), e nei casi migliori anche qualche soldo. Memorabile è stato il gran tirchio del paese, che dopo averci lasciati sulla porta per minuti lunghissimi ci diede ben 100 lire! Parlo degli anni Novanta, cento lire era il prezzo di una gomma da masticare venduta singola dal tabaccaio del paese. Noi eravamo in quattro, per cui ci diede ben 25 lire a testa. Un record, in negativo, mai più eguagliato in lunghi anni di onorata carriera da mascherina. Questi pomeriggi a zonzo per il paese comunque erano un gran divertimento! Immaginavamo vere e proprie scenette da fare sulla porta delle case, in modo da meritarci davvero i dolciumi che ci regalavano. E in caso di scorbutici o antipatici riempivamo porta, zerbino, e campanello di una letale mistura: stelle filanti spray + coriandoli. 😉 Come ho scritto all’inizio, febbraio era però quasi sempre un mese dai rigori ancora invernali, per cui la tristissima realtà è che noi bambini potevamo passare mesi a fantasticare sui travestimenti, più ambiti e alla moda, ma poi tutto si riduceva ad un costume adatto ad essere indossato sopra alla tuta da sci, unico modo per evitare estremità intirizzite e raffreddori (io alla fine facevo sempre la Sioux). Con il tempo, avevamo imparato ad usare il freddo a nostro favore, cioè per muovere pietà alla gente. Infatti appena più grandi il divertimento non era tanto raccogliere dolciumi, quando farci ospitare per fare merenda. Riuscivamo a fare sette o otto merende a pomeriggio, e la cosa che ci piaceva tantissimo era entrare nelle case delle persone, curiosare nelle cucine, chiacchierare e stare a vedere come avrebbero imbandito il tavolo, cosa ci avrebbero offerto. Certo prima di farci entrare ci identificavano chiedendo il soprannome della famiglia di provenienza, così partiva quell’intreccio di legami, storie e famiglie che rendeva impossibile non accoglierci generosamente in casa. I ricordi più incredibili sono le merende organizzate in quattro e quattr’otto dalle signore anziane, felici di avere il pomeriggio movimentato da un imprevisto fatto da una manciata di bambini colorati.
Nelle foto per questi biscotti a mascherina ho cercato di riprodurre quell’atmosfera d’altri tempi, da “salotto buono” profumato di vaniglia e amido . Centrini, teiera, chiacchiere… con un po’ Signorina Felicita di Gozzano qua e là, e anche un po’ di nostalgia per la gioia semplice di quel vagare di casa in casa a caccia di dolci e memorabili avventure.
Ma siccome, per fortuna, la malinconia non mi si addice, ringrazio il cielo, ma soprattutto i miei genitori, per avermi fatta crescere in un piccolo mondo antico, genuino e schietto, e trasferisco l’allegria della mia spensierata infanzia a quasi tutte le dolcezze che impasto nella mia cucina.
Buon sabato amici cari!
Mascherine di frolla al cioccolato
Ingredienti
(dosi per circa 20 mascherine)
Per la frolla:
200 g di farina 00
20 g di cacao
30 g di polvere di cioccolato fondente (sostituibile con cioccolato fondente grattigiato fine)
125 g di burro
100 g di zucchero semolato
1 uovo intero
i semi di mezza bacca di vaniglia (o vanillina, o aroma liquido)
Per la decorazione:
150 g di cioccolato bianco
cristalli di zucchero e momperiglia o codette colorate
Procedimento:
-Setacciare la farina in una terrina, aggiungere il cacao, la polvere di cioccolato, lo zucchero e infine il burro a pezzettini e a temperatura ambiente. Con la punta delle dita, o nell’impastatrice lavorate l’impasto fino ad avere un composto sablé (consistenza sabbiosa). Infine aggiungete l’uovo e i semi di vaniglia: impastare fino a ottenere una frolla liscia (questa fase fatela rapidamente a mano sulla spianatoia, il calore dei palmi renderò l’impasto compatto). Avvolgere la pasta così ottenuta con della pellicola per alimenti e lasciar riposare almeno un’oretta al fresco.
-Trascorso questo tempo accendere il forno a 180°, dividere l’impasto in 4 panetti circa. Stenderli con il mattarello direttamente sulla carta da forno (devono avere lo spessore 2mm). Ritagliare con i tagliapasta nella forme a mascherina. Eliminare gli occhietti e trasferire le mascherine su una teglia coperta con un foglio di carta da forno. Procedere così fino all’esaurimento dell’impasto. Cuocere in forno caldo per circa 8 minuti circa (non devono brunirsi). Sfornare i biscotti e farli raffreddare in un luogo fresco per un paio d’ore.
-Preparare la decorazione mettendo in un pentolino a bagno maria il cioccolato bianco tritato grossolanamente. Sul fuoco piccolo sciogliere delicatamente il tutto mescolando continuamente con un cucchiaio. In pochi minuti si otterrà una consistenza cremosa. Trasferire la crema di cioccolato bianco nella sac à poche monouso con cornetto liscio n.2 o n.3. Decorare le mascherine a fantasia (basta bordare la mascherina e contornare gli occhi).
Cospargere poi le linee sottili di cioccolato bianco con cristalli di zucchero Rosa e perline di zucchero Colormix in modo che le decorazioni aderiscano bene al cioccolato. Scrollare delicatamente le decorazioni in eccesso. Fare raffreddare bene senza sovrapporre, poi servire le mascherine con il the o il caffè.
Queste mascherine sono state realizzate con attrezzatura e ingredienti Decora: taglia pasta maschera (11×5,4 cm); polvere di cioccolato fondente; aroma vaniglia; cioccolato bianco, mattarello con spessori; sac à poche monouso; cornetto liscio n.2 o n.3; cristalli di zucchero Rosa (2081112) e perline di zucchero Colormix (2081106).
Lascia un commento