Quando si comincia a parlare di alberi di Natale non posso non pensare all’anno in cui un caro zio decise risolvere una volta per tutte l’ “Affaire Abete” con cui tormentavamo la mamma praticamente dal primo di Novembre. Lo zio prese noi tre saltellanti nipotini e ci portò direttamente in un bel bosco di conifere imbiancato di neve.
Impronte di animali, fruscii misteriosi, bacche rosse…niente di tutto ciò che attraeva noi tre distraeva lo zio che procedeva tranquillamente davanti a noi nella neve fresca come su una spiaggia ligure in inverno. Unico obiettivo: l’abete più bello del bosco. La ricerca divenne ben presto simile a un gioco dell’oca… non uno di quelle centinaia di alberi soddisfaceva i requisiti estetici dello zio. A furia di vagliare, e scartare abeti il pomeriggio si era scurito, il bosco iniziava a fare paura, e il freddo a farsi sentire. Noi bambini eravamo sfiniti, tanto che avremmo sicuramente scelto un perfetto alberello di plastica. Sulla via del ritorno però eccolo…quello davvero perfetto, l’abete tanto agognato si era manifestato agli occhi dello zio su una mezza scarpata. Perfetto, armonioso e imponente! Quattro possenti colpi d’ascia e tutta quella bellezza era ridotta ad una massa di rami agonizzanti trascinati con fatica nella neve. A valle c’era anche un trattorino, pronto a trasportare l’albero fino a casa. Sul balcone si applicarono in tre, per una buona mezzora, prima di fare entrare quella meraviglia in un vaso (o meglio, dovettero costruire una sorta di baldacchino in legno per farlo stare in piedi). L’ingresso in salone fu difficoltoso… e mentre io immaginavo una miriade di candeline rosse accese per illuminarlo (già allora leggevo romanzetti romantici)…ecco che la dura realtà si abbatteva -come una scure- sulle nostre fantasie. L’albero era troppo alto per il nostro salone. Anzi peggio, tutto quel che nella natura era sembrato armonia e perfezione tra le quattro mura di casa si era tramutato in un albero storto, spelacchiato, pieno di rami secchi e tozzo. Esageratamente tozzo. Ormai però il baldacchino era stato avvitato nel vaso, e l’unica soluzione possibile, secondo lo zio, fu ahimè quella di mozzare drasticamente la punta dell’abete. Così, se già il magnifico pino si era rivelato una sonora delusione, non gli rimase neppure la dignità di una punta a slanciarlo verso il cielo. Fu l’anno, traumatico, del pino mozzo. Brutto da far paura, talmente grosso e ingombrante che non avevamo neanche tutte le palline per addobbarlo. A tanta grazia si aggiunse anche il flagello della resina. Il povero albero non era cresciuto negli agi di torba di un vivaio…ma in un bosco vero e proprio. Per cui il passaggio dalle notti di gelo ai climi tropicali di casa nostra fece in modo che l’albero piangesse resina gialla ovunque per 20 giorni. Palline incollate, festoni raggrumati, pareti da imbiancare, e tappeto da recuperare con la trielina. Fu il Santo Natale dei regali cosparsi di pois appiccicosi. Maledettamente appiccicosi. Anche se devo ammettere…fu memorabile il profumo di pino che allietò la casa per tutte le feste. Praticamente era l’unica cosa lieta…
(alberello su tela che ho dipinto a mano come “biglietto” di auguri di Natale).
consuelo tognetti dice
Mentre leggevo pensavo proprio a quel profumo intenso che avrà allietato quel periodo di festa..ed infatti quella è stata la nota positiva 😛
Premiato l'impegno, sono certa che gli anni successivi saranno stati sintetici gli abeti in casa tua 😛
Buon we e grazie x aver condiviso questo pezzetto della tua vita ^_^
Valeria Della Fina dice
Anche io ho ricordi molto simili ai tuoi.. quand'ero piccola e trascorrevamo le vacanze di Natale in Umbria a casa dei nonni l'albero di Natale era sempre rigorosamente vero.. bellissimo ma difficilissimo da addobbare! Ricordo bene quante volte mi sono punta mettendo le famose lucine 😛
Un bacione!
Ketty Valenti dice
Immagino l'intenso profumo di abete che credo sia meraviglioso sentire in casa,come quando sento un lieve "profumo" di legna bruciata dal caminetto acceso,per persone romantiche come noi tutto ciò è linfa vitale,non credi.
Baci cara e se non dovessimo incrociarci prima ti auguro buone feste e tanta gioia a te e alle persone a te più care.
Z&C