La mia passeggiata parigina ovviamente prevede anche acquisti che non siano libri. Non sto parlando di shopping sfrenato alle Galeries Lafayette. Cioè, se potete andarci a fare acquisti (e non solo ad ammirarne la cupola) buon per voi. Nel caso io non vi servirò a niente, perchè oggi vi consiglio quelle 5 o 6 cosette che magari lì per lì neanche vi viene in mente di comprare, ma che una volta a casa vi faranno sentire moolto foodies, e incredibilmente furbi. Sono micro acquisti, cioè costano pochi euro, e non sono ingombranti (quindi potrete infilarle all’ultimo nel bagaglio a mano vostro o di chi viaggia con voi -surprise-). Si tratta di acquisti intelligenti (più o meno), nel senso che sono tutte cose che non si trovano facilmente in Italia. Infine, non si comprano nei negozi di ricordini e chincaglieria, ma in quelli della vita quotidiana dei francesi (grande distribuzione o mini market e alimentari), e per come la penso io, possono essere un souvenir ancora più gradito che il classico porta chiavi-Tour Eiffel glitterata (tho, se proprio volete fare gli originali abbinateli)! Allora cominciamo?
1. Sel au Céleri, Ducros, 2,60 euro circa.
Partiamo dalle spezie. Io ho una vera dipendenza da questo barattolino di Sel au Céleri. Non posso vivere senza. Lo adoro, più del gomasio, più di qualunque sale -maldon- rosa- bretone e vattelapesca….. La Ducros c’è anche in Italia, lo so. Ma qui non commercializzano questo sale. Attenti, non si tratta di sale al sedano, come potreste credere dal nome. No, è sale mescolato a semi di sedano macinati. Il risultato è incredibilmente più aromatico. Certo deve piacervi il sedano. Se vi piace sarà un grande amore, uno di quelli come il film Pretty Woman che quando Rai Uno, Rai Due e Rai Tre non sanno come riempire il palinsesto ti mettono in prima serata il polpettone d’amore evergreen. Ecco, questo sale è così, adorabile quando avete lucidità e coscienza (su carni bianche pesce e formaggi), e salvifico in caso di fretta sciamannata e ottenebramento mentale (fettina di pollo = banalità; fettina di pollo con sale al sedano = curiosità gustosissima). Io l’ho scoperto ad un aperitivo. Il Sel au Céleri era cosparso su dadini di Emmental. Bhe, riusciva a renderli speciali. Da quel giorno non l’ho più abbandonato!
Ancora una cosa…il sito della Ducros, oltre ad un grillo-cicala che frinisce ad ogni movimento del mouse, è zeppo di belle ricette… Consiglio una curiosata.
2. Quatre épices & Mélange per Pain d’épices, Albert Ménès, 4,50 euro circa.
Altre spezie. Questa volta vi dico subito che non sono indispensabili. Però l’estetica distruggerà ogni vostra remora. Per cui io vi consiglio spassionatamente gli adorabili barattolini Albert Ménès contenenti le Quatre épices oppure il Mélange Pour Pain d’épices. -Chi non vorrebbe una mensola di una rustica cucina di campagna con tutto l’assortimento???- Divago, torniamo alle Quatre épices, che poi sono un misto di pepe nero, noce moscata, chiodi di garofano e cannella. Perfetto per brodi di bovino e di pollo, moolto “orientale” nelle polpette di carne e frutta secca, speciale nei dolci. Un esempio? Fare il mitico quattre-quarts mescolando allo zucchero un cucchiaino di queste spezie lo renderà magico!!! Lo scalino successivo è il Mélange per Pain d’épices, che è fatto di fatto di cannella, chiodi di garofano, noce moscata, pepe nero, macis, cardamomo, zenzero. Serve, appunto, per preparare il Pain d’épices, che è un delizioso mattoncino marrone (molto natalizio e molto alsaziano) profumato di spezie e di miele. La sua origine si perde nella notte dei tempi, e la sua storia è contesa tra città e fabbricanti che ne rivendicano paternità e sostanziali differenze (farine, forme…). Vi dico come la penso: è un dolce molto buono, nutriente, ma leggero. Punto. Potete farlo in mille modi diversi. L’essenziale è l’unione delle spezie con il miele. Nella mia vita parigina ho smesso di sentirlo come natalizio e come alsaziano. Per me è un sapore incredibilmente francese. Certo che è essenziale avere il Mélange. In caso di necessità ci si può aggiustare bene anche unendo un poco di zenzero in polvere alle Quatre épices. Ho detto tutto? No, dimenticavo di raccontarvi che ho mangiato anche un gelato al gusto Pain d’épices, ma che alla fine il lato oscuro di questo dolce è quello che mi ha convinto di più. Sto parlando dell’abbinamento perfetto con il salato. Già il Mélange di spezie si adatta alle terrine di carne, alle sfoglie burrose e ripiene da pranzo delle feste (un po’ come le spezie della bustina LaSaporita nel ripieno di tortellini e ravioli), ma il Pain vero e proprio è l’ideale per tartine con formaggio di capra o foie-gras!
Se vi ho fatto venire voglia di prepararlo ecco 3 idee:
– Per chi non sa il francese ecco la ricetta di David Lebovitz in inglese.
3.Paillettes Gavottes, 150 g, da 2,85 euro a 3,80 euro circa.
Parigi luccica. Di notte e di giorno. Impossibile non tornare a casa con qualche sbuffo di Paillettes nei capelli. Sì, però io sono una foodblogger, e le uniche paillettes che mi fanno girare la testa sono le Gavottes. Altro prodotto in barattolo (è una mania), e altro prodotto tipico regionale che nel mio immaginario ha fatto il salto nel grande insieme della francesità tout court. Avete presente la mitica crêpes dentelle bretone arrotolata e piegata in quattro. Bhe, a parte che, essendo nata da un errore (una crêpes troppo cotta) mi è simpaticissima! A parte che è un dolcetto buonissimo in tutte le sue varianti (cioccolato al latte, fondente…)…Queste bricioline croustillantes sono meravigliose. Leggerissime e croccanti come decorazione di qualunque dessert al cucchiaio, vi faranno innamorare come base per Cheese-Cake o Tartellette. Perchè vi consiglio di comprare direttamente le Paillettes e non una scatola di Gavottes? Perchè sono troppo buone, e fidatevi, non avrete mai il coraggio di frantumarle a sangue freddo!
4. Thé Blanc parfumé, Gourmet Monoprix, 20 sachet Cristal, 4,42 euro.
Tutta Parigi è cosparsa di Monoprix. Che sono una catena di mini, medi o mega market in cui bene o male trovate un po’ di tutto. Merita entrarci per due motivi. Il primo è stupidissimo: ogni tanto la radio in diffusione nel negozio è interrotta da una voce femminile che dice « Monoprix, on fait quoi pour vous aujourd’hui? ». Bene, 13 anni di francese, lettorati in lingua, film, canzoni e amici francesi, ma nessuno, giuro mai nessuno ha pronunciato in mia presenza un “aujourd’hui” con annesso sputacchio tanto perfetto come quella soave vocina del Monoprix. La dizione è importante, e se volete una lezione esemplare per tornare a casa con almeno una parola francese pronunciata correttamente andate al Monoprix e, almeno saprete dire a modo un concretissimo «Oggi». Secondo motivo di visita in un Monop (-rix non è rimasto nella tastiera, ma loro abbreviano…e ogni tanto scappa anche a me), è la linea a marchio Gourmet. Si tratta di prodotti d’eccellenza, per cui sfogatevi senza ritegno, i prezzi sono abbordabili (almeno in confronto a certi negozietti di specialità eccessivamente cari ed eccessivamente turistici) e farete ottimi acquisti. Tra tutto quello che vi posso consigliare c’è un buonissimo tè bianco aromatizzato ai frutti e ai petali di fiori in sacchettini piramidali di organza. Io non l’avrei mai assaggiato, se il mio padrone di casa non l’avesse lasciato sul tavolo dell’appartamento come “petit cadeaux” di benvenuto a Parigi. É davvero originale e delicato. Per me è il profumo della gentilezza e dei piccoli gesti. Da bere alla faccia di tutti quelli che dicono che i parigini sono inospitali, scontrosi e burberi!
5. Imbuto/Caffettiera, tra i 7 e i 10 euro + 80/100 filtres à Café in carta, 4 euro circa.
Nota dolente. Il caffè dei francesi. O su via. Non sarete mica di quei piagnoni che vanno all’estero, si ostinano a cercare di bere caffè espresso e poi tornano in patria tronfi e convinti di essere -in quanto italiani- gli unici depositari nel mondo del vero caffè?? Considerate che non vi ho raccontato di aver trovato una Bialetti nuova fiammante sul tavolo di casa accanto al tè bianco; detto che cercando bene, il caffè espresso lo sanno fare benissimo anche i francesi, arriviamo alla nostra fantastica caffettiera. Lo so, fa impressione chiamare così un imbutone di plastica. Resistete e capirete il suo perchè nel mondo. Dunque, il caffè si può fare anche così, ovvero facendo percolare acqua calda in un filtro di carta di forma conica in cui avete messo qualche cucchiaio di caffè macinato. La vostra caffeinomane italianità scalpita…resistete ancora! Non ho mai detto che si debba bere questa bontà. Semplicemente, se siete anche voi produttori compulsivi di liquorini e spiriti questa è una grande occasione. I liquori, o meglio, le infusioni di erbe fiori frutta in alcool, alla fin fine sono sempre da filtrare. Questo passaggio è delicato. Imbuti, stracci, carta assorbente finiscono sempre per rovesciarsi, imbibirsi troppo o trasmettere odori. Il furbissimo suggerimento è di comprarsi uno di questi favolosi imbutoni da caffè (notate la base allargata) e una scatola di filtri di carta! Avrete un sistema di filtraggio liquori economicissimo e molto pratico. Durerà anni e anni. Unica precisazione: attenti a comprare filtri di carta neutri -magari anche écolò, cioè in carta riciclata- ma non quelli aromatizzati. Sì, esiste anche questa somma schifezza. Cioè il filtro di carta con aromi “chimicissimi” che consente di fare il caffè senza caffè, solo con acqua calda! Geniale vero? Diamoci ai liquori ad alte gradazioni che è meglio!
6. Rompi Guscio per uova à la coque, 3 o 4 euro.
Infine non poteva mancare un gadget assolutamente inutile. Vi assicuro che questo è il più incredibilmente inutile di tutti quelli che possiedo, di tutte le case/cucine in cui bazzico, e di tutte le cavolate che la gente compra e pubblica su Fb tanto per esporsi un po’ di più. Peggio di questo ci sono solo la forbice per rompere le uova, e quella per fare le polpette (ma chi ha inventato questo abominio di complicazione??). Torniamo a noi e a l’ acquisto parigino che meglio si abbina alla micro Tour Eiffel glitterata. Dato che, come insegna il film “Le donne del sesto piano”, esistono persone che ogni mattina mangiano il loro bravo ovetto à la coque per colazione, deve esserci il modo per rompere con precisione millimetrica il guscio e poter servire quotidianamente un uovo perfetto. Ecco, il modo è questo aggeggio, che a me sembra un raffinato mélange tra una tagliola da bracconiere e una cintura medievale di castità. Ciò non mi ha impedito di acquistarlo e di andarne fiera, anzi incredibilmente orgogliosa. Salvo poi constatarne l’inutilità, perché in quelle rare volte in cui a casa Betulla si fanno cotture di uova con guscio, ci si dimentica di avere nell’arsenale tale prezioso aggeggio. Regalatelo ad amici e pareti, solo per vedere la faccia a punto interrogativo mentre ringraziano e non sanno cosa diavolo hanno tra le mani!
Allora che ne dite? Vi è piaciuta la mia lista di courses?
Batù Simo dice
Oh sì che mi è piaciuta! soprattutto cara mia il 1° oggetto, quel sale così speciale (poi a me il sedano piace molto, un po' come il prezzemolo, lo metterei quasi ovunque)! bello anche il racconto 🙂
Giulia dice
Una liste des courses originale e decisamente in linea con i miei gusti.
Essendo anch'io un'amante di spezie e barattolini, non mi farei scappare per nulla al mondo i primi due articoli, e così avrei finalmente risolto il problema di trovare il misto spezie per il pain d'épices, ma anche per i biscottini di Natale tipo Pepparkakor, di cui mia mamma e mia sorella vanno ghiotte e che preparo immancabilmente a Natale.
Invece l'idea di usare in maniera inedita i filtri per il caffé è davvero geniale, e ora che ci penso a casa dei miei ce n'è uno mai utilizzato che farebbe proprio al caso mio.
Grazie!
Giulia
Sweets by Sonia dice
C'est très joli! Lo stile di questo post è perfetto, mi sono divertita un sacco a leggerlo. Ah, Paris… io sono una di quelle che ama la Francia ma non sopporta i francesi; poi certo ci sono le eccezioni come è capitato a te. Anche io quando viaggio cerco di acquistare quei prodottini che qui non si trovano, e la tua lista è molto interessante. Mi sa che ti copierò l'idea per quando andrò a Londra a novembre…
๓คקเ dice
Ragazza mia, tu sei pericolosa. 🙂
Mooolto pericolosa per una come me, che quando va in qualunque posto non sa resistere alla tentazione di acquistare qualche specialità locale da portarsi a casa e che parte apposta con la valigia mezza vuota, per riempirla delle delizie che comprerà in loco.
Già lavorando allo Starbooks mi è capitato diverse volte di trovare tra gli ingredienti richiesti il sale al sedano, e di scartare la ricetta per impossibilità di trovarlo… e tu arrivi, fresca fresca, a dirmi che in Francia la Ducros lo commercializza! E che dire dei meravigliosi barattolini di Albert Ménès, di cui ogni volta che vado oltralpe faccio incetta? Non posso che ringraziarti per le preziose dritte, e al contempo non posso fare a meno di dirti… DISGRAZIATA!!!! 😀
Un abbraccio.
Maria - Una Pinguina in Cucina dice
Ok, la prossima volta che andrò a Parigi stamperò questi elenchi utilissimi e porterò con me una valigia vuota! E poi tra i mille utensili inutili il rompi uovo alla coque mi manca!
Quello che mi incuriosisce da morire è il sale al sedano. Ora mi toccherà prenotare un viaggio per provarlo! Sei pericolosa!! =D
Betulla dice
Grazie carissima! Sono contenta che ti abbia incuriosita! Sono sicura che il sale al sedano ti piacerebbe!
Betulla dice
Sai che hai ragione, ci avevo pensato, ma al momento di scrivere mi è sfuggito: la stessa miscela per pain d'épices è perfetta per i Pepparkakor e GingerBread di Natale! Il filtro per caffè usato per liquori ti darà grandi soddisfazioni, ne sono sicura! a presto!
Betulla dice
Daiii non vedo l'ora di leggere la tua petite liste londinese, sono molto curiosa, e penso che mi sarà utilissima…
Betulla dice
Carissima…il sale al sedano è davvero una risorsa, e sono felice di averti dato una buona dritta! Lo trovi anche nell'alimentari più piccolo…così non dovrai più scartare gustosi Starbooks!!! Ah, sono felice di non essere l'unica vittima dei barattolini a.Ménès, e naturalmente di avere un'altra cosa in comune con te! a prestissimo…
Betulla dice
fidati…è delizioso! praticamente merita il viaggio 😉 che poi è una scusa bellissima per andare a Paris!