Come molte signore della sua età anche la mia mamma soffre di abuso di sostanze sbiancanti! La candeggina per lei è una specie di panacea contro mali del mondo e soprattutto contro macchie della casa (di qualunque natura e su qualsiasi superficie). Un bel candeggio è il primo banco di prova di tutti i tessuti che aspirano a fare parte del corredo domestico. Se non superano il test arrivederci e grazie, viceversa, se resistono senza scolorirsi miserevolmente, saranno accolti a braccia aperte.
Da tempo giaceva abbandonata in cantina una povera tovaglia di lino con margherite gialle che non ce l’aveva fatta. Al primo tuffo in candeggina era diventata bianca, anzi bianchissima, con chiazze giallognole come pipì di gatto (i fiorellini color becco d’oca non hanno resistito all’ipoclorito di sodio).
Me la sono trovata tra le mani mentre cercavo tutt’altro, mi sono impietosita e ho pensato che si meritava una seconda possibilità. Così l’ho lasciata una notte a bagno in un buon tè gallese (tengo da parte le bustine scadute per queste mie attività tintorie), poi l’ho messa a mollo in acqua e sale, e alla fine l’ho lavata (dolcemente) in lavatrice. Ora ha un bel “colore Isabella”, perfettamente in tono con l’atmosfera “dell’amica di nonna Speranza” del mio salotto zeppo di carabattole d’altri tempi. Di tanto in tanto le faccio fare un’immersione ricostituente e tonificante in una bacinella di tè nero…e ovviamente la tengo alla larga dalla tavola della mia mamma (è contenta che la tovaglia non sia andata sprecata, ma sotto sotto non si capacita di come, tra i tanti saperi appresi con il latte materno, non mi abbia tramandato l’arte sottile del candeggio)! 😉
Negli anni ho provato a tingere con il tè nero un po’ di tutto: vestitini prendisole, asciugamani, centrini e tovaglie (l’estate è il momento che preferisco per queste mie piccole grandi imprese di fai da te/manutenzione tessili). Il mese scorso, subito dopo la mia ultima impresa a tema la pazza “Coloreria Betulla”, ho trovato in cartoleria un librino intitolato “Guida alla tintura naturale”. Probabilmente era lì invenduto e impolverato da circa 15 anni, anche perché non è un vero e proprio manuale, quanto piuttosto una specie di personalissimo diario compilato dalle autrici (Adele Vigo e Francesca Sibelli) per tenere memoria dei loro esperimenti di tinture della lana. In ogni caso curiosando tra le pagine ho capito che in ogni stagione dell’anno la natura ci regala piante, ortaggi, frutta o foglie utilizzabili per colorare i tessuti. Mi sono fatta ispirare dalla gran quantità di “prove tintorie” estive presenti nella guida (rigogliose quanto la natura tra giugno e agosto), e ho pensato che le more dell’orticello montanaro della mia mamma (quelle ormai troppo mature da mangiare) avrebbero potuto aiutarmi a dare un po’ di tono a un bellissimo asciugamano bianco di lino orlato a mano da mia nonna. Come scrivono le autrici: “La tintura vegetale è una disciplina complessa come la cucina. Alcune ricette sono solo indicative e non rimpiazzeranno mai la pratica e l’esperienza, quindi ognuno deve provare per proprio conto”. In effetti è vero: ho letto questo libretto, diversi articoli di giornale e un po’ tutto quel che ho trovato nel web sull’argomento. Alla fine mi sono segnata dosi e procedimento di questo mio piccolo, curioso esperimento, ma sono sicura che esistano centinaia di modi, altrettanto, se non più, validi per ottenere gli stessi risultati. Esattamente come in cucina…😉
“TINTURA NATURALE DELLA STOFFA CON LE MORE”
-In generale la stoffa da tingere va preparata a ricevere il nuovo colore. Deve trattarsi ovviamente di tessuto vegetale (cotone, lino, canapa), e va lavato bene in acqua fredda (se è nuovo bisogna rimuovere le tracce di “colla”). Poi occorre prepararlo con un mordente (alcuni usano solo l’aceto, altri allume di rocca, cremor tartaro, carbonato di sodio…). On line si trovano ricette e istruzioni molto precise a riguardo (con dosi al grammo e temperature corrette). Io ho fatto tutto nella cucina di casa, quindi ho optato per la semplicità lasciando il mio telo di lino qualche ora a mollo in una bacinella di acqua fredda (abbastanza da coprire il telo) con un bicchiere di aceto bianco per preparare le fibre al cambiamento di tinta.
-Per un telo di lino da 223 g ho schiacciato grossolanamente con una forchetta 500 g di more super mature, poi le ho messe in una pentola d’acciaio con 700 g di acqua fredda e 50 g di aceto rosso forte. Ho portato il tutto a ebollizione. Ho spento il fornello, ho coperto la pentola e ho lasciato a macerare tutta la notte. Il mattino successivo ho filtrato il composto con un colino a maglia fine (non devono rimanene tracce di polpa o di semi perchè potrebbero macchiare di scuro la stoffa). Ho lavato bene la pentola d’acciaio e ci ho rimesso dentro il liquido scuro ottenuto dopo il filtraggio. Ci ho aggiunto un litro d’acqua, ho mescolato e ho portato nuovamente a ebollizione. A questo punto ho spento il fornello, ho fatto intiepidire e ho immerso il telo di lino precedentemente bagnato (risciacquato dall’aceto e ben strizzato). Con un cucchiaio di legno ho fatto in modo che la stoffa fosse completamente coperta di liquido e l’ho lasciata a bagno per una notte. Il giorno successivo ho strizzato il telo di lino (con i guanti) e l’ho sciacquato ripetutamente in acqua fredda con il solito bicchierino di aceto bianco (sino a che non rilasciava più colore nell’acqua). Ho steso il telo al sole e l’ho fatto asciugare bene. Ho ottenuto un delicatissimo color malva che mi piace molto, e che quest’autunno mi ricorderà il cuore dell’estate, le care montagne della Valle Gesso e il profumo delle more mature…
Per quanto riguarda i tessuti tinti con il tè posso dire che lavaggio dopo lavaggio (delicati ma in lavatrice), non hanno mai perso nel tempo la nuance beige (come ho già detto, più o meno una volta all’anno restauro il colore con un bagnetto rivitalizzante nel tè nero). Vediamo ora come si comporta nel tempo questa tintura di more (aggiornerò il post in seguito).
N.B: come sempre TUTTE le foto sono mie e ovviamente è vietato prenderle e utilizzarle a caso in giro. Grazie!
Ornella dice
👏👏👏
Grazie, una gran bella idea!