Vi avevo accennato della sua esistenza qualche tempo fa, ma oggi, cari amici, sono lieta di presentarvi ufficialmente la mia Isola dei dolci sperduti. Una vera Eutopia, nel senso di luogo buono, anzi ottimo! Sarà sempre qui accanto al post del momento, mezza ancella e mezza musa, pronta ad accogliere con entusiasmo tutti quei dolcini e dolcetti senza fissa dimora, senza gloria, senza storia e senza un aspetto affascinante e moderno!!!
La storia della Letteratura, la geografia, l’arte e tutti i nostri sogni sono pieni di luoghi immaginari governati dal cuore e dalla fantasia. Non c’era motivo per non aggiungerne un altro, betulloso e dolcissimo. Come ho detto i precedenti sono illustri, e da ognuno di questi luoghi leggendari la mia Isola prende un pezzo: la forma è quella di Taprobane, isoletta che sin dai tempi di Plinio vaga come una trottola da un punto all’altro dell’oceano indiano senza trovare delle coordinate stabili. Di lei, l’umanista Porcacchi scriveva: “alcuni moderni vogliono che niuno degli antichi abbia messo la Taprobana giustamente: anzi, tengono, che dove essi l’anno posta; non sia isola alcuna che si possa credere esser quella”. Insomma un’isola vagante, che dalla realtà di qualche sbiadita mappa nautica è scivolata lentamente nell’oriente più misterioso e indefinito. Le sue coste mobili e infestate di sirene sono le stesse della mia Eutopia.
Naturalmente l’isoletta è coperta di vegetazione lussureggiante simile a quella dei paradisi terrestri del quattrocento fiammingo, e in mezzo a questa riposante natura, oltre ai dolcetti sperduti, vive felicemente ogni sorta di bestiola straordinaria e immaginaria: unicorni, grifoni, draghi…e via dicendo con i più bizzarri mirabilia dei bestiari medievali. L’isola è puntinata di turriti castelli, e sotto un cielo blu di lapislazzulo, si respira un’atmosfera confusamente allegra, un misto tra il bengodi del Calandrino di Boccaccio e i colori del Paese del Cucù di LegoMovie.
Avril -Les Très Riches Heures du duc de Berry, codice miniato 1412-1416 |
Lì in mezzo, come in ogni Hortus Conclusus che si rispetti zampilla una meravigliosa fonte della giovinezza, dove i miei cari dolci vecchierelli possono farsi il bagno e ringiovanire immediatamente come nella più verde speranza umana.
La fonte della giovinezza, Maestro del castello della Manta (Sala Baronale). |
I vapori di questa magica fonte mitigano il clima di tutta l’Isola, così che gli uomini e le donne che (fortuna loro) vi abitano, non si complicano l’esistenza con i rigori labirintici della civiltà, ma passano il tempo a godere la bellezza, la luce e la poesia amoreggiando tra loro come fidanzatini di Peynet, o come i ragazzi che si amano…altrove molto più lontano della notte, molto più in alto del giorno nell’abbagliante splendore del loro primo amore!*
L’isola è sfuggente, azzurra, e profumatissima, ma attenzione, come ammonisce Gozzano (o Guccini), se il pilota avanza, rapida si dilegua come parvenza vana, tingendosi d’azzurro color di lontananza!** Insomma, se non leggete questo blog, trovare l’Isola non è così facile… chi ci è stato però ne è entusiasta e racconta meraviglie, come tale Francis Bacon frequentatore di amabili Utopie: “Abbiamo case del profumo, in cui pratichiamo esperimenti del gusto. Moltiplichiamo gli odori, il che può sembrare strano. Imitiamo gli odori facendoli uscire tutti da misture diverse da quelle che li producono. Produciamo diverse imitazioni, tanto da ingannare il gusto di qualunque uomo. In questa casa teniamo anche un laboratorio di confetture, dove produciamo tutti i dolci, quelli secchi, quelli morbidi, e diversi e piacevoli tipi di vino, latte, brodo, insalata, in ben più ricca varietà rispetto a ciò che avete voi”.***
Ecco, non da ultimo, sull’Isola dei dolci sperduti si sperimenta e si crea!
Il percorso di riabilitazione per dolci antichi che vogliono trasferirsi a vivere in questo curioso angolino del mio blog è completamente gratuito. Spargete la voce amici, si cercano abitanti vecchierelli, per popolare un’Isola meravigliosa…
A presto, la vostra Betulla.
*Jacques Prévert, I ragazzi che si amano, Paroles 1946.
**Guido Gozzano, La più bella, La Lettura, 1913, musicata da Francesco Guccini come L’Isola non trovata nell’omonimo album del 1970.
***Francis Bacon, New Atlantis, 1627.
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