
La carabattola di oggi è un rullo per fare il reticolo frolla a losanghe sulle crostate. Ma oggi non ci sono ricette di torte o dolcetti, solo un racconto che da sempre mi fa tornare in mente l’atmosfera natalizia, e il calore famigliare, mentre fuori nevica e per scaldarti ti stringi intorno a un libro! Ok, sono un po’ sentimentale, ma non poteva esistere un calendario dell’avvento Betulliano senza tirare in ballo Piccole Donne.
Il romanzo, pubblicato nel 1868 in America, è la storia delle quattro sorelle March – la giudiziosa Meg, l’impertinente Jo, la dolce Beth, la vanitosa Amy – dei loro sogni e speranze di adolescenti sullo sfondo dell’America scossa dalla guerra di Secessione. Da un Natale all’altro, per un anno intero, Louisa May Alcott ci racconta le vicende delle quattro ragazze con un’ analisi psicologica così penetrante da farci sentire le chiacchiere, i capricci, le difficoltà e gli entusiasmi delle quattro piccole donne come attuali e vicini. Non a caso il libro è tutt’ora un grande classico dell’infanzia. Forse il mondo di oggi funziona in un’altro modo rispetto a quello del 1860, ma i legami famigliari, gli affetti e i sentimenti di una famiglia che si stringe nelle difficoltà come nelle gioie della vita sono identici. Motivo per cui sono felice di avere ricevuto in regalo ancora piccolissima una edizione di “Piccole Donne” a fumetti, poi soppiantata dal romanzo vero e proprio. La mia immaginazione è legata a quei disegni…le mie piccole donne sono loro…e così le immagino incamminarsi verso la casa degli Hummel per regalare loro la colazione di Natale… o recitare una sgangherata “commedia per signorine” e pasteggiare allegramente con i doni del ricco vicino di casa…pur con un pensiero rivolto al triste Natale del padre lontano da casa per la guerra.



Capitolo II
di piccole Donne di L.M Alcott
“Un lieto Natale”
“Buon Natale a voi, figlie mie! Sono contenta che abbiate già iniziato e spero che continuerete. Ma prima di sederci, devo dirvi una cosa. Poco lontano da qui, una donna ha appena avuto un bimbo. Ne ha già altri sei, che stanno rannicchiati in un unico letto per non gelare. Infatti, non hanno né legna per il fuoco, né qualcosa da mangiare… Bambine mie, vorreste donare loro la vostra colazione come regalo di Natale?” Per un momento nessuna parlò: avevano un grande appetito poichè attendevano già da un’ora. L’indecisione durò per poco.- Sono contenta che tu sia arrivata prima che cominciassimo. – Vengo io ad aiutarti? – chiese Beth con premura. – Io porto la crema e le focaccine, – soggiunse Amy. – Sapevo che le mie bambine avrebbero fatto questo piccolo sacrificio – disse sorridendo la signora March. – Verrete tutte con me e quando torneremo faremo colazione con latte, pane, burro.In pochi minuti tutte furono pronte per uscire. Per loro fortuna, le strade erano deserte e nessuno si meravigliò di quella processione.La stanza che videro era veramente una stamberga! Il fuoco era spento, le finestre sconquassate; le coperte lacere e in un angolo la madre ammalata col piccolo che strillava. Sotto una vecchia coperta erano sei bambini che, quando videro entrare le fanciulle, sorrisero spalancando gli occhi per la meraviglia.
– Mio Dio! Sono gli angeli che vengono ad aiutarci, – esclamò la povera madre commossa.- Strani angeli con cappucci e guanti! – esclamò Jo e tutti risero allegramente. […] Le opere benefiche e la distribuzione dei doni occupò le ragazze per tutta la mattinata; il pomeriggio, invece, trascorse tra i preparativi per la festa di quella sera. Essendo ancora troppo giovani per andare a teatro e non avendo la possibilità di comperare tutto il necessario per le loro rappresentazioni, le ragazze dovevano aguzzare il loro ingegno. Alcune delle loro trovate erano veramente ingegnose: chitarre di cartone colorato, lumi antichi ricavati dalle scatole di burro, abiti di cotonina ornati con diamanti di stagnola, armature di lamina di zinco. Il mobilio della stanza era abituato ad essere messo sossopra per quelle ingenue baldorie. Alle recite erano ammesse solo le bambine, così Jo poteva divertirsi ad impersonare tutte le parti maschili. […]La sera di Natale, su una brandina che fungeva da platea, erano sedute una dozzina di spettatrici: grande era l’attesa davanti al sipario di tela azzurra. Dietro al sipario si udivano fruscii, rumori di passi, un parlare sommesso e le risatine soffocate di Amy, che era in preda ad una grande agitazione.
Finalmente il sipario si alzò e cominciò la ” Tragedia musicale “.[…] Al termine del quarto atto il pubblico applaudì freneticamente e l’applauso sarebbe durato a lungo se non fosse accaduto uno strano incidente. La branda su cui erano seduti gli spettatori si chiuse improvvisamente, soffocando il generale entusiasmo.
Ridevano ancor tutti quando Anna entrò portando gli auguri di Buon Natale da parte della signora March ed invitando tutti ad un piccolo trattenimento. Fu una sorpresa anche per le ragazze; sapevano che la mamma avrebbe offerto qualcosa, ma una cena così bella non l’avevano più veduta dal tempo della lontana ricchezza. C’erano due gelati; uno bianco ed uno rosso; torta, frutta, un vassoio di fondante e, nel centro della tavola, quattro bellissimi mazzi di fiori. Le bambine guardarono meravigliate, poi assalirono la madre di domande:
– Sono le fate? – domandò Amy.
– È il Babbo Natale! – disse Beth.
– È stata la mamma! – esclamò Meg, sorridendo felice.
– Per una volta tanto la zia March ha avuta una buona idea! – esclamò Jo improvvisamente.
– Avete sbagliato! – rispose la signora March. – Ha mandato tutto il Sig. Laurence!
– Il Sig. Laurence? Ma se non ci conosce neppure! – esclamò Meg, stupita.
– Anna ha raccontato ad una delle sue domestiche la nostra spedizione di questa mattina in casa Hummel. La storia lo ha commosso, molti anni fa egli era amico del mio babbo, ed oggi mi ha scritto un bigliettino chiedendomi il permesso di mandarvi qualche ghiottoneria, in onore del giorno di Natale. Non potevo rifiutare ed ecco qui un banchetto che certamente vi ricompenserà del pane e latte di questa mattina.
– Mio Dio! Sono gli angeli che vengono ad aiutarci, – esclamò la povera madre commossa.- Strani angeli con cappucci e guanti! – esclamò Jo e tutti risero allegramente. […] Le opere benefiche e la distribuzione dei doni occupò le ragazze per tutta la mattinata; il pomeriggio, invece, trascorse tra i preparativi per la festa di quella sera. Essendo ancora troppo giovani per andare a teatro e non avendo la possibilità di comperare tutto il necessario per le loro rappresentazioni, le ragazze dovevano aguzzare il loro ingegno. Alcune delle loro trovate erano veramente ingegnose: chitarre di cartone colorato, lumi antichi ricavati dalle scatole di burro, abiti di cotonina ornati con diamanti di stagnola, armature di lamina di zinco. Il mobilio della stanza era abituato ad essere messo sossopra per quelle ingenue baldorie. Alle recite erano ammesse solo le bambine, così Jo poteva divertirsi ad impersonare tutte le parti maschili. […]La sera di Natale, su una brandina che fungeva da platea, erano sedute una dozzina di spettatrici: grande era l’attesa davanti al sipario di tela azzurra. Dietro al sipario si udivano fruscii, rumori di passi, un parlare sommesso e le risatine soffocate di Amy, che era in preda ad una grande agitazione.
Finalmente il sipario si alzò e cominciò la ” Tragedia musicale “.[…] Al termine del quarto atto il pubblico applaudì freneticamente e l’applauso sarebbe durato a lungo se non fosse accaduto uno strano incidente. La branda su cui erano seduti gli spettatori si chiuse improvvisamente, soffocando il generale entusiasmo.
Ridevano ancor tutti quando Anna entrò portando gli auguri di Buon Natale da parte della signora March ed invitando tutti ad un piccolo trattenimento. Fu una sorpresa anche per le ragazze; sapevano che la mamma avrebbe offerto qualcosa, ma una cena così bella non l’avevano più veduta dal tempo della lontana ricchezza. C’erano due gelati; uno bianco ed uno rosso; torta, frutta, un vassoio di fondante e, nel centro della tavola, quattro bellissimi mazzi di fiori. Le bambine guardarono meravigliate, poi assalirono la madre di domande:
– Sono le fate? – domandò Amy.
– È il Babbo Natale! – disse Beth.
– È stata la mamma! – esclamò Meg, sorridendo felice.
– Per una volta tanto la zia March ha avuta una buona idea! – esclamò Jo improvvisamente.
– Avete sbagliato! – rispose la signora March. – Ha mandato tutto il Sig. Laurence!
– Il Sig. Laurence? Ma se non ci conosce neppure! – esclamò Meg, stupita.
– Anna ha raccontato ad una delle sue domestiche la nostra spedizione di questa mattina in casa Hummel. La storia lo ha commosso, molti anni fa egli era amico del mio babbo, ed oggi mi ha scritto un bigliettino chiedendomi il permesso di mandarvi qualche ghiottoneria, in onore del giorno di Natale. Non potevo rifiutare ed ecco qui un banchetto che certamente vi ricompenserà del pane e latte di questa mattina.

Un bel romanzo, dal quale sono stati tratti dei film dalla calda atmosfera tipica natalizia. Per gli appassionati del genere, l'edizione a fumetti sarà sicuramente interessante.
Il taglia lasagne è molto utile per ottenene un reticolato d'effetto e con un pò di pratica anche perfetto!
A presto