
8.Taglia Biscotti Abete
So che per tanti questo è il w.e dell’Albero di Natale. Così mi sono messa a pensare che una delle cose che mi piaceva di più in questo giorno era rintanarmi ai piedi dell’Abete e guardare gli addobbi tra i rami. Quando poi c’erano le lucine a incandescenza questo momento aveva anche un profumo buonissimo di aghi di pino e resina. E così, tra un ricordo e l’altro mi è venuta voglia di andare a cercare la storia di un altro albero magico tanto caro alla mia infanzia.
Il librino è saltato fuori da una scatola della soffitta, le illustrazioni sono bacucche, e pur senza trovare una data sappiate che è così vecchio da essere costato ben Lire 100 (praticamente era già vecchio quando io sono nata). Vi scrivo qui questa storia non perchè io sia una romantica nostalgica incallita, non solo, ma perchè a tutt’oggi da adulta, posso dire che la storia di Zighibù, bambino di una non meglio identificata tribù, rimane la più bella metafora della lettura che io abbia mai incontrato nella mia vita, e questo nonostante la quantità ragguardevole di libri che mi sono passati sotto gli occhi! Quindi volevo condividere con voi l’immagine di una albero speciale, che come un libro prende i piccoli abitanti della foresta per deporli nel proprio tronco cavo, in un altro mondo, al sicuro e felici fino al momento di tornare nella realtà. Cosette da bimbi…ma chi non torna bambino di fronte ad un albero? e poi è il disobbediente Zighibù che mi ha insegnato che sedersi ai piedi di un albero e guardare in alto è un gesto prezioso…non solo a Natale!

“Zighibù e l’albero misterioso”
Un albero strano, enorme, sorgeva maestoso nella foresta. Aveva un tronco largo cento metri e invece di rami possedeva foglie lunghissime di un colore verde molto scuro. Queste foglie si levavano alte verso il cielo e ricadevano, a cascata, tutt’intorno. Zighibù sentiva una grande attrazione mista a paura, verso quest’albero che gli incuteva un certo rispetto.
-Non ti avvicinare mai a quell’albero! – gli aveva detto lo stregone del villaggio. Ma Zighibù spesse volte si era avvicinato ad osservarlo, rimanendo ogni volta incantato.

Un giorno in cui la curiosità maggiormente lo stuzzicava Zighibù andò molto vicino all’albero, tanto da poter osservare una piccola gazzella assetata intenta a bere l’acqua di un ruscello poco distante. In quel momento echeggiò un ruggito spaventoso. Il leone! La gazzella era paralizzata dalla paura, mentre il leone si avvicinava con la bocca spalancata, sicuro di mangiarla in un sol boccone. Zighibù, ben nascosto tra i cespugli, sentì i capelli rizzarglisi in testa. Ma accadde qualcosa di imprevisto: una delle lunghissime foglie dell’albero misterioso si allungò verso la piccola gazzella, le si arrotolò intorno, la sollevò dolcemente per aria facendola sparire alla vista del felino affamato. Il leone emise un paio di ruggiti di rabbia, e poi se ne andò deluso. Zighibù era rimasto meravigliato senza capire bene cosa fosse successo. Corse al villaggio, e la prima persona che incontrò fu lo stregone. Gli raccontò immediatamente lo strano avvenimento, ma il vecchio lo sgridò, ricordandogli di aver detto molte volte ai bimbi di non andare vicino all’albero. Zighibù non poteva accontentarsi di un rimprovero: voleva vederci chiaro, così tornò al ruscello vicino all’albero misterioso. Entrò nell’acqua, e poco dopo: RRROAR! Il Leone! Zighibù sentì un gran freddo al cuore, ma quasi senza accorgersene si sentì sollevare mentre una fresca foglia verde lo avvolgeva. Zighibù chiuse gli occhi e quando li riaprì si trovò deposto su una specie di soffice tappeto di foglie, dentro il tronco cavo dell’albero misterioso. Attorno a lui c’erano piccole scimmie, la gazzella, un ippopotamo e tante altre graziose bestiole della foresta. L’albero misterioso era il protettore dei piccoli animali che si smarrivano nella foresta, o che erano minacciati dal terribile leone. Zighibù si divertì tanto a giocare con le bestiole da non pensare più al babbo, alla mamma e a tutti gli amici del villaggio. A un certo punto, però si sentì sollevare in aria,e poco dopo si trovò deposto fuori, ai piedi dell’albero misterioso. Era già buio. Guardando il cielo Zighibù poteva vedere le stelle tra i rami dell’albero.
-Zighibù zighibù dove sei? È tardi- é la voce della mamma, pensò Zighibù. E si mise a correre nella sua direzione!

Ho letto volentieri questa storiella che profuma di Natale 🙂
Un bacio 🙂
ciao carissima, passo per lasciarti un saluto visto che non passo da tempo ahimè
non conosco questa lettura e ti ringrazio per avercene parlato.
un caro saluto :*
Grazie Cara Valeria…a presto piccola Chef!
Dolce Vati..che bello averi qui! un abbraccio…