
La mia amica Cristina del blog “Coccole di Dolcezza” ha intrapreso, da qualche anno direi, una furiosa guerra contro i bianchi d’uovo. Fine pasticcera la dolce donzella si trova sempre con dosi galattiche di albumi che stazionano apatici nel suo frigorifero. Meringhe, financiers, macarons, lingue di gatto e di suocera, gateau capucine, gateau concorde, mousse, sorbetti e gelatine: Cristina le ha provate tutte per smaltirli…ma i pallidi si accumulano senza sosta. Tanto che alla fine ha deciso di trasformare la sua solitaria battaglia in una bagarre collettiva, e il suo “incubo albumi” è diventato un contest simpaticissimo.

Ovviamente avrei voluto perorare la causa con gloria e onore, condividendo cioè quelle mie 4/5 ricette talmente “albumose” che sembrerebbe impossibile non correre a comprare una bottiglia di albumi pastorizzati al supermercato! (Tranquilla Cri, ho detto quasi…qui gli albumi si sgusciano non si comprano nudi)! Siccome però i miei progetti sono stati rallentati da una serie di accidenti curiosi, mi ritrovo sullo scadere del contest con una sola ricetta pronta. Ho pensato: meglio una sola ma buona! Niente di nuovo sul fronte occidentale, ma almeno ho risposto al dovere morale di far sentire la cara Cristina meno sola. Come vi racconterò non è l’unica donna a essersi lambiccata il cervello in cerca di ricette a base di soli albumi!
Dunque, partiamo dal nome del dolce: Visitandines. Le Visitandines sono in realtà le suore dell’ordine della Visitazione di Maria fondato nel 1610 da San Francesco da Sales e Santa Jeanne Françoise Frémyot Chantal a Annecy in Savoia.

Apro una piccola parentesi storica e un po’ femminista per sottolineare l’originalità di questo nuovo ordine che accoglieva senza remore anche vedove, donne cagionevoli di salute o disabili, cosa affatto scontata negli altri ordini. Ispirate dall’episodio di Maria incinta di Gesù, che va a visitare la cugina Elisabetta a sua volta in attesa di Giovanni (il Battista), le suore dell’ordine avevano l’abitudine di anteporre al loro nome la sigla V.S.M, e cominciarono così ad essere chiamate Visitandines. Nel XVII secolo, la comunità monastica delle Visitandines di Nancy, in Lorena, inventò questi particolari dolcini proprio per smaltire l’incredibile eccesso di albumi che intasava le cucine del monastero. Le monache, infatti, erano dedite ad una serie di lavori di pittura (miniature, decorazioni di reliquiari, pittura su seta…) per cui erano necessari esclusivamente i tuorli d’uovo. Le tempere all’epoca, si ottenevano miscelando proprio polveri di colori ad un legante come il tuorlo. Naturalmente sarebbe stato un delitto gettare tanti albumi, e nacquero così le Visitandines, soffici dolcetti antichi caduti oggi quasi in disuso (si trovano comunemente solo nelle pasticcerie della città insieme ai Macarons di Nancy, anch’essi inventati dalle suore per la stessa necessità). Se non che nel 1890 tale Lasne, pasticcere con bottega a Parigi accanto alla Borsa, ne riprende in mano la ricetta, e inventa i celeberrimi Financiers…ma questa, cari amici è un’altra storia…e un altro post!
La forma classica delle Visitandines dovrebbe essere quella a barchetta…ma ormai anche tonda o a ciambellina! Io le trovo particolarmente indicate per il thè o il caffè del pomeriggio…l’idea delle suore artiste e creative con pennelli e fornelli, me le rende particolarmente simpatiche… senza contare che la ricetta è collaudatissima, adatta a molte personalizzazioni (al posto di Vaniglia&Limone ogni tanto faccio Vaniglia&Bergamotto -olio essenziale-, o Menta, o Acqua di fiori d’arancio)!
Cara Cristina…per te quindi un dolce perduto, un po’ di Storia… e tutta la mia solidarietà nella tua “questione privata” contro gli albumi!
VISITANDINES
Ingredienti (per 36 visitandines):
4 bianchi d’uovo*
150 g di burro
125 g di zucchero semolato
125 g di mandorle in polvere
40 g di farina 00
la scorza di mezzo limone bio
i semi di mezza bacca di vaniglia
*dato che un albume pesa mediamente 35/ 40 g calcolare 140/160 g di bianco d’uovo.
Procedimento:
-Tagliare il burro a dadini e farlo fondere a fiamma dolcissima. Montare a neve uno solo dei quattro bianchi d’uovo e riporlo coperto in frigorifero.
-Preriscaldare il forno portandolo a 180°. Imburrare gli stampini -sono perfette le teglie per mini-muffin-.
-Mescolare in una terrina capiente lo zucchero e le mandorle in polvere. Aggiungere la farina setacciata, e uno alla volta i tre bianchi d’uovo. Poi unire, sempre mescolando, il burro tiepido e gli aromi. Infine aggiungere anche il bianco d’uovo montato a neve.
-Aiutandosi con un cucchiaio mettere una piccola quantità di composto nelle formine sino ad esaurirlo.
-Infornare per 8/10 minuti: le tortine dovranno essere dorate e gonfie all’esterno e umide all’interno.
-Toglierle dagli stampini ancora tiepide ed eventualmente spolverizzarle con zucchero a velo non vanigliato!
Oltre al fatto che amo tutto ciò che è francese, come è ben risaputo, questi dolcetti mi colpiscono per la loro forma… assomigliano a delle casette, quasi un fungo, quasi una dimora dei Puffi! 🙂 Non so se sia il mio occhio bambino ad avermici fatto pensare, però davvero ci vedo un tetto con una spolverata di neve… siamo in piena estate con 40 gradi, è vero, ma gli occhi vivono stagioni tutte loro, no? 🙂
Giusti per me, che detesto meringhe ed affini e non riesco a smaltire gli albumi. ..
Adorabili dolcetti. Saprò cosa farmene dei prossimi albumi…
V.
Ciao,bellissimo post,da provare poi questi dolcetti dalla lunga storia!
Un abbraccio
Posso dirlo ? Il post migliore in assoluto tra tutti quelli coni quali mi son arrivate le ricette. Grazie di cuore Betullina, mi hai commosso ! Mi hai dedicato un post, mi hai raccontato una storia che non conoscevo (mi vien da sorridere nell'immaginarmi le suorine che mescolan colori con i tuorli), mi hai regalato una ricetta perduta nel tempo. Grazie grazie grazie !! :)))
Posso dirlo ? Il post migliore in assoluto tra tutti quelli coni quali mi son arrivate le ricette. Grazie di cuore Betullina, mi hai commosso ! Mi hai dedicato un post, mi hai raccontato una storia che non conoscevo (mi vien da sorridere nell'immaginarmi le suorine che mescolan colori con i tuorli), mi hai regalato una ricetta perduta nel tempo. Grazie grazie grazie !! :)))
Ciao,
arrivo qui da te dalla pagina del contest di Cristina e sono stra-felice di essermi soffermata sulla tua ricetta perché è vero, il tuo post è eccezionale!
A presto allora, da oggi sarò una tua assidua lettrice 😉
Cara Betulla, il tuo contributo alla mia guerra personale all’albume (ahimè…sempre in corso) è stato molto proficuo. Ho replicato più volte questa ricetta, sempre con molti apprezzamenti ed oggi l’ho divulgata. Ed ogni volta penso sorridendo alla storia che sta dietro. Ti ringrazio moltissimo per il tuo commento di oggi, per le belle parole e per la fiducia. Un abbraccio con affetto