Con questa Ricetta partecipo al contest “Raccontami una ricetta” di Il mondo da Scoprire.
Scritta come una storia per bambini è una torta buonissima da fare con loro.
TORTA DI MELE
Ingredienti:
-1 tazza di olio (oliva o arachidi)
-1 tazza di zucchero
-1 tazza di latte
-3/4 di tazza di farina
2 uova
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale
la buccia di un limone bio grattugiato
1 mela a cubetti o una pera (eventualmente una manciata di mandorle o noci).
“La Tazza di Marti”
La Marti era una bimba un po’ speciale! Andava a scuola, e ogni giorno nell’intervallo se ne stava in un angolino, tra l’armadio di latta e il termosifone proprio davanti alla finestra! Non giocava con gli altri bambini e guardava fuori. Guardava gli alberi del giardinetto, guardava il cielo, se riusciva guardava gli uccellini…Zitta zitta mangiucchiava la sua merenda. Lei era una bambina speciale, lo sapeva. Non aveva la merenda di tutti gli altri bambini: a lei la mamma preparava una fetta di pane con la marmellata di fragole, una mela a spicchi, un panino al formaggio, o due mandarini. In quei dieci minuti tutti scartavano merendine al cioccolato, aprivano sacchetti, bevevano bollicine, facevano scricchiolare carte e pacchetti colorati tra le mani e mangiavano in fretta per correre a giocare! Marti, invece, apriva veloce la sua scatoletta porta-merenda e si rintanava nel suo angolino preferito! La mamma le aveva detto mille volte che le sue erano merende buonissime, erano diverse da quelle degli altri bambini perché Marti era una bimba speciale: era una bimba che, proprio come la sua mamma e il suo papà, cercava di mangiare bene…di mangiare “cibo sano” e pochi “Pasticci”. «Uffa» , però, pensava Marti, « la mamma avrà anche ragione, ma io mi vergogno di non avere mai una patatina o una caramella gommosa da scambiare all’intervallo!!!».Tutti i bambini trascorrevano quei pochi minuti di libertà a mercanteggiare pezzetti di merendine, giochini di plastica, caramelle, bevande gasate, figurine. Ma chi voleva assaggiare pane e marmellata o uno spicchio di mandarino?? Nessuno! Proprio nessuno! Infatti Marti aveva smesso di proporre parti della sua merenda ai compagni e si era “autosospesa” dall’intervallo… guardava fuori, sbocconcellava malvolentieri quella sua seppur buona merenda, e inventava storie. Se ne stava sola con la sua fantasia. In fondo era una bambina speciale, e Speciale, aveva capito che era la stessa cosa di Diverso!
Marti aveva una zia simpaticissima. Era la sorella della mamma, aveva i capelli neri, lunghi lunghi come le sciarpe colorate che aveva sempre al collo, gli occhiali turchesi e mille storie curiose da raccontare a Marti. Per le vacanze di Natale era venuta a prenderla….avrebbe portato Marti in città per qualche giorno, senza mamma e papà. Che emozione: ogni giorno c’era una avventura diversa…la zia era Super, quasi magica, non stava mai ferma…aveva sempre idee nuove, divertenti, e mille cose belle da fare vedere alla piccola Marti. La zia Gabriella stava in un appartamento al primo piano di un bel palazzo. Marti appena sveglia, ogni mattina, correva alla finestra a guardare i tram arancioni. Le sembravano buffissimi, rumorosi e affaticati, quasi stanchi di fare il loro lavoro… di riempirsi di gente e risputarla fuori o ogni fermata! E poi la incuriosiva quella ragnatela di fili a cui stavano attaccati. I tram erano come ragnetti arancioni e sferraglianti su una grande ragnatela!! Che strana questa città! E chissà oggi dove le avrebbe portate uno di quei tram? Erano andate al Museo del Cinema, che per Marti era diventato il posto più bello in cui aveva mai messo piede, aveva giocato tutto il pomeriggio con le lenti, gli esperimenti, aveva sbirciato in ogni spioncino, guardato tutti gli oggetti dei film, “provato” ogni sedia rossa…poi aveva anche voluto prendere l’ascensore di cristallo… e arrivare in cima alla Mole. Avevano visto la città dall’alto, lassù faceva freddissimo, ma Marti aveva potuto vedere la casa della zia, e anche quella stramba ragnatele con i tram arancioni che correvano. Erano state a passeggio sotto i portici, a mangiare la cioccolata calda in certi bar che qui si chiamavano caffè, e che luccicavano tutti pieni d’oro e di stucchi. La zia l’aveva portata a vedere uno spettacolo di marionette, e una sera erano andate in collina all’Osservatorio astronomico. Un giorno erano state addirittura in un posto che era uguale a quel film che c’è sempre nelle mattine delle vacanze di Natale: “Pomi d’ottone e Manici di scopa”. È un film vecchio e bellissimo, Marti spera sempre di riuscire a vederlo, almeno l’inizio, la “sigla” prima che la storia cominci. Ci sono un sacco di cavalieri, uomini in armatura, con cavalli bellissimi tutti bardati come per un torneo antico…sono su un foglio, sono disegnati, e poi si animano e combattono, e respingono i cattivi di là dal mare. Be’, la zia le aveva fatto proprio un grande regalo…la gita più bella della vacanza era stata quella all’Armeria…tutti quelle armature, quelle lance, quei pennacchi, quei ciuffi di piume colorate sugli elmi… Marti aveva visto che quelle piumette si muovevano appena appena. Lassù, sulla testa di chissà che importante cavaliere. Così si era convinta che anche quelle armature, come quelle del film, avrebbero potuto animarsi…bastava l’incantesimo giusto…Chissà…
Quel giorno però niente esplorazioni o giretti bizzarri. Aveva iniziato a nevicare dal mattino. Era bellissima la neve in città…anche se aveva un profumo diverso! Marti era andata sul balcone a caccia di fiocchi, con un cartoncino nero cercava di catturarli e guardarli per un attimo, prima che sciogliessero. La zia era stata un po’ al computer, poi avevano mangiato, poi avevano letto un po’ sul divano, poi quasi quasi Marti iniziava a pensare alla mamma…aveva voglia di andarle in braccio di farsi coccolare un po’. Gli altri giorni aveva avuto tanto da fare e da vedere…non aveva avuto tempo di sentire la nostalgia. Invece adesso, Uffa questa neve…subito era bello guardarla cadere, ma Marti non pensava che sarebbe stata così noiosa. «E chissà la mamma e il papà cosa fanno senza di me? ». Così la zia ha avuto un’idea bellissima: ha deciso di insegnarmi a fare una torta! Dice che è la torta-merenda più buona della terra, è la sua merendina che si porta in ufficio quando va al lavoro. La zia mi ha messo uno dei suoi grembiulini a fiorellini, che ridere: era lungo lungo per me, mi sembrava di avere una gonnella! Poi siamo andate in cucina, io in piedi su uno sgabello, e lei accanto a me. Mi ha spigato che il segreto di questa torta è la sua tazza azzurra. La zia ha una tazza azzurra che usa per misurare tutti gli ingredienti! Dentro una ciotola grande abbiamo messo una tazza di olio, 1 tazza di zucchero, e 1 tazza di latte, abbiamo mescolato bene con una frusta, poi abbiamo aggiunto quasi una tazza di farina (quasi, perché la tazza non era piena fino al bordo). A questo punto la zia mi ha insegnato a rompere le uova! Sono strane con quel guscio che sembra durissimo, e poi si sbriciola. Al primo tentativo il guscio è caduto nell’impasto, ma al secondo è andata già meglio. Abbiamo mescolato bene anche le due uova, poi la zia ha cercato una bustina di lievito! A me piace tantissimo quel profumo, anche se pizzica il naso se lo respiri troppo vicino alla bustina. Io facevo cadere lo lievito e la zia mescolava. Alla fine la zia ha tagliato una mela a cubetti e ha aggiunto anche quella, insieme alla buccia grattugiata di un limone. Ho girato io tutti gli ingredienti….che fatica! Alla fine abbiamo messo la torta “molle” dentro una teglia rotonda, l’ho cosparsa di zucchero e insieme l’abbiamo messa nel forno caldo (la zia mi ha spiegato che il vetro è bollente, e che bisogna sempre ricordarsi di non appoggiarci le mani). Quando è uscita dal forno la torta profumava tantissimo…non era più giallina e molliccia…aveva una bella crosticina colorata e sembrava soffice come un cuscinetto!!
Quando la torta si è raffreddata un po’ l’abbiamo mangiata per merenda…era proprio buona, dolce e piena di mele!! Intanto aveva quasi smesso di nevicare….
Il giorno dopo Marti e la zia sono andate in un negozio bellissimo, profumato, ma come il bagno della zia, non come la torta di mele. Era un negozio grande, con le scale mobili tra un piano e l’altro…Vicino a delle finestre grandissime la zia si è fermata, si è guardata un po’ intorno e ha detto: Marti puoi scegliere la tazza da torta che ti piace di più. Puoi cercare un tazza che ti piace, così potrai fare la torta-merenda anche quando sarai tornata a casa. Marti era un po’ indecisa…era un posto come non ne aveva mai visti…si sentiva accaldata e piccola, come i tram-ragnetto sulla ragnatela gigante della città. Marti non sapeva bene da dove cominciare quella specie di caccia al tesoro…e girava un po’ a vuoto tra gli scaffali…finché: eccola! Tra delle candele verdi e gialle Marti vede una tazza bellissima, una tazza-arcobaleno! Una tazza di tutti i colori, bella e cicciottella, come quella della zia!
Alla fine la torta della zia Gabriella è stata la cosa più bella delle vacanze di Natale di Marti!!Infatti da quando è tornata a casa, ogni domenica pomeriggio Marti con la mamma prepara la sua torta di mele (e ogni tanto ci mette anche le mandorle o le noci), poi ne mangia una fetta nel te per merenda, e il resto se lo porta a scuola in settimana. Adesso Marti non se ne sta più in un angolino nell’intervallo! Gioca con gli altri bambini e scambia con loro pezzetti della sua torta: lo dice a tutti, è una torta che si prepara lei, una torta che ha imparato a fare in città, dalla zia, durante le sue meravigliose vacanze. Non si sente più una bambina speciale che si vergogna, si sente una bambina speciale orgogliosa di aver imparato a farsi la merenda con una tazza arcobaleno…
BETULLA
Cristiana Valeria dice
….la tua storia mi piace molto, me la rivendo ai miei piccoli mostri! Notte cri
Betulla dice
Wow, che onore essere raccontata ai tuoi bimbi!! Grazie, così ho scoperto il vostro bellissimo blog-sodalizio!