
Buone Letture (con ricetta):
La parte più tenera
Ruth Reichl
Ponte alle grazie 1998
15 euro
Quest’estate invece del solito graaande classico da 1500 pagine ho deciso di portarmi in vacanza tanti libri di generi completamente diversi tra loro. L’esperimento ha funzionato: la grande varietà ha provocato un goloso “effetto ciliegia”… un libro tira l’altro e alla fine ho letto ben più delle solite 1500 pagine d’agosto, senza annoiarmi mai! Uno di questi libri da valigia era “La parte più tenera” di Ruth Reichl. L’avevo preso in mano mille altre volte, senza mai decidermi a leggerlo davvero. Aspettava, forse, l’atmosfera rarefatta di agosto, l’immobilità pomeridiana in mezzo a due finestre aperte, e una “sete di storie” acutizzata dal gran caldo. In breve: colpo di fulmine.
Libro bellissimo, brillante, ironico e mai troppo leggero. Ovviamente lo consiglio con il cuore a tutti quelli che vengono fin qui per leggere le mie chiacchiere…perchè si tratta di una sorta di lunga, sofferta, dolcissima “educazione sentimentale” al cibo. Le éducation (Flaubert docet) sono sempre strade in salita, tortuose, piene di soste, accidenti e pericoli. E così è anche stata la vita di Ruth, che da figlia della “Regina della Muffa” (la madre aveva una pericolosa propensione ad avvelenare gli ospiti), è riuscita a diventare la critica culinaria più famosa d’America. Ora, i dettagli di questa vita appetitosa, dolorosa e fortunata, come tutte le vite straordinarie, potete leggerli tranquillamente nel libro, senza che io qui vi spoileri tutto. Sappiate però che il bocconcino è delizioso e preziosissimo, perchè il mondo è pieno di romanzieri, così come è pieno di persone amano la cucina. Ma trovare le due cose unite, con intelligenza e sensibilità, nelle stesse pagine è un piacere raro e particolarmente gustoso. Facciamo un paragone (gastronomico ça va sans dire): foie gras, burro salato, pane ai fichi, vino rosso. Non si mangia così tutti i giorni…ma quelle volte che si incappa in tale bontà diventa un pasto memorabile. Ecco, questo libro è un pasto memorabile per lettori golosi! D’altronde, avrei potuto non innamorarmi di un libro che comincia così???:
«Nella mia famiglia saper raccontare storie è sempre stato tenuto in grande considerazione. Mentre tornava a casa dal lavoro, mio padre riorganizzava nella mente gli avvenimenti della giornata per renderli più interessanti, e mia madre sapeva trasformare una visita al supermercato in una piccola avventura. Se questo richiedeva qualche minimo aggiustamento dei fatti, nessuno ci dava peso: era di sicuro preferibile che aggiustare il proprio pubblico. Le storie migliori, ovviamente, venivano ripetute in continuazione finché non acquisivano una vita propria. […] Questo libro appartiene senza ombra di dubbio alla mia tradizione famigliare. In esso è tutto vero, anche se non sempre lo è nei minimi dettagli. In alcuni casi ho compattato gli eventi, in altri di due persone ne ho fatta una. Qui e là ci ho ricamato un po’ su. Del resto ho imparato presto che la cosa più importante nella vita è una buona storia. »
Detto questo io ho deciso di rifare la ricetta che accompagna il capitolo 6, intitolato appunto La tarte. Si tratta di una delle tante parentesi francesi nella vita di Ruth, quando, l’estate prima di entrare al college fu spedita dalla madre a fare l’ assistente nelle colonie sanitaire francesi sull’ Île d’Oléron. Mi è piaciuta l’atmosfera confusionaria della colonia estiva, mi sono rivista nell’inconsistenza struggente di Ruth, in bilico tra l’incoscienza spensierata dei ragazzini che doveva accudire e i desideri di una donna matura, anche se il centro del racconto è il pomeriggio in compagnia di una coppia di bizzarri parigini. Ruth e un’amica chiedono loro un passaggio e si trovano a dover trascorrere il pomeriggio con i Deveau, famelici gourmet a caccia di leccornie introvabili. Così assaggiano formaggi, limonata, confit d’anatra e questa strepitosa tarte aux framboise, a cui mi sono liberamente ispirata* per usare gli ultimi, dolcissimi frutti di bosco della stagione.

(Autrice tra l’altro di questo bel sito, molto aggiornato e zeppo di sue ottime ricette.)
*la tarte originale la trovate facilmente in rete, o direttamente sul libro, questo è un mio fantasioso rimaneggiamento (frolla integrale e frutti di bosco misti) dal risultato incantevole!
Tarte alla Oléron
Liberamente tratta da La Tarte di Ruth Reichl
(tarte ai frutti di bosco)
Ingredienti:
per la pasta frolla integrale:
100 g di farina integrale
150 gr di farina 00
125 gr di burro
100 gr di zucchero
1 uovo
Per il ripieno:
90 g di mandorle pelate
120 g di zucchero
50 g di burro ammorbidito
3 tuorli grossi
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
300 g di frutti di bosco freschi o congelati
zucchero a velo per decorare
Procedimento:
1.Fare la frolla: in una ciotola mescolare le due farine, aggiungere i pezzettini di burro mou (cioè a temperatura ambiente) e lo zucchero. Con la punta delle dita, o nell’impastatrice lavorate l’impasto fino ad avere un composto sablé (consistenza sabbiosa). Infine aggiungete l’uovo e impastare fino a ottenere una frolla compatta. Avvolgere con della pellicola per alimenti e lasciar riposare almeno un’oretta al fresco. Questa dose è abbondante rispetto a quella necessaria per una teglia di 26 cm…io con l’eccesso di frolla ho fatto dei biscotti a forma di cuore, che ho utilizzato per decorare la torta finita (lo so, finisco sempre, ma sempre per fare decorazioni a cuoricino…ma sono romantica, e non ci posso far nulla).
Trascorso il tempo di riposo accendere il forno, e portarlo a 180 °. Nel frattempo stendere la frolla in uno spessore di circa 5mm, foderare la tortiera imburrata, abbassare i bordi, e punzecchiare bene con una forchetta tutta lo superficie della pasta. Cuocere il guscio di frolla per 10 minuti, poi fare raffreddare.
2. Mettere le mandorle con 3 cucchiai di zucchero in un tritatutto, sminuzzandole fino a polverizzarle. Amalgamare il burro e lo zucchero rimanente, tranne due cucchiai, lavorandoli sino ad ottenere un composto cremoso. Aggiungere i tuorli, e dopo le mandorle polverizzate, l’estratto di vaniglia, mescolando finché l’insieme non è perfettamente omogeneo. Stenderlo sul fondo della tarte e distribuirvi sopra i frutti di bosco (se sono congelati sciacquateli rapidamente sotto l’acqua tiepida, poi asciugateli bene nella carta da cucina). Cospargere con i due cucchiai di zucchero tenuti da parte e infornare a 180° per 30/35 minuti. Togliere dal forno e fare raffreddare almeno due ore.
3.Servire con lamponi e mirtilli freschi, oppure sciogliendo in un pentolino due cucchiai di marmellata di ribes rosso con un cucchiaio di acqua. Distribuire delicatamente sulla superficie della torta. Decorare con qualche biscotto a cuore in pasta frolla spolverizzato di zucchero a velo.
Grazie per il suggerimento di lettura, mi segno subito il titolo di questa autrice che conosco di nome ma della quale non ho mai letto nulla. Mi fido del tuo parere! Un abbraccio.
Merhabalar, çok leziz görünüyor. Ellerinize sağlık.
Saygılar.
Merhabalar, çok leziz görünüyor. Ellerinize sağlık.
Saygılar.
Incantevole è un aggettivo che si addice sicuramente a questa tarte ma soprattutto a te, dolce amica. Io che ti conosco un pochino e vorrei conoscerti benissimo, molto di più, e coltivo nel cuore la speranza di saltare su un treno che mi porti a Torino per abbracciarti, ti dico che comprerò questo libro, certa che mi piacerà tantissimo. In effetti hai ragione, l’incipit ti prende da subito :-). Mi gusterò la lettura con accanto un piattino e una fetta di questa delizia…un connubio inscindibile. Un bacione e complimenti per la nuova casa…bellissima!! Un bacione, cara
Bellissimo il tuo nuovo blog Betulla cara!
Un bacione!
Quanto mi piace leggere una recensione così appassionata di un libro che anche io ho amato. Storie e ricette amabilmente fuse.
V.
P.s. Mi piace la nuova veste grafica, brava?