Tra i “prodotti agroalimentari tradizionali” (PAT) della regione Piemonte nella casellina 249 (sono andata a controllare) si trova il Ciciu d’Capdan, ovvero un bamboccio (in dialetto Ciciu) in pasta di pane zuccherata che un tempo nel cuneese era regalato dai Padrini e dalle Madrine al proprio figlioccio in occasione del Capodanno. Ora, i miei più attenti lettori ricorderanno che il Ciciu è già comparso sul Betullablog (con tanto di solite ciance storiche introduttive), e l’anno dopo è stata la volta del Galucio, ovvero la stessa pasta di pane zuccherata in forma di galletto. Siccome però ho uno sgabuzzino che è praticamente una torre di babele di attrezzature da cucina, e pasticceria, teglie stampi e carabbattole, e per amor di tradizione e contraddizione finisco sempre col fare dolci poverissimi che necessitano solo di fantasia e ingegno, ma soprattutto, siccome ho un’ Isola dei dolci perduti da ripopolare, non contenta di Ciciu e Galucio oggi condivido la ricetta del Pritin.
Partiamo dal fatto che la sostanza non cambia, nel senso che, pur con forme differenti, si tratta sempre dello stesso poverissimo “dono mangereccio” dei tempi andati (pasta di pane arricchita con zucchero, e quando andava davvero bene anche con uova e burro). Rimaneva però questo nome a girami nella testa: Ciciu d’Capdan, nelle vallate cuneesi detto anche Pritin. Stop. E nessuna delle persone (tante) che abitualmente tormento per questo genere di garbugli linguistici/culinari in grado di spiegarmi il nome alternativo usato in Valle Stura. Ci ho messo un paio di anni a svelare l’arcano. Cioè ad avere l’illuminazione per fare due più due: Padrino e Madrina, Cresima, Santo Spirito, abbreviato in Spirito, che per i bambini è uno “Spiritino”, e che in piemontese diventa “Pritin”. La mia prof.di filologia sarebbe orgogliosa di me, un po’ meno forse se sapesse che questa ricostruzione a catena è stata innescata dal necrologio di un povero vecchietto che aveva come nome di battesimo Spirito, e per completezza il soprannome Pritin, appunto. Queste quisquilie mi rendono immensamente felice. É vero che sono cose da nulla, ma sapete che a me piace andare in fondo, e anche dietro alle cose, alle ricette, alle parole… Così, anche se forse il mondo non sentiva la necessità dell’ennesimo dolce poco dolce e vecchio bacucco io ho passato il mio capodanno a impastare Pritin, i Ciciu d’Capdan della Valle Stura.
Molti li definiscono biscottoni, in realtà i Ciciu o Pritin del cuneese sono un prodotto da forno dalla consistenza molto più simile a quella di una brioches che a un biscotto. Ormai non sono più così diffusi, ma nelle montagne della Provincia Granda ci sono ancora diversi fornai che in questo periodo li preparano. Allego qui di seguito la ricetta ufficiale della Regione Piemonte, anche se sostanzialmente ogni panettiere li impasta in maniera differente. Quindi subito dopo trovate la mia versione che è ridotta (si ottengolo “solo” 4 Ciciu di 15 cm), e completamente personale (normalmente la uso per panini semidolci o briochine da colazione). Ancora Buon Anno amici cari!
Ricetta ufficiale della Regione Piemonte del Ciciu d’Capdan, tratta dal volume “Piemonte, il territorio, la cucina, le tradizioni”, 2007, Bonechi editore :
Per realizzare questi dolci occorrono 1 kg di farina 00, 200 g di zucchero, 250 g di burro, ½ litro di latte, 30 g di lievito di birra, 10 g di sale, 8-10 tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero caramellato.
In una terrina si stempera il lievito in 150-200 g di farina e latte tieoido, fino ad ottenere un impasto molto morbido che verrà coperto e messo a riposo per circa mezz’ora. Si procede quindi alla preparazione di una fontana di farina, al centro della quale vengono posti tutti gli altri ingredienti. Si incorpora il tuttocon la farina e il lievito miscelati precedentemente e infine si impasta.
La ricetta tradizionale prevede che, “a metà impasto si coli un cucchiaio di zucchero appena caramellato per profumare” (voi non disperate e sostituite con un cucchiaio di miele!).
Se questo impasto viene preparato la sera prima e messo a riposare in un luogo fresco fino alla mattina dopo, il risultato sarà ottimale (ma se non avete tutto questo tempo fatelo lievitare semplicemente un paio di ore -2).
una volta perfettamente lievitato, sgonfiare l’impasto e procedere nella preparazione dei Ciciu, dando alla pasta forme antropomorfe. Sistemare i Ciciu su una teglia da forno, spennellarli di uovo sbattuto e cospargerli di monpariglia (granella di zucchero colorata). Cuocere a 200° circa. (il tempo misteriosamente non è indicato)!
Ricetta dei Pritin, il Ciciu d’Capdan della Valle Stura, by Betulla:
Ingredienti:
180 ml latte intero + 2 cucchiai per spennellare i Pritin
40 g di burro ammorbidito
450 farina 00
1 cucchiaino raso di sale fino
70 g di zucchero semolato + quello per cospargere i Ciciu
2 uova intere
Aromi (quel che preferite tra: bacca di vaniglia, scorza di limone, acqua di fior d’arancia, scorza di mandarino…)
1 bustina di lievito di birra disidratato (le bustine sono da 7 g, pari ad un cubetto da 25 g di lievito fresco)
zuccherini e zucchero a velo per decorare dopo la cottura
Procedimento:
Questo impasto si può fare alla velocità della luce nell’impastatore, o a mano in una ciotola capiente. In entrambi i casi le indicazioni sono ridicole: mescolate tutti gli ingredienti che avrete messo nella ciotola esattamente nell’ordine in cui sono elencati (fate sempre attenzione che il sale non entri in contatto con il lievito). Impastate per 10 minuti esatti (senza barare), poi riporre il tutto in una ciotola coperta da un panno in un angolino riparato della cucina a lievitare per circa 2 ore. Trascorso questo tempo sgonfiate l’impasto con qualche pugnetto (non reimpastarlo!), dividetelo in 4 parti e su una teglia coperta di carta da forno date forma ai Ciciu (anche se stilizzati e rustici andranno benissimo). Fateli lievitare sotto un panno per un’altra oretta. Poi accendete il forno, portatelo a 180° ventilato. Spennellate i Ciciu di latte, e cospargeteli di zucchero. Cuocere in forno per 15 minuti circa.
Fare raffreddare bene e decorare a fantasia con zuccherini, codette di cioccolato, monpariglia, smarties, o volendo ghiaccia reale.
n.b: in base all’esperienza degli anni passati, e secondo il mio gusto personale, preferisco cuocere i Ciciu spennellati semplicemente di latte e cosparsi di zucchero, e decorarli dopo la cottura, perchè in forno la monpariglia e l’uovo creano una crosta bruciacchiata dal sapore un po’ troppo marcato.
Dante dice
Buongiorno, molto bello e complimenti , mi scusi saprebbe dirmi in che zona della Valle Stura e’ chiamato Pritin? Sto facendo una ricerca su questo prodotto tipico, e sono di Busca, da noi e’ il ciciu, curioso e’ sapere la presenza di tanti nomi legati ad esso.Grazie.
Betulla dice
Buonasera Dante. Chiedo scusa per il ritardo con cui rispondo. Il dolce è chiamato Pritin nella bassa valle Stura, nello specifico a Gaiola. Mi aggiorni sulla sua ricerca: mi farebbe davvero piacere leggere i suoi lavori! Cordialmente
Dante dice
Grazie, molto gentile, da noi il dolce e’ fatto con la pasta dolce delle ciambelle e lo si trova nelle panetterie, e’ morbidoso, ha diverse misure arriva anche a 50 cm, di solito lo si fa su prenotazione.