Tra i ricordi della mia infanzia ci sono dei bellissimi pic nic estivi sotto gli alberi lungo i torrenti di montagna. Gli uomini a pescare sin di prima mattina e le signore (con figlioletti al seguito) alla ricerca di un luogo ideale per allestire bucolici “déjeuner sur l’herbe della domenica”. I pescatori cuocevano sulla brace qualche argentea trota appena pescata (risparmio i dettagli odorosi sul lavandino improvvisato dove questi pesci venivano squartati), mentre dai cesti delle signore uscivano delizie da condividere all’insegna dell”ognuno porta qualcosa”. Un’amica dei miei genitori cospargeva puntualmente la tovaglia di tupperware colorati ricolmi di innumerevoli pietanze. All’immancabile domanda “questo come l’hai fatto”? La signora luccicante e ingioiellata rispondeva sempre con sufficienza “Oh, metto tutto nel Bimby*”. Cosicché nella mia mente di fanciullina il Bimby si configurava come una specie di folletto verde capace di fare magie al posto delle donne in cucina. Mi dispiacevo sinceramente per le fatiche della mia mamma, che non poteva permettersi tale aiutante magico dai prezzi folli (già allora). E dopo aver assaggiato a uno di questi pic nic una specie di budinone frullato al gusto di pesche e amaretti (ovviamente fatto con il Bimby) arrivai a chiedere a mia mamma:«quando mi sposerò (massimo dell’adultità per la me bambina), mi regali il Bimby? Così se non imparo a cucinare fa tutto lui!!!».
Ancora adesso mia mamma tira fuori questa storia del Bimby quando vede che pecco di autostima…ma in fondo io sono proprio così: anche se una cosa mi piace, non sarò mai sicura di riuscire a farla…tengo il dubbio ben presente davanti a me, e così finisce che l’insicurezza mi aiuta a crescere, a migliorare, a raggiungere i miei obiettivi (e a non prendere scorciatoie). Ed è facile intuire che non hanno dovuto dotarmi di Bimby, anzi (adulta e maritata) ho anche realizzato che le pesche ripiene sono migliori quando hanno la forma di pesca e non di frullato gommoso!
*per le 4 anime candide che non lo sapessero il Bimby è un robot da cucina dotato di funzione cottura e di bilancia prodotto dalla Vorwerck (gli stessi del Folletto), che infatti lo distribuiscono con la stessa modalità porta a porta -conoscenti amici parenti e tormenti-.
PESCHE RIPIENE ALLA PIEMONTESE
Le pesche ripiene sono un tradizionale dolce estivo piemontese (di solito vengono preparate per festeggiare il santo patrono, o il ferragosto, un po’ come le cipolle ripiene). Da quando però Ada Boni le ha inserite nel suo fortunatissimo Talismano della Felicità (1929) le pesche ripiene di cacao e amaretti sono diventate un grande classico delle tavolate estive in tutta Italia. A dire la verità sono diventate talmente classiche da essere spesso maltrattate: mollicce, sugose e qualche volta addirittura sciroppate! Quindi ecco i 3 punti fondamentali per avvicinare le vostre pesche alla vera piemontesità:
1. Le pesche ripiene vanno fatte ad agosto/settembre con frutti ben sodi e maturi. In ogni caso le pesche vanno “fatte asciugare” prima di essere farcite: qualcuno le sbollenta rapidamente, altri le fanno asciugare in forno. In questo modo la frutta non rilascerà liquidi sulla farcitura annacquandola.
2.Le pesche ripiene si fanno con la buccia. Lo so, può fare impressione la pellicina pelosa, oppure possiamo parlare dei pesticidi ecc. ecc. Prendete pesche bio e non sbucciatele. Perchè i piemontesi doc, gira e rigira le fanno così!
3.Amaretti, Frollini, Cacao, Cioccolato e 3 Liquori. Sembra barocco, ma ci vanno tutti. Quindi non eliminate nulla. L’aveva capito anche l’Artusi (che pure non amava la cucina piemontese, ma nel suo ricettario aveva messo delle pesche ripiene con mandorle cedro e savoiardi -ricetta n°697): “Se vengono bene devono far bella mostra di sé su un vassoio, e per una crosticina screpolata formatasi sulla superficie del ripieno prenderanno aspetto di pasticcini”. Quindi teglia asciutta e niente sughetti…non avrete un dessert, avrete dei pasticcini!
Ingredienti:
7 pesche di vigna sode e mature
70 g zucchero di canna
25 g burro (+ quello necessario a ungere la teglia; + un fiocchetto da mettere sopra a ogni mezza pesca)
30 g amaretti
20 g cacao
30 g cioccolato fondente
70 g di biscotti
2 tuorli
1 cucchiaio di rum
1 cucchiaio di marsala
1 cucchiaio di cognac
Procedimento:
-Accendere il forno e portarlo a 180°.
-Lavare con cura 6 pesche di agosto ben sode e mature, tagliarle a metà, eliminare il nocciolo e con un cucchiaino scavare leggermente in modo da ottenere un cucchiaino di polpa da ciascuna metà.
-Imburrare una teglia (tipo lasagnera), disporvi le mezze pesche con la polpa all’insù e farle appassire in forno per circa 20 minuti. Nel frattempo aggiungere alla polpa ricavata dalle pesche anche la polpa di un’ altra pesca (arrivare a circa 250 g di peso, tagliando la polpa a dadini piuttosto piccoli). Fare cuocere questa polpa in un pentolino con 50 g di zucchero di canna e 25 g di burro per 10 minuti, poi lasciare raffreddare. Togliere la teglia di pesche dal forno ed eliminare l’eventuale liquido formatosi in cottura. Lasciare il forno acceso per cuocere subito dopo le pesche.
-In una ciotola preparare la farcitura unendo la composta di pesche con due tuorli d’uovo e 20 g di zucchero. Aggiungere gli amaretti polverizzati (schiacciarli con un pesta bistecche, oppure metterli in un sacchettino di plastica e sbriciolarli con un mattarello), il cioccolato tritato finissimo e il cacao setacciato. Unire al composto un cucchiaio da minestra di rum, uno di marsala e uno di cognac. Infine aggiungere poco per volta i frollini polverizzati (siccome qui la quantità è maggiore, si possono anche sbriciolare con un mixer)…Questa dose è indicativa: considerare che l’impasto deve essere bello consistente, quindi di solito si dice che bisogna aggiungere “i frollini assorbiti dall’umidità dell’impasto”. Mescolare il composto, poi procedere farcendo le mezze pesche asciugate con una cucchiaiata circa di farcia. “Compattare” bene la farcitura. Cospargere le pesche con una spolverata di zucchero di canna. Completare con un fiocchetto di burro sopra ogni pesca ripiena e infornare a per 30 minuti circa. Servire appena tiepide o fredde.
Batù Simo dice
io metto solo il rum, e anche io ASSOLUTAMENTE non tolgo la buccia, guai! cuocendo non si sentirà affatto l'effetto mouquette le ho fatte e postate quattro anni fa credo.. agli inizi del blog. Bellissimo il tuo raccontomi hai fatto davvero ridere e.. anche qui sono d'accordo con te-
Claudette dice
Il mito del Bimby fa parte anche della mia infanzia: anche mia madre – ovviamente – non l'aveva e – altrettanto ovviamente – c'era una cugina di mio padre che si vantava preparava tutto con il Bimby, dalla marmellata alla pizza….peccato però che quei fantastici prodotti di quel fantastico aggeggio non siamo mai stati ammessi ad assaggiarli. Per cui ci è sempre rimasto il dubbio: ma questo Bimby funzionava davvero?
Claudette
Lorenza dice
Grande il tuo racconto!Mia mamma è una campionessa della pesche ripiene!Quanti ricordi!
Un abbraccio
Betulla dice
Cara Claudette…visto che lo vendono (con successo) ancora oggi forse funziona! Oppure, come credo, è solo un robot da cucina ben pubblicizzato! Comunque mi fa piacere sapere che il Bimby ha segnato anche la tua infanzia: mi sento meno sola! 😉
Betulla dice
"L'effetto moquette" è bellissima come espressione…me la segno e la rivendo!!Comunque hai ragione…cuocendo sparisce del tutto e le pesche ripiene vanno fatte così. Punto!
p.s: anche io le facevo solo con il rum…anche perchè non capitava mai che avessi rum, cognac e marsala aperti in contemporanea a casa! Poi quest'estate ho letto della magica triade (usata soprattutto nell'astigiano) e ho fatto il salto di qualità! Provaci se ti capita…merita!
Betulla dice
Lorenza cara io proprio non sono capace di scrivere qui la ricetta e basta..racconto, chiacchiero, ricordo…Emozioni insomma, a nuvole intorno alle ricette, come tu con le foto! un abbraccio …
Giulia dice
Sempre un piacere leggerti cara Betulla, e che bello immaginarti bambina sotto quegli alberi.
La tua versione delle pesche ripiene mi sembra ottima (interessante il consiglio dei tre liquori): ci credi se ti dico che me ne hai messo voglia anche a quest'ora?
Un abbraccio
Anisja dice
Bellissimo il racconto e fantastiche le pesche, non le conoscevo, vale assolutamente la pena provarle … per quanto sono belle devono essere di un buono 🙂
Buon fine settimana, a presto ….
gwendy dice
Hanno un bel aspetto le tue pesche!!Il bimby non ce l'ho ma in cucina ho una valida planetaria che comprai in offerta.
buona domenica carissima
Laura Barile dice
Ecco, era da tanto che cercavo una buona ricetta per questo dolcino tutto piemontese. Segnata! La provo sicuramente anche perché il trio pesche-cacao-amaretti lo adoro. Ho fatto una crostata nei giorni scorsi ed è piaciuta a tutti.
Grazie dell'ottima ricetta e di aver condiviso con noi i tuoi ricordi.
speedy70 dice
Quanto sono invitanti queste pesche…. le adoro, ottimo abbinamento!!!!
Lill dice
Grazie per la condivisione dei tuoi ricordi d’infanzia, mi hai riportato alla memoria i miei ferragosto di bambina.
Li trascorreva in un piccolo paese vicino a dronero e li, per me, le pesche ripiene erano il dolce che attendevo tutto l’anno…il loro sapore mi ha accompagnata tutta la vita, compatte, con una deliziosa crosticina, da tagliare con il cucchiaino….non troppo dolci….con l’amaretto a braccetto con il cioccolato..
Oggi provero’ la tua ricetta e credo che sara’ proprio quella giusta…anche perche’ non ho più’ avuto occasione di ritrovarle come le conoscevo da bambina….le versioni più’ deludenti erano quelle mollicce…fatte con pesche sciroppate, veramente un’altra cosa!
Ciao
Betulla dice
Allora in bocca al lupo per le pesche di oggi, spero di tutto cuore che somiglino davvero a quelle della tua infanzia! Fammi sapere del risultato eh? ci tengo…e per adesso buon lavoro!