
È nato prima l’uovo o la gallina? Prima compro una teglia e poi decido come usarla o prima scelgo la ricetta e magicamente ho lo stampo nel ripostiglio???Non lo so…ma mi ritrovo con due belle forme per panettone nuove di zecca…e vuoi non usarle almeno una volta?? Si però sono sempre di corsa, e non ho voglia di sacrificare il mio poco tempo sulla gobba di un lievitato capriccioso e bisognoso di cure come un bebè… Risolve tutto il baffuto Pellegrino Artusi, o meglio, la sua cara governante Marietta autrice di questo speedy panedolce. Veloce, buonissimo e sempreverde (nel senso che vi verrà voglia di farlo anche quando le lucine dell’albero saranno già in soffitta con le ragnatele!). In casa Betulla è stato approvato al 100%. L’unica cosa che non è stata recepita a dovere è il nome: Ladolcemetà lo indica come il PanMariuccia, e dopo essere stato corretto ad ogni fetta ha risolto lodando un generico Panettone del Pellegrino… Insomma, chiamatelo come volete… ma avrete un dolce buonissimo!!!

PANETTONE MARIETTA
“La Marietta è una brava cuoca e tanto buona e onesta da meritare che io intitoli questo dolce col nome suo, avendolo imparato da lei.
Farina finissima, grammi 300.
Burro, grammi 100.
Zucchero, grammi 80.
Uva sultanina, grammi 80.
Uova, uno intero e due rossi.
Sale, una presa.
Cremor di tartaro, grammi 10.
Bicarbonato di soda, un cucchiaino, ossia grammi 5 scarsi.
Candito a pezzettini, grammi 20.
Odore di scorza di limone.
Latte, decilitri 2 circa.
Rammorbidite il burro a bagno-maria e lavoratelo colle uova; aggiungete la farina e il latte a poco per volta, poi il resto meno l’uva e le polveri che serberete per ultimo; ma, prima di versar queste, lavorate il composto per 30 minuti almeno e riducetelo col latte a giusta consistenza, cioè, né troppo liquido, né troppo sodo. Versatelo in uno stampo liscio più alto che largo e di doppia tenuta onde nel gonfiare non trabocchi e possa prendere la forma di un pane rotondo. Ungetene le parete col burro, spolverizzatelo con zucchero a velo misto a farina e cuocetelo in forno. Se vi vien bene vedrete che cresce molto formando in cima un rigonfio screpolato. È un dolce che merita di essere raccomandato perché migliore assai del panettone di Milano che si trova in commercio, e richiede poco impazzamento.”.
Vi ricordate quando a scuola dicevano: leggete bene e tutta la consegna prima di svolgere l’esercizio?? Ecco qui bisogna fare lo stesso. Ma dato che nel web ho trovato dei Panettoni Marietta fallimentari, mi permetto di semplificare la consegna a uso e consumo di chi va di fretta:
1. Mettete a bagno l’uvetta in acqua tiepida (anzi, a seconda della qualità di uvetta lavatela qualche volta, poi se volete profumarla un po’mettetela a bagno in acqua mista a un bicchierino di rum o whisky). Accendete il forno e portatelo a 180°.
2. Con una frusta lavorare il burro fuso (fatto intiepidire) con le uova. Dovrete ottenere una crema della densità di una maionese.

3. Aggiungete a questo composto farina (setacciata), zucchero, pizzico di sale, canditi (io ho usato il cedro), odore di limone (scorza fresca, essiccata o fialetta di aroma che sia), e latte. Io o aggiunto anche la polpa di 4 cm circa di bacca di vaniglia. Lavorate energicamente con un cucchiaio per circa 15 minuti.
4. Unite l’uvetta scolata, asciugata e infarinata (serve per non fare precipitare i chicchi sul fondo del dolce durante la cottura). Infine aggiungete le polveri lievitanti setacciate, ovvero il cremor tartaro (l’Artusi indica 10 gr, ma le bustine che trovate in commercio sono di 8, e vanno benissimo) e il cucchiaino di bicarbonato. Mescolate bene per altri 10 minuti.
5. Imburrate le pareti di uno stampo per panettone (18 cm di diametro con bordo di 11 cm). Versateci il composto. A parte in una ciotolina mescolate due cucchiai di farina con uno di zucchero a velo. Setacciate un po’ di questa bianchissima polvere sulla superficie del dolce prima di infornare (io ero in vena di dolcezza e ci ho aggiunto anche qualche zuccherino bianco). Cuocete per circa 60 minuti a 180° (forno ventilato).

Come vedete dalle foto il dolce cresce “formando in cima un rigonfio screpolato”, e l’impazzamento è davvero minimo!!!
p.s: dimenticavo, quando togliete il dolce dal forno fatelo appena intiepidire, poi sformatelo e fatelo raffreddare completamente su una gratella. Se lo laciate nello stampo l’umidità lo renderebbe molliccio!
ahahah…anche a me succede spesso di ritrovare nei meandri del ripostiglio cose assolutamente inaspettate 😛
Bravissima, la realizzazione di questo dolce è perfetta 😀
la zia Consu
Non poteva di certo mancare il panettone per queste festività!!!!
Io forse ci provo l'anno prossimo!!!!:-)
Eh caspita!!! MMM che fame e buon anno carissima.
A me piace il nomne Panettone Marietta, diamole il suo momento di gloria, no ? Mi è stata sempre molto simpatica lei. Vedo che anche tu prima fai l'acquisto e poi ci pensi all'utilizzo ! Buon anno cara !
Alcuni anni fa mi decisi a riordinare lo scaffale degli stampi e ne buttai parecchi perché ammaccati o addirittura con segni di deterioramento. Adesso ne sto comprando di tutte le misure e le forme ma, come te, me ne trovo poi di nuovissimi. Bisogna usarli, tutti!! Mi sa che ne ho uno anche adatto a questa squisitezza!! Sfatiamo il mito del dolce delle feste e mangiamoli tutti, tutto l'anno :-D. Un bacione, cara
Betulla carissima, ti ringrazio tantissimo per il tuo ultimo commento. Davvero, sai, mi ha fatto tanto tanto piacere. Perchè io coltivo il blog nonostante sia perennemente accompagnata dalla certezza che di quel che propongo interessa sinceramente qualcosa solo a pochiiiiissime persone. Perciò grazie di cuore ! Sulla mia compagnia puoi contare sempre: sei nella mia blogroll proprio perchè non voglio perderti di vista. Tu hai uno stile tutto tuo che io adoro