“Lutèce”
Chapitre III
EAU DE PARIS
Certo, l’acqua più famosa di Parigi è senza dubbio quella della Senna, forse seguita da quella potabile che sgorga dalle bellissime fontane Wallace, per non dimenticare i fiumi di eau de toilette che quotidianamente vengono vaporizzati nell’aria (e su sciami di turisti in sollucchero) nei grandi magazzini del lusso della capitale francese.
Questo però è un feuilleton dedicato al “bien vivre” … per cui l’unica acqua parigina che prendo in considerazione è quella placida e smeraldina del Canal Saint-Martin.
Molti conoscono questo canale per il famosissimo film “Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain” (in italiano “Il Favoloso mondo di Amélie”), perché in una delle scene iniziali, tra i piccoli piaceri della vita, la protagonista ama far rimbalzare i sassi proprio sull’acqua del Canal (nel 2001, quando il film era uscito, mettere in scena gioie minuscole, come “rompere la crosta di zucchero caramellato sulla crème brûlée, oppure “immergere le dita nei sacchi di legumi” era straordinario…oggi grazie a pubblicità che con appena vent’anni di ritardo replicano all’infinito questo leit-motiv abbiamo tutti la nausea dei “piccoli piaceri” da merendina di tal Pincopallino).
Ma torniamo alla dolce Amélie che lancia sassi sul Canal…ecco, dimenticatevela. O meglio, ricordatevela così nel film, ma non pensiate di replicare nella realtà le gesta della paladina dei mondi favolosi. Il Canal Saint Martin non è uno sperduto laghetto di montagna, ma un affollato canale artificiale che collega il Bassin de la Villette alla Senna. Per cui se pensate di andarci per giocare a rimbalzino rimarrete terribilmente delusi (non a caso Amélie ci va di notte). Se invece siete in cerca di una passeggiata romantica, di un aperitivo autentico (vagamente bo-bo) e di un po’ di movida parigina allora verso sera è il posto giusto.
Al mattino il Canal è soprattutto una passeggiata tranquilla nel verde (ci sono sia parco giochi per bambini, e aree dedicate ai cagnolini), ma nella bella stagione a partire dal pomeriggio i bordi del Canal diventano un luogo perfetto per aperitivi tra amici/amanti. Ora, a parte l’infinità di locali appositi distribuiti a entrambi i lati del Canal, dove si possono consumare cibi e bevande comodamente seduti sui classici micro-tavolini- tondi da bistrot (4 persone mangiano su una superficie pari al mio comodino da notte), sono proprio i muretti di contenimento del corso d’acqua ad essere amatissimi, e a trasformarsi ogni sera in panche bell’è pronte per imbandire quattro chiacchiere rilassanti.
Il cibo viene preso in uno dei tanti locali da asporto dei dintorni, oppure direttamente al supermercato. Idem per le bevande (tendenzialmente vino o birra), anche se esiste un curioso -e poco lecito credo- servizio di persone che girano tra la gente con carrellini della spesa pieni di birre gelate o di acqua per abbeverarti senza muoverti dalla tua bella postazione a pelo d’acqua. Mi è capitato di vedere qualcuno che tirava fuori dalla borsa due bei bicchieri di vetro…questi signori hanno tutta la mia approvazione: si può avere classe anche nel preparare un pic-nic / bivacco lungo il Canal! Rimane invece per me un grande mistero il fatto che molte persone sedute su questi muretti, nel gozzovigliare tra amici, siano tanto disinvolti da togliersi le scarpe e le calze rimanendo a piedi nudi sul pavé. Io generalmente sono sempre per le immersioni totali nelle realtà altrui -pratico con gioia una specie di metodo Stanislavskij per viaggiatori- però in tutta sincerità sul piede nudo libero e selvaggio ho sorvolato.
Anche perché mentre banchettavamo amabilmente a formaggio e champagne guardando scorrere l’acqua del Canal e il bel mondo parigino, ladolcemetà (storico della medicina mancato) ha pensato bene di raccontarmi dell’ultima, e poco nota, epidemia di Peste Nera che ha tormentato Parigi. No, non risale al ‘600, ma al 1920. Per non allarmare eccessivamente la popolazione le autorità decisero di non chiamarla “peste bubbonica”, ma di occultarla dietro ad un più generico «maladie n°9». Insomma, per farla breve, mentre spuntava come sempre nella Storia d’Europa la fola che la peste fosse stata portata dagli Ebrei (ipotesi rinfocolata dalla destra antisemita), i medici lavoravano alacremente per contenere l’epidemia, ben sapendo che la malattia arrivava dalle pulci dei ratti. E dov’erano questi ratti malati pieni di pulci infette? Mais bien sûr, su una chiatta di carbone che risaliva la Senna, e che a ogni molo spargeva nei dintorni ratti untori.
Oggi il Canal Saint Martin, che ha un sistema di chiuse tipo quello di Panama, non è più utilizzato per la navigazione commerciale…quindi niente minacciose chiatte di carbone all’orizzonte. Però i topi sì, loro ci sono sempre, e purtroppo fanno parte dell’arredo urbano parigino…
Capite perché ho evitato l’aperò naturista a piedi nudi?
Ah ovviamente se avete bisogno di storie romantiche per intrattenere la fanciulla del vostro cuore mentre siete a Parigi, scrivetemi, vi metto volentieri in contatto con mio marito che è ha un talento straordinario per evocare la vera “vie en rose”!!!
N.B: come sempre TUTTE le foto sono mie, sono protette da diritto d’autore, e non è possibile utilizzarle senza permesso. Preciso che ogni marchio o attività citata in questi post NON è frutto di alcuna collaborazione. I miei NON sono “consigli commerciali”, ma semplicemente racconti, quindi beneficio della soggettività e quando considero una cosa o un posto “bellissimi” esprimo un’opinione personale NON necessariamente adatta al resto dell’umanità.
Paola dice
Bellissima questa panoramica di Parigi sull’acqua. Conosco bene la città, hai fatto uno straordinario reportage. Ripartirei subito! Grazie 🙂
Betulla dice
Ma grazie mille cara Paola! se conosci bene Parigi questo è un complimento ancora più grande. Spero di raccontare (bene) qualcosa di non troppo convenzionale, quindi le tue parole mi hanno resa davvero molto felice!