Qualche settimana fa sono stata a Venezia per un paio di giorni. In mezzo a musei,”cicchetti”, vaporetti e kilometriche passeggiate con il naso all’insù, ho trovato il tempo di visitare la libreria “Acqua Alta”, che è talmente bella e curiosa, da meritarsi tutta sola, un’intera tappa della mia “Strada Panoramica”. Tempo addietro, dopo aver pubblicato un post dedicato alla libreria “Shakespeare&Co.” di Parigi, mi ha scritto una ragazza dicendomi che dovevo assolutamente vedere Acqua Alta. Era sicura che me ne sarei innamorata. E così è stato!
Ho registrato scrupolosamente il consiglio e ho aspettato con pazienza questa buona occasione. Mi sono presa un mezzo pomeriggio da dedicare a questa piccola avventura libresca, e da Piazza San Marco, cartina alla mano (a Venezia google Maps non funziona bene), mi sono incamminata verso il Sestiere di Castello in Calle Lunga Santa Maria Formosa 5176 (usate come riferimento l’omonima chiesa, e subito dopo troverete la calle della libreria).
Comincio col dirvi che la BBC l’ha inserita tra le 10 librerie più belle del mondo, che probabilmente è la libreria più fotografata d’Italia, e che una miriade di siti di viaggi la inseriscono tra le mete imperdibili di un w.e veneziano. Con queste premesse le aspettative erano alte, quasi quanto la paura di ritrovarmi in un posto “acchiappagonzi” (sono un “topo di biblioteca” particolarmente gourmet in fatto di librerie). Devo dire invece che “Acqua Alta” ha superato tutte le mie previsioni: è un luogo babelico, poetico, decadente, miagoloso, instagrammabile, persino “turistico”…ma tutto questo è un contorno. Al centro rimangono, per fortuna, i libri. Acqua Alta è una libreria, con librai competenti, appassionati e formidabili. Non ci sono cataloghi on line, o altri sistemi elettronici di gestione dei volumi. Qui funziona alla vecchia maniera: se vuoi un libro o te lo cerchi, avventurandoti tra natanti e scaffali incurvati, o chiedi al personale.
Nel tempo che ho passato nella libreria (tempo non ragionevole, ma con i libri sono lenta), in mezzo a calamite, cartoline, e stampe ho sentito chiedere i libri più disparati. E pur senza computer i librai tornavano sempre al bancone vittoriosi con il volume richiesto in mano. Presa dall’entusiasmo ci ho provato anche io: «vorrei un libro sui dolci Veneziani, non dolci Veneti (come mi hanno proposto altrove), proprio solo sui dolci tipici della città di Venezia! ». Neanche a dirlo me ne hanno trovati ben due, particolarissimi, interessanti e curiosi… proprio il genere di “souvenir” autentici che cerco sempre nei miei viaggi (e la bibliotecagolosa cresce)!
Con questo tesoretto di zucchero e storia, sono andata a cercare un angolino quieto per cominciare a leggerli. L’affaccio sul canale, lo stesso dal quale entra periodicamente (a novembre e a febbraio) l’acqua alta, offre un inusuale salottino di lettura: una gondola ancorata nel canale e attrezzata per lettori particolarmente avvezzi al moto ondoso (e non è il mio caso)…
L’uscita di sicurezza della libreria è invece una bizzarra scala fatta con volumi destinati al macero e trasformati in scalini. Qui però le fotografie si sprecano, ed è tutto un sali-scendi, pose e “ohh” davanti alla trionfale, scomposta, assurda scalinata.
Alla fine come uno dei tanti gatti sornioni che popolano la libreria ho trovato una seggiola dimenticata, e lì, lontano dai clik, e dal mondo, con i miei nuovi acquisti sulle ginocchia, mi sono gustata davvero tutta la poesia di questo luogo.
Siccome son pur sempre una cuoca, concedetemi una metafora gastronomica: carta, acqua e gatti non sono ingredienti semplici. A pensarci pochi avrebbero scommesso su una ricetta così. Tante volte però, oltre a ingredienti e procedimento conta la mano sapiente di chi mescola il tutto. E in questo caso mi piace pensare a mani visionarie e ardimentose (una specie di Don Chisciotte in gondola direi, che sono felice di aver incontrato)!
N.B: come sempre TUTTE le foto sono mie, non sono utilizzabili senza permesso, anzi, chi le ruba incappa nella terribile maledizione delle “torte mosce” e dei dolci crudi! 😉
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