No, non ho ceduto al fascino oscuro e misterioso delle “ricette furbe”. Ho semplicemente letto un libro di Stefania Bertola che mi ha fatto talmente ridere, ma talmente ridere che ho deciso di aiutare nel mio piccolo la protagonista Lilli. Lei faceva la direttrice del personale, poi cerca di dare una svolta alla sua vita bruciando la sua liquidazione per aprire con un’amica in centro a Torino un negozietto di borse fatte con le zip (fallimento solenne). Infine, trovandosi sulla soglia dei 48 anni con una rendita ereditata da una zia, decide di darsi all’avventurosa vita della casalinga. Comincia così “Le cure della casa”, romanzo spassosissimo, e terribilmente ironico sulle gioie e sui dolori di una vita domestica improvvisata e ricca di scoperte. Lilli è figlia di una veterofemminista della prima ora che faceva del rifiuto dei lavori di casa un punto d’orgoglio della sua lotta, per cui licenziata la storica signora delle pulizie che aveva come aiuto le si spalancano le porte di un mondo curioso saponato e faticoso, che richiede le competenze più disparate (dagli smacchiatori del bucato, alla gestione della dispensa, dalla colla per riparare i piccoli oggetti, all’ordine dei cassetti). Lilli si impegna con tutta sé stessa nell’impresa, e addirittura annota in un quadernino le sue piccole/grandi conquiste in modo da tramandare alla figlia un tesoretto di conoscenze pratiche che lei, con rammarico, non ha ereditato). Non vi preoccupate, “Le cure della casa” non è affatto il vessillo della casalinghitudine, al contrario, io l’ho letto come un divertente e magnetico inno alla libertà personale, per cui Lilli decidendo di dedicarsi alla casa in realtà decide (finalmente) di dedicarsi a sé e di cercare davvero la sua strada. Forse nessuno è più distante da lei, dal suo mondo di donna autonoma e realizzata che il ricordo di Noemi, sua compagna delle elementari, figlia di Clelia garrula casalinga felice, talmente perfetta da sembrare una delle signore immortalate sorridenti su fusti del detersivo in polvere. Eppure proprio mettendosi a cercare questa amichetta d’infanzia la vita di Lilli scatterà oltre l’impasse, verso una dimensione che le è sinceramente e autenticamente congeniale.
Perché quindi trovate qui di seguito la ricetta della pizza in scatola? Perché agli inizi della sua avventura Lilli (che poi si chiama Lilith come la demoniaca prima moglie di Adamo -l’ho detto che sua madre era una super femminista!), si scontra con una difficoltà insormontabile. Non trova più al supermercato la Pizza in scatola della Barilla, il preparato rapido che una volta alla settimana (come il purè in fiocchi “Pfanni”) ha propinato con soddisfazione a marito e figlia. La Pizza Barilla è sparita da un giorno all’altro (un po’ come la sua amica Noemi), ma Lilli non si rassegna…dopo essersi consultata tra le corsie con altri consumatori abituali delusi scrive direttamente alla Barilla. La risposta è laconica: “ci siamo dedicati ad altri prodotti più graditi al pubblico. Speriamo comunque di averla tra i nostri clienti, e che possa apprezzare la qualità dei nostri prodotti”.
Lilli è una caparbia. Non si è accontentata delle frasi fatte e del vuoto che aleggia sulla vita di Noemi. Il libro non lo dice, ma secondo me non si è accontentata neppure di trovare semplicemente un’altra pizza in scatola. Sono convinta che abbia fatto uno dei suoi soliti giri in internet e che alla fine sia riuscita a capire come farsi in casa la sua adorata pizza istantanea!
Lilli cara, sappiamo entrambe che Torino è piena di pizze migliori di questa. Di pizze autentiche, italianissime e facilissime da acquistare (tra surgelati, impasti pronti, e consegne a domicilio c’è l’imbarazzo della scelta). Però c’è un però. Che alla fine è quello che muove davvero il mondo. Cioè “al gusto non si comanda”, e se un sapore per quanto bizzarro fa parte del nostro immenso bagaglio di abitudini, di ricordi, di “luoghi dello spirito”, allora è sacrosanto ritrovarlo. Questa ricetta è ricostruita esattamente e scrupolosamente sulla base degli ingredienti della scatola della tua amata “pizza Barilla”. Sono consapevole del fatto che non ci sia alcuna logica nell’acquistare gli ingredienti separati per realizzare una simil-miscela pronta. Sul Betullablog però l’unica logica è quella dei sapori, e come scrivi tu, una buona dispensa è tutto (e nella mia dispensa naturalmente avevo ogni ingrediente necessario all’impresa, compresi fecola e latte in polvere). Così alla fine questa pizza fragrante eppure soffice è per te Lilli, e per tutte le donne che hanno il coraggio di andare incontro ai propri sogni (e di amare pubblicamente la pizza in scatola). Buon 8 marzo!
Pizza Istantanea (come quella dei “preparati in scatola)
Ingredienti per una pizza tonda da 30 cm di diametro:
-220 di farina 00
-15 g di fecola di patate
-15 g di latte in polvere
-1 cucchiaino di sale
-1 cucchiaino di zucchero bianco
-1 bustina di lievito istantaneo “Pizzaiolo” paneangeli per torte salate e piadine (15 grammi)
-150 ml di acqua fredda
-2 cucchiai di olio extravergine di oliva
Per il condimento:
-una lattina di polpa di pomodoro da 210 g
-un cucchiaio di olio extravergine di oliva
– un pizzico di origano secco
– un pizzico di basilico secco
-un pizzico di sale
-un pizzico piccolo piccolo di pepe nero macinato fresco
-olive a piacere
-una mozzarella fresca da 125 g
Procedimento:
-Cominciate preparando il condimento della pizza. No, non credete a quello che vi dicono sulle scatole dei preparati: aprire una lattina di polpa di pomodoro e rovesciarla così com’è sulla pasta della pizza non è mai una buona idea (a meno che non cerchiate quell’introvabile sapore metallico dei preparati per pizze degli anni ’80 cotte il sabato sera in un “pizzamatic” color arancio tuorlo d’uovo). Per fare le cose per bene prendete una ciotola media, tipo la tazza del caffelatte, rovesciateci dentro la polpa di pomodoro e poi unite un cucchiaio abbondante di buon olio extravergine di oliva. Mescolate e unite le erbe aromatiche secche (origano e basilico), poi il sale e infine il pepe nero macinato fresco. Mescolate ancora con i rebbi di una forchetta. Ora assaggiate! Già così a crudo questo pomodoro condito deve essere buono (non si deve sentire alcun retrogusto metallico). Ora accendete il forno, impostandolo a 180° ventilato.
– In una terrina setacciate la farina, e poi la fecola. Unire il latte in polvere, il sale, lo zucchero e infine la bustina da 15 g di il lievito istantaneo per torte salate. Mescolate bene le polveri con una forchetta, poi unire a poco a poco l’acqua fredda e i due cucchiai di olio sino ad avere un composto grossolano. Rovesciate il tutto sulla spianatoia infarinata e impastate rapidamente sino ad avere una palla di pasta compatta, liscia e omogenea.
– Prendete un foglio di carta da forno delle dimensioni della teglia rotonda che userete per la cottura della pizza. Con un mattarello stendete la pasta in un disco del diametro della teglia cioè 30 circa cm di diametro (tranquilli, nessun pizzaiolo napoletano morirà sapendo che usate un mattarello…questo è un impasto con lievito istantaneo, non ha niente a che fare con una vera pizza napoletana). Distribuite quindi il condimento di pomodoro su tutta la superficie della pizza aiutandovi con il dorso di un cucchiaio.
-Infornate nel forno caldo e impostate un timer di 10 minuti. Nel frattempo scolate la mozzarella fresca, asciugatela bene strizzandola energicamente tra due fogli di carta da cucina (asciugandola in questo modo non rilascerà acqua in cottura annacquando la pizza). Non tagliate la mozzarella a cubetti
-Trascorsi i primi minuti di cottura tirate fuori la pizza dal forno, aggiungete le olive (o gli altri ingredienti che preferite: funghetti sott’olio, prosciutto, acciughe …), e stracciate con le mani la mozzarella distribuendone i pezzetti sulla pizza. Infornate nuovamente e cuocete per altri 8 minuti circa. In totale la pizza dovrà cuocere circa 18/20 minuti.
-Sfornate, condite con un filo d’olio e tagliate a spicchi per servire (magari con le forbici da cucina come in uso tra le mamme deli anni ’80 molto pratiche e senza fronzoli come la mia).
Paola dice
Ma quante pizze istantanee ho fatto, non solo quando lavoravo e arrivavo a casa all’ultimo momento?!?! E, incredibile, siamo ancora tutti vivi 🙂 Grazie della bella lettura e del suggerimento. Viva la buona cucina, ma evviva anche la cucina comoda