Il lievito in bustine monodose esiste in commercio in Italia dagli inizi del ‘900… nella famiglia di mia mamma però queste bustine azzurre sono arrivate solo grazie al boom economico degli anni ‘60. Prima i dolci -piuttosto rari- erano esclusivamente quelli della tradizione abruzzese, preparati con olio extravergine di oliva, e cotti nel forno a legna per il pane. L’unione felice tra una cucina con forno a gas e qualche giornaletto femminile provocò un cambiamento epocale.
E mentre gli hippie fuori coloravano il mondo a suon di fiori e proteste, anche la cucina di mia nonna venne investita da un’incredibile vento di rivoluzione. Dopo secoli di gesti, procedimenti e sapori identici, due ingredienti alieni, giunti direttamente da un altro mondo, sbarcarono in quella piccola casa per scompigliare l’ordine del creato. I due alieni erano rispettivamente il burro e il lievito. L’uno bianchissimo, grasso e terribilmente padano, l’altro impalpabile, magico e incomprensibile quanto una “medicina”. La modernità arrivò così, infilandosi all’improvviso in una tortiera, e regalando alla famiglia dolci soffici, e burrosi. Sembrava impossibile sfornare in casa quelle porzioni di nuvole vanigliate con il forno domestico…eppure l’atmosfera frenetica, creativa, bizzarra e sperimentatrice di quegli anni elettrizzava la nuova generazione della famiglia: mia mamma (Eliolina), e sua sorella, non mancavano di ritrovarsi a tarda sera in cucina per fare qualche esperimento goloso.
Così, forse per un ritaglio, forse per un buon consiglio, forse modificando una ricetta letta dietro una bustina di lievito, o forse soltanto per l’animo ardimentoso di due sorelle curiose, è nata questa crostata.
Che è perfetta lo sapete già. Che la adoro anche. Che è parte immancabile di ogni festa, compleanno, merenda e occasione buona l’ho già raccontato altrove. Qui c’è anche la videoricetta fatta a Quelchepassailconvento. E insomma, alla Crostata Eliolina della mia mamma mancava solo la presenza sul calendario del cibo italiano… che oggi con Silvia celebra la crostata di confettura !
N.B: naturalmente una vera Crostata Eliolina è decorata con lunette (nessun taglia pasta, se non il bicchiere). E naturalmente tutte le foto dei ricettari di lievito fanno parte della nutrita, interessantissima biblioteca di cucina di mia mamma!
Crostata Eliolina
Ingredienti:
300 g di farina 00 setacciata
100 g di zucchero
100 g di burro
2 uova
la scorza gratugiata di un limone non trattato
un pizzico di sale
una bustina di lievito
un vasetto di marmellata
Procedimento:
In una ciotola capiente impastare rapidamente tutti gli ingredienti, avendo cura di aggiungere per ultimi il burro sciolto e il lievito setacciato. Quando il composto sarà omogeneo e solido impastarlo rapidamente sulla spianatoia cosparsa di farina (si tratta di una frolla, che se viene lavorata troppo “brucia”, cioè si slega). Ridurre l’impasto a sfoglia ricoprendo il fondo di una teglia imburrata ed infarinata (tenere a parte un pugnetto di pasta per la decorazione). Se la teglia non ha lo scalino per il bordo crearlo con l’aiuto del manico di una forchetta. Ricoprire di marmellata e decorare con “lunette” e fantasia. Portare il forno a 180° infornare la torta e cuocere per circa 20/25 minuti. Testare la cottura con la prova “stecchino”.
Silvia says
È una meraviglia il tuo articolo, mi hai fatta entrare nella vostra cucina.
Grazie della visita guidata e del tuo contributo a questa giornata nazionale <3
enrica says
Un dolce e bel racconto per la tua crostata! Amo le decorazioni che hai fatto! le trovo molto originali! Le proverò sicuramente!
Paola says
Buona anche questa crostata !
E naturalmente incantevole il racconto!
Complimenti!
Betulla says
Grazie mille Paola! è la torta della mia infanzia: io e i miei fratelli siamo cresciuti con questa al posto delle merendine! eh eh…a presto e grazie per il commento!