Dopo aver fotografato campi di segale in ogni passeggiata estiva, dopo la visita all’Ecomuseo della Segale (di cui vi parlerò molto presto), dopo il laboratorio sul Pan Barbarià, dopo la festa Sant’Anna di Valdieri a cui ho partecipato domenica scorsa, non potevo esimermi dal mettere le mani in pasta e sfornare qualche delizia a base di segale. Come vi ho già raccontato qua e là, su tutto l’arco alpino un tempo la segale costituiva uno dei capisaldi della stentata alimentazione montanara. Questo rustico cereale era però utilizzato nella sua interezza (solo dopo aver visitato l’ecomuseo mi sono resa conto dell’incredibile varietà di usi della segale). Oltre all’alimentazione nelle Alpi Marittime la segale era importantissima anche perchè veniva utilizzata per la copertura dei tetti delle case. I famosi “tetti di paglia” erano una costante di questa porzione di vallate alpine del Piemonte meridionale.


E proprio per il restauro di alcuni di questi caratteristici edifici promosso dal Parco Naturale delle Alpi Marittime, che una ventina di anni or sono si sono recuperati sementi locali (contraddistinti da steli molto alti e resistenti) e si è ricominciato a seminare la segale. Con la spinta di questo mini progetto a finalità edilizie, sono stati seminati in valle anche ecotipi di sementi più vocati alla produzione di granella (la base degli usi alimentari della segale). Oggi numerosi coltivatori locali dedicano piccoli appezzamenti di terra a questo antico cereale, che macinato a pietra nel bel mulino di Dronero regala una farina rustica e profumata (la trovate nei negozi di alimentari della Valle Gesso, e anche nel punto vendita del Mulino della Riviera appartenente alla famiglia Cavanna).
Insomma, il “Progetto Segale”(di cui potete leggere meglio qui) è uno di quegli esempi virtuosi della vitalità delle nostre montagne a cui sono particolarmente affezionata. Così ho unito questa farina dalla storia straordinaria ad un’altro grande amore di questo mio blog: la crostata eliolina. Come sanno i lettori più tenaci, io almeno una volta all’anno devo pubblicare una versione di crostata eliolina. Questa ha una piccola percentuale di farina di segale nell’impasto (è una farina integrale, dai sapori prepotenti, per cui non bisogna esagerare), e in una settimana è stata già sfornata in tre varianti: con confettura di ciliegie, prugne, mirtilli. La frolla rustica esalta i frutti asprigni… tra montanari ci si sostiene. Sempre…


P.s: Una nota da “strada panoramica” by Betulla. Se volete vedere i “tetti di paglia” li trovate nel Parco archeologico di Valdieri di cui vi ho parlato a inizio estate (la capanna prestorica ricostruita a scopo didattico accanto alla necropoli ha questo genere di copertura, e dal centro del paese di Valdieri è raggiungibile in auto, oltre ad essere dotata di una passerella per disabili, o per mamme con passeggino). Se invece siete amanti dei trekking un poco più tecnici vi consiglio di tutto cuore “Lo Viòl di Tàit” di Sant’Anna di Valdieri, un bellissimo anello tra i boschi che permette di visitare due borgate con casupole dai tetti di paglia (Bartòla e Bariao). Dal 2009 è attivo Lo Viòl que parla (Il Sentiero che racconta), una specie di “visita sonora” che accompagna il visitatore. Non immaginatevi la solita audioguida noiosetta, questa è un’esperienza che vi raccomando, anche perchè se non potete salire a Sant’Anna, potete farla davanti al vostro pc e in Italiano, Occitano, Francese e Inglese.

E ora la novità della Crostata Eliolina in versione Scheda Ricetta. Carina vero?
Crostata alle ciliegie con farina di Segale
- 250 gr farina di grano tenero 00
- 50 gr farina di segale integrale
- 100 gr zucchero integrale di canna
- 100 gr burro fresco
- 2 uova
- la scorza di un limone biologico
- un pizzico di sale
- 1 bustina di lievito vanigliato per dolci
- i semi di mezza bacca di vaniglia (o una bustina di vanillina)
- 1 vasetto di confettura (ciliegie, prugne o mirtilli)
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Accendere il forno e impostarlo a 180° (statico). In una ciotola capiente impastate rapidamente la farina setacciata con lo zucchero, la vaniglia, il pizzico di sale, il burro ammorbidito (a temperatura ambiente), la scorza grattugiata del limone e le uova. Infine incorporate il lievito vanigliato per dolci (meglio setacciarlo). Quando il composto sarà omogeneo e solido impastarlo rapidamente sulla spianatoia cosparsa di farina (si tratta di una frolla, che se viene lavorata troppo “brucia”, cioè si slega). Con il mattarello ridurre l’impasto a sfoglia e ricoprire il fondo di una teglia imburrata ed infarinata da 24 cm di diametro (tenere a parte un pugnetto di pasta per la decorazione). Con una forchetta creare il bordo della crostata e bucherellare il fondo. Ricoprire di marmellata e decorare con strisce di pasta per creare la classica griglia. Infornare la torta e cuocere per circa 20/25 minuti (senza aprire lo sportello). Testare la cottura con la prova “stecchino” sul bordo della crostata, che deve risultare asciutto.
Questa è sostanzialmente una “Crostata Eliolina”, la mitica torta inventata dalla mia mamma negli anni ’60. Qui trovate una prima e una seconda versione, e qui c’è la videoricetta che ho fatto a “Quel che passa il convento” di TV2000 nel dicembre del 2015.
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