Sinceramente non so perché c’è stato un periodo in cui più un libro era un “drammone” più veniva consigliato come letteratura per l’infanzia. Proprio non mi capacito di come certi polpettoni siano finiti tra i libri per ragazzi (e a un certo punto su questo “fraintendimento” ho anche pensato di farci la tesi!). Fatto sta che quando io avevo una decina di anni non c’erano Harry Potter, Geronimo Stilton, Eragon… e altri ameni eroi della fantasia. A parte qualche fulminea comparsa di Roald Dahl, le mie letture erano tarate sullo scaffale strampalato e miserello di una minuscola biblioteca di paese (fermo immobile sulle linee dell’istruzione degli anni ‘50) che non aveva altro che i grandi classici per bambini. Insomma in mancanza d’altro li ho letti tutti, ma che strazio! Ogni tanto ci ripenso, e mi rendo conto che sono stati una bella compagnia, ma anche un segno indelebile sul mio animo sensibile e moolto propenso all’immedesimazione. Alcuni credevo anche di averli dimenticati, scoloriti dal tempo e dispersi nella moltitudine dei personaggi libreschi che mi pare di conoscere come persone in carne ed ossa. Invece no! Certe cose non si dimenticano: ho partecipato alla loro avventura come se si trattasse della mia vita, e questa condivisione è incancellabile.
Così quando qualche mese fa ho visto questa foto non ho potuto non pensare a lei, a zia Chloe, della Capanna dello zio Tom, di romanzo del 1851 di Harriet Beecher Stowe. Non mi metto a raccontarvi quel terribile calvario sullo schiavismo nero che è il romanzo. Ma qualcosa di lei, di zia Chloe, ve lo ricordo, perché sono sicura che piacerà anche a voi. Dunque, Chloe, moglie di Tom, era la responsabile della cucina della casa padronale della piantagione, una cuoca “fin nel fondo dell’anima” descritta con un bel turbante a scacchi e il suo viso grande, dalla pelle lucida. Le sue doti di cuoca eccellente, metodica e istruita non si rivelano soltanto nella cucina dei padroni, ma soprattutto nella sua capanna (una stanza che è insieme cucina, camera da letto e abitazione), dove, nonostante la scarsità di mezzi e ingredienti Chloe riesce a sfornare una varietà incredibile di cibi appetitosi (pur se tutti a base di granoturco). La bontà dolcissima di questa donna, e le sue incredibili capacità, non poterono nulla contro l’abominio di un sistema che separava e sfruttava gli uomini in base al colore della pelle (e il romanzo non è che la pallida imitazione di quel che vergognosamente è stata la realtà). Ma qui vi racconto la storia della fotografia, che è la storia di un’altra schiava, Nancy Green. Il suo bel sorriso e il carattere gioviale le portarono fortuna: la nota marca alimentare Aunt Jemima la ingaggiò per diventare “il volto” di un suo preparato per pancakes, e per una “campagna pubblicitaria”, che, di fiera in fiera la portò in giro per tutta l’America. Era il 1893. Per una volta la realtà è stata migliore di una storia di fantasia.
Unendo queste due storie ecco la ricetta di pancakes un po’ speciali. Naturalmente sono a base di farina di mais, sia perché il Kentucky, dove è ambientato il romanzo, è considerato uno stato della Corn-Belt, cioè cintura del granoturco, (per la prevalenza di questa coltura agricola), sia perché Chloe è abilissima a preparare con poco o niente tutte le varietà immaginabili di corn-cakes dolci, salati, al forno, sulla piastra…
In questi tempi la cucina americana è particolarmente di moda, per cui abbondano libri e libroni “American…nonsochè”, che risultano indubbiamente appetitosi (almeno per le belle fotografie che li addobbano). Però volete un consiglio? Andate alla fonte, cercate“The Joy of Cookin” di Irma S. Rombauer del 1931(e edizioni successive). C’è tutto quel che vi può passare per la testa di veramente, ma veramente Americano. E anche qualcosa in più…come questi meravigliosi Cornmeal Pancakes…
CORNMEAL PANCAKES
(da The Joy of Cooking -All about Breakfast & Brunch. 2001)
Ingredienti:
(non traduco le cups perchè mi sono dotata di un fantastico misurino e con quello ho fatto la ricetta, per una volta senza conversioni):
1.Mescolare tutti questi ingredienti in una terrina:
-1 ¼ cups di farina gialla di mais, meglio se macinata a pietra (io ho usato il fioretto)
– ¾ cups di farina bianca 00
-1 ¾ cucchiaino di lievito chimico per dolci
– ¾ cucchiaino di sale
2.Mescolare questi ingredienti in un’altra ciotola:
-1 ⅔ cups di latte
-4 cucchiai di burro non salato fuso
-¼ cup di sciroppo d’acero
– 2 uova grandi
3.Unire gli ingredienti umidi a quelli asciutti, mescolare bene sino ad avere un composto omogeneo. Volendo si può aggiungere qui ¾ cup di chicchi di mais freschi (o congelati). Fondere un pezzettino di burro (o ungere con olio) una padella antiaderente, o l’apposita piastra per pancakes. Fare scaldare bene la superficie, poi rovesciarvi un mestolino di composto. Cuocere da un lato, poi girare il pancake dall’altro con l’aiuto di una spatolina (come dice il testo: “cook until the top of each pancake is speckled with bubbles ad some bubbles have popped, then turn and cook until the underside is lightly browned”). Capito? Il pancakes è tutta una questione di bolle!!! Procedere così, ungendo bene la piastra per ogni pancakes. Servire immediatamente con sciroppo d’acero e yogurt, o conservare al caldo in forno coperti con carta alluminio.
Francesca P. dice
Rido perchè quando li preparo controllo sempre le bolle… sembra quasi una magia, nascono dal nulla, sono così buffe!
Ho in mente tante colazioni di film americani con i pancakes, ogni volta sogno di assaggiarle tutte… 🙂
consuelo tognetti dice
Se ripenso ai libri che leggevo da piccola mi vengono in mente le favole dei fratelli Grimm, le adoravo alla follia. Poi sono arrivati i romanzi + impegnati ma non ho mai avuto il piacere di leggere questo..sono scandalosa U.U ti confesso che quel viso pacioccoso e solare mette davvero il buonumore anche se dietro la storia è ben meno piacevole…
Grazie del consiglio sul libro di ricette americane, personalmente non sono una grande fan del genere ma meglio giustamente andare alla fonte ^_^
I pancakes che proponi sono strabilianti, sembrano proprio quelli che mangiava paperine a colazione ^_^ e molte volte mi sono ripromessa di provare..mi sa che non posso + aspettare 😛
Sara e Laura-PancettaBistrot dice
Speciali davvero questi pancakes , e con queste storie a cui sono ispirate, non possono che essere così …è vero, le bolle sono troppo misteriose 🙂
Comunque li vogliamo davvero provare, il loro bel colore giallo ci ha conquistate!!
Ros Mj dice
Credo che, nonostante la nostra differenza d'età di qualche anno, abbiamo "subito" le stesse letture :-)…io però amavo moltissimo le favole, da sognatrice quale sono. Adoro le tue ricette e le storie che le accompagnano. La schiavitù…come si può commentare? I pancakes però…buonissimi!! Un bacione, cara amica <3