Anche se ieri mattina (17 ottobre 2019) in centro a Torino ho avvistato la prima gigantesca vetrina interamente decorata a tema natalizio, io mi sto godendo con lentezza l’autunno, la malinconica bellezza di tutti i suoi colori e il sapore rotondo dei suoi frutti.
Così in questo dolce ottobre mi sono innamorata delle giuggiole, che a parte il proverbiale “brodo”, credevo fossero completamente dimenticate (insomma una “bacuccata botanica”). Invece in una delle mie solite incursioni esplorative al mercato di Porta Palazzo sotto la tettoia dei contadini ho trovato anche loro, lucide, rosse e dolcissime. Sono buone anche da crude, ma la cottura ne esalta tutti gli aromi curiosi, esotici e al contempo -chissà perché- familiari. L’ispirazione (e non poteva essere altrimenti) arriva dritta dritta dal solito “Sotto Vetro” di cui vi ho ampiamente parlato in occasione delle prugne giulebbate… ma per dirla tutta questa volta ho fatto un po’ una crasi tra le due ricette (una per marmellata e una per gelatina ) che Gianna Montecucco Rogledi riporta per mettere in conserva le giuggiole. Di mio c’è la scelta di usare un vino bianco (un buon Arneis) che mi sembrava più delicato per cuocere i frutti, e la bacca di vaniglia che trasforma in una coccola questa golosa confettura.
Non avendole mai assaggiate prima ho cominciato preparandole una quantità minima, ma visto quanto mi sono piaciute spero di trovarle di nuovo l’anno prossimo (dovrebbe arrivarmi presto anche una piantina di Zizyphus sativa, quindi in realtà spero di trovare ancora le giuggiole al mercato i prossimi autunni, in attesa che la mia piantina in giardino diventi abbastanza grande per fruttificare in abbondanza)… 😉
CONFETTURA DI GIUGGIOLE
Ingredienti per 3 vasetti da 250 g di confettura:
1 kg di giuggiole fresche (pari a 854 g di polpa circa)
750 g di vino bianco
690 g di zucchero
2 cm di bacca di vaniglia
Procedimento:
-Si prendono le giuggiole ben mature, si mettono in una casseruola divise a metà (ma ancora con la buccia) con il vino e si fanno cuocere completamente (cambieranno colore e consistenza, e occorreranno circa 20/30 minuti a fuoco dolce).
-Si passano al setaccio (io ho usato lo schiacciapatate) in modo da separare bucce e noccioli dalla polpa.
– Vanno quindi rimesse al fuoco con lo zucchero e la vaniglia nelle proporzioni indicate (ogni kg di giuggiole passate 800 g di zucchero) e si fanno cuocere finché la marmellata non avrà la giusta consistenza (quando cioè versando un cucchiaio di confettura in un piattino inclinato questa correrà molto lentamente). Girate continuamente, perché la confettura tenderà ad attaccare, ed io ho ottenuto la “giusta consistenza” in circa 30 minuti di cottura.
-Invasare in vasi di vetro perfettamente puliti e sterilizzati (sul post della Giardiniera trovate tutte le indicazioni a riguardo). Chiudere con coperchi rigorosamente nuovi, sciacquati con acqua bollente e ben asciugati. Girare i vasetti sotto sopra e attendere 24 ore prima di girare. Prima di etichettare e riporli in dispensa verificate che al centro della capsula si sia realizzato il vuoto che permetterà la conservazione.
p.s: purtroppo il primo vasetto è volato senza che io riuscissi a mettere in posa e a fotografare una bella pastosa cucchiaiata, in attesa della seconda apertura allego quindi la foto del vasetto tanto per farvi capire il colore finale e la densità della confettura
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