Nulla è più bello de’ frondosi ed ampi
castagni, a selve sterminate, in mezzo
ai quieti monti ove si sogna al rezzo,
mentre all’umido verde il sol dà
lampi.
Nulla è più dolce. Mormorano i gonfi
rii fra quest’ombre e il tordo vien
zirlando
al suo ginepro che le cano, con tonfi
leggeri, le castagne, e a quando a
quando
ne sguscia fresca sotto il piede
alcuna.
Casca in gran copia, e tutte l’erbe
impruna
di bei cardi spinosi, il frutto buono
che sfamerà i figlioli del colono
se, pel suo desco, non danno pane i
campi.
castagni, a selve sterminate, in mezzo
ai quieti monti ove si sogna al rezzo,
mentre all’umido verde il sol dà
lampi.
Nulla è più dolce. Mormorano i gonfi
rii fra quest’ombre e il tordo vien
zirlando
al suo ginepro che le cano, con tonfi
leggeri, le castagne, e a quando a
quando
ne sguscia fresca sotto il piede
alcuna.
Casca in gran copia, e tutte l’erbe
impruna
di bei cardi spinosi, il frutto buono
che sfamerà i figlioli del colono
se, pel suo desco, non danno pane i
campi.
“Castagni”, Giovanni Marradi
Ho una antologia con il dorso di tela e la copertina verde marmorizzata di nero. “Poesie” si intitola ed è vecchia vecchia, vecchissima. Gli autori che la compongono sono nati più o meno 150 anni fa, erano tutti garibaldini, romantici, carducciani/dannunziani e terribilmente ottocenteschi. Dall’alto, o dal basso, del nostro verso liberissimo e minimale fino alla cripticità, il loro poetare sembra fatto di onde barocche, di ridondanze e figure di maniera. Non importa. Ogni tanto me ne rileggo una… così per rendere merito a chi l’ha scritta, e anche per prendere le distanze da questo tempo frenetico che raramente riesce a cantare la bellezza… e certo avrebbe pochi modi per cantare la bellezza di un albero, il gesto infantile di sgusciare le castagne con il piede, e le virtù di un frutto che ha salvato i montanari in tempi di campi magri!
Ora permettetemi di raccontarvi una curiosa quisquilia, di quelle che nutrono il mio blog, la mia fantasia e la mia cucina. Il Marradi, autore di questi dolci versi, era un caro amico del Pascoli (altro Giovanni, più celebre e studiato), con il quale trascorreva allegre serate di chiacchiere e poesia. Ospite fisso della casa il Marradi soleva entrare estraendo un lungo cartoccio dalla giacca e dicendo: «é permesso a una bottiglia / salutar questa famiglia? ». Non si è poeti per nulla! Nel cartoccio, ricorda Mariù (la sorella di Pascoli) nelle sue lettere, c’era sempre del vino.
Vino, castagne, poesie e anime gentili. Buona merenda. D’altri tempi…
Questo post sembrerà una ovvietà, ma sapore semplice non significa ricetta banale. Dunque per le castagne i segreti sono acqua fredda, sale (che ne esalta il sapore dolce) e finocchio (che, oltre ad accompagnare il gusto combatte fastidiosi gas intestinali post-ingestione). Per il vin brulé, sappiate che è come un curry occidentale, ogni famiglia ha la sua formula magica e tradizionale. Io lo faccio così, speziato, agrumato e assolutamente bruciato (senò che brulé è???). Mio papà gli attribuiva addirittura virtù curative per combattere il raffreddore… io non arrivo a tanto, ma la miscela è davvero un toccasana contro freddo e malinconie autunnali. Infine i sacchettini equi di spezie sono comodissimi e pratici, ma se non li trovate limone cannella e chiodi di garofano basteranno a deliziarvi!
Zirlando tra le prime nebbie … la Vostra Betulla
p.s: strano scrivere che una Betulla ha un Castagno preferito, che lo fotografa, che lo guarda crescere, arrossarsi o inverdirsi a seconda delle stagioni. Strano…ma eccolo, quello qui sopra è il mio frondoso castagno preferito, quello su cui contavo di arrampicarmi da piccola nel caso avessi incontrato un cinghiale nel bosco. A dire la verità conto su di lui anche adesso: solidarietà vegetale!
CASTAGNE BOLLITE
Ingredienti:
500 g di marroni (sono di parte ma i marroni cuneesi son i più buoni)
2 litri d’acqua
6 g sale grosso
5 g di semi di finocchio
Procedimento:
Lavare rapidamente i marroni sotto l’acqua corrente. Rovesciarli in una pentola capace e coprirli d’acqua fredda (l’acqua deve essere circa 5 cm sopra alle castagne, che cuociono meglio in una pentola abbondante!). Aggiungere un cucchiaino colmo di sale grosso, e circa 5 g di semi di finocchio. Da quando l’acqua comincia a bollire calcolate circa 35/40 minuti di bollitura (con pentola semi-coperta). Assaggiate una castagna per verificarne la giusta cottura, poi scolate tutte e fatele riposare in un canovaccio circa 15 o 20 minuti prima di consumarle (sono come le galline, devono “covare” al calduccio).
Vin Brulé
Ingredienti:
2 bicchieri e mezzo di barbera o dolcetto
2 cucchiai colmi di zucchero di canna
1 sacchettino di per VinBrulè, o in alternativa un pezzetto di cannella un chiodo di garofano
3 o 4 cm di scorza di limone o di arancia o entrambi (rigorosamente non trattati)
Procedimento:
Mettere il vino in un pentolino, aggiungere lo zucchero, le spezie (o il sacchettino Altromercato) e la scorza di limone. Mescolare rapidamente con un cucchiaio di legno poi scaldare sul fornello e portare a ebollizione. A questo punto se usate il sacchettino di spezie in cotone eliminatelo (sono sufficienti 3 minuti di infusione per insaporire il vino), poi con un accendi gas, o con un fiammifero, incendiate il vino (fate molta attenzione a non incendiare la cappa, gli strofinacci e l’intera cucina perchè non mi sento responsabile della mia tontolaggine per cui non mi faccio carico neanche della vostra!). Il vino si coprirà di una alta fiammella azzurrognola: lasciate bruciare qualche secondo, poi soffocatela con un coperchio. Spegnete il fornello e con un mestolo versate il vino nei bicchieri. (Flambando il vino si riduce notevolmente la sua gradazione alcoolica -e cioè avrete una bella tisana vinosa moderatamente alcolica- lo stesso effetto lo si ottiene facendo sobbollire a lungo la bevanda in modo che l’alcool evapori, ma bruciacchiato è più buono, più scenografico e più brulé).
Natascia B. dice
Mi piacciono le ricette miste a poesie, storie, natura e belle fotografie. Come questo post. Non bevo il vin brulè ma le castagne bollite mi piacciono molto. E non sono così scontate! Ciao Betulla!
Betulla dice
Grazie natascia, le tue parole mi fanno molto piacere! Anche perchè ogni tanto vengo presa dal dubbio che queste mie divagazioni "a collage" tra letteratura e cucina non interessino proprio a nessuno!
Giulia dice
Splendido post!
Il vin brulé è un piccolo rito che ogni tanto mi concedo nelle ere autunnali: è delizioso, corroborante, e la credenza che aiuti a combattere il raffreddore secondo me non è del tutto infondata 🙂
Betulla dice
Grazie davvero! (il commento è partito prima della fine)…a presto!
Betulla dice
Vero…secondo me andrebbe studiato come vivinC alternativo…ma non me la sento (oltre ai miei sproloqui già ingombranti), di dare anche consigli medici 😉 grazie di cuore…un abbraccio
Angela Gaetani dice
Quanta Bellesta! Grazie Betulla???????????
Angela Gaetani dice
Quanta Bellesta! Grazie Betulla???????????
Angela Gaetani dice
Quanta Bellesta! Grazie Betulla???????????