Concludo questo luungo anno di blog in dolcezza con la ricetta delle casette decorate. Mentre scrivevo il post dedicato alla “Gingerbread house” mi sono resa conto di non averne mai fatto uno per queste, che sono molto più semplici e divertenti, e che io uso volentieri per riempire le calze della befana. Realizzo una frolla leggermente speziata, con zucchero integrale di canna, in cui ritaglio le casette (il tagliabiscotti apposito è abbastanza comune negli anelli misti di taglia biscotti natalizi -come vedete in foto la carabattola è addirittura tripla). Una volta cotte queste casette biscottate (magari di diverse misure) le decoro a fantasia con smarties, caramelle gommose e ghiaccia, poi, una volta asciutte le incarto singolarmente, o a coppie (in modo che la decorazione si veda da entrambi i lati del sacchettino). Sono gioiose, allegre e spensierate, un po’ come mi auguro sia il 2019.
Inoltre ieri sfogliavo un po’ a caso De tranquillitate animi di Seneca. È un librino fondamentale nella mia vita, che sin da ragazzina tengo nel cassetto del comodino. Apparteneva a mio papà, e anche io lo leggo, lo rileggo, e lo sottolineo specialmente la sera: ogni volta eleva il mio cuore un po’ sopra agli affanni e ai dispiaceri del mondo ricordandomi la leggerezza senza confini di uno spirito intelligente. Mi è caduto l’occhio su questo passo : “Quando qualcosa colpisce il mio animo non avvezzo a essere urtato, quando mi si presenta qualche situazione spiacevole, come ce ne sono molte nella vita di ognuno, o di quelle che procedono poco agevolmente, oppure occupazioni di non gran conto mi richiedono troppo tempo, mi concedo del tempo per me e, come succede anche ai greggi stanchi, torno più velocemente verso casa. Mi piace chiudere la vita tra le sue pareti: che nessuno ci porti via alcun giorno, dato che non potrà renderci nulla che sia degno di tanta perdita; l’animo stia con se stesso, si coltivi, non si dedichi a nulla di esterno, a nulla che attenda il giudizio di altri; si cerchi una tranquillità priva di tormenti pubblici e privati”. Certo, subito dopo Seneca confessa di scappare nel foro a chiacchierare con chicchessia, e a condividere tutte quelle cose che stimolano il suo animo arguto … ma accanto alla necessità del mondo e del confronto con esso, mi piace tanto l’immagine dei “greggi stanchi” che a sera tornano verso la stalla e di una vita “con delle pareti” in cui rifugiarsi. Il mio augurio per il 2019 ha la forma di una casetta cui tornare per rigenerarsi…e non importa che abbia pareti di biscotto alle spezie (come le mie), imperfezioni e inevitabili contraddizioni. Una ricetta dolcissima, ed il pensiero domestico di un saggio filosofo, per farvi i miei più cari auguri: che sia davvero un buon anno, pieno di ricette, luoghi e storie golose…
Casette dolci decorate
Per la frolla tipo “pandispezie”*:
250 g di farina di tipo 1
125 g di burro fresco
100 g di zucchero di canna integrale (tipo Dulcita del Commercio Equo, ma setacciato con cura)
1 tuorlo
i semi di mezza bacca di vaniglia o 6 gocce di estratto naturale
la punta di un cucchiaino di spezie in polvere per “pain d’épices”
*questa frolla non è un vero pandispezie o gingerbread: si tratta semplicemente di un impasto più scuro e dal sapore intenso simile ai classici dolcetti natalizi. La farina meno raffinata (di tipo 1), e lo zucchero di canna colorano l’impasto, le spezie invece lo profumano. Per fare queste casette io uso volentieri lo zucchero Dulcita del Commercio Equo, però lo setaccio con cura per evitare che le pepite di melassa finiscano nell’impasto (in cottura farebbero scoppiare la frolla), se non lo trovate va bene anche il “Tropical” di Eridania (un filino più pallido, ma comunque ottimo).
Per la giaccia:
1 albume di uovo fresco
1 cucchiaio di succo di limone
200 g di zucchero a velo
i semi di mezza bacca di vaniglia o 2 gocce di estratto naturale
caramelle gommose, zuccherini, smarties, codette, caramelle
Procedimento:
1.Setacciare la farina in una terrina, aggiungere lo zucchero, i pezzettini di burro mou (cioè a temperatura ambiente), e i semi di vaniglia e il misto di spezie. Con la punta delle dita, o nell’impastatrice lavorate l’impasto fino ad avere un composto sablé (consistenza sabbiosa). Infine aggiungete il tuorlo e impastare rapidamente fino a ottenere una frolla compatta (il calore delle vostre mani unirà il tutto). Avvolgere con della pellicola per alimenti e lasciar riposare almeno un’oretta al fresco. Trascorso questo tempo accendere il forno e portarlo a 160° statico. Dividere l’impasto in 4 panetti. Stenderli con un mattarello direttamente sulla carta da forno (devono avere lo spessore di circa 6mm). Ritagliare con l’apposito tagliabiscotti le forme di casette in varie dimensioni. Cuocere in forno caldo a 160° statico per circa 12/15 minuti.
2. Quando le sagome di frolla cotte saranno ben fredde preparare la ghiaccia. In una ciotola mettere l’albume d’uovo, e il cucchiaio di succo di limone. Cominciare a montarlo con le fruste elettriche e quando sarà semi montato (dall’aspetto schiumoso), unire poco per volta lo zucchero a velo setacciato. Continuare a sbattere sino a che si otterrà una ghiaccia della consistenza desiderata. Io la faccio sempre abbastanza dura, ma influisce sia la grandezza dell’uovo che la qualità dello zucchero a velo utilizzato (dipende dal contenuto di amidi). La dose come sempre è un po’abbondante: otterrete una bella ciotola di ghiaccia, con la quale le casette si possono ricoprire interamente.
3. Con una sac-à-poche o con una matita per pasticceria, decorate quindi le casette: io generalmente parto dal comignolo (una goccia di ghiaccia con sopra uno smarties, poi passo al tetto, per il quale uso delle striscioline gommose della Haribo “Miami Frizz” che sembrano addirittura innevate. Proseguo con smartie in abbondanza a simulare porte, finestrelle e muri, e non dimentico mai un bel praticello -immergo la base della casetta direttamente nella ghiaccia e subito dopo nelle palline di zucchero verdi). Insomma, scatenate la fantasia, poi sistemate le casette decorate su un foglio di carta da forno lasciandole asciugare per un paio d’ore (anche una notte) prima di impacchettarle in sacchettini idonei al contatto alimentare (qui il post dedicato). Si conservano a lungo (anche 15 giorni), senza perdere la fragranza, per cui si possono fare con un po’ di anticipo per la calzetta della befana. 😉
zia Consu dice
Devo dire che ti sei data da fare con i biscottini quest’anno ? i miei complimenti, non posso che prendere spunto e magari replicare x arricchire le calze della befana delle mie nipotine ?
Ne approfitto x lasciarti i miei più sinceri auguri di felice anno nuovo! A presto!