Di ingredienti strani ne provo tanti, anzi tantissimi. Sono curiosa e vagabonda anche nella spesa. Non tutti questi esperimenti però arrivano al blog…anzi diciamo che sono piuttosto cauta nel proporre qui quegli ingredienti-novità che cavalcano l’onda del successo. Li cerco, mi documento, assaggio, ma poi rispondo ad un’unica regola aurea: l’acquisto della seconda confezione. Se un prodotto mi piace talmente tanto da acquistarlo una seconda volta, allora è accolto ufficialmente nella dispensa betulliana, altrimenti è stato una parentesi (più o meno buona), ma non degna di menzione. Di tutti gli ingredienti particolari assaggiati negli ultimi anni l’idillio più solido e duraturo è quello con la quinoa. Quando la si nomina le obiezioni di solito sono due: 1. il sapore (per molti non sa di niente), 2. il prezzo (troppo cara). Ora, per quanto riguarda il sapore, io non trovo la quinoa così neutra e anonima come molti sostengono, certo non ha il carattere (e l’odore) del Tartufo Nero, ma esattamente come il riso o il grano, molto dipende da come li si cucina (in sostanza è una base eccellente, ma deve essere in buona compagnia). Ora passiamo alla nota dolente: il prezzo. In Europa la quinoa praticamente era una benemerita sconosciuta sino a che la Fao non ha indicato il 2013 come l’anno internazionale della Quinoa, segnalandola al mondo, appunto, come un super alimento testimone di biodiversità. Questa scelta, indubbiamente originata da buoni propositi, ha avuto una sorta di effetto boomerang: se oggi tutti conoscono la quinoa possiamo trovarla anche nel più piccolo supermercato sotto casa, dobbiamo per forza di cose considerare che l’aumento esorbitante di richiesta di un alimento prima quasi sconosciuto all’occidente ne ha fatto lievitare i prezzi, con conseguenze negative sul sistema ambientale e sociale di provenienza (principalmente Bolivia e Perù). Insomma, a me la quinoa piace molto, ma per mangiarla a “cuor leggero” preferisco sapere che dietro al mio pacchettino di preziosissimo “grano andino” ci sia una filiera che ne garantisce la qualità tutelando chi la produce. Un pacchetto di Quinoa Real da 500 g costa 7,50 euro. Io ho calcolato che per ogni ricetta ne uso circa tra i 100 e i 200 g, perché, come vi dicevo, deve essere in buona compagnia per dare il meglio di sé. Questo vuol dire che un pacchetto mi basta per 5 ricette, e mi dura circa 6 mesi. In definitiva: alimento ricchissimo di proprietà nutritive, che in cucina rende davvero bene (non se ne consumano kg)!Però tutto questo non mi basta per mettere in dispensa una quinoa qualunque, voglio sapere che la quella che sto preparando è una quinoa “senza effetti collaterali” frutto di relazioni paritarie e continuative tra coltivatori boliviani e chi la commercializza in questa parte del mondo. Ecco, magari ne mangio meno, ma la voglio davvero giusta!
Di burger Veg è pieno il mondo, siamo d’accordo. Questi però hanno due cose davvero speciali: la quinoa è frullata, e sono cotti al forno. Sono sanissimi. Senza contare che adoro mescolare ingredienti lontani con quelli tricolore, come i Ceci e l’Avocado.
Bene, io vi ho detto tutto…siate consapevoli e felici!
Baci Betulla
“Burger di ceci e Quinoa Real al forno con maionese di avocado”
Ingredienti (per 8 burger):
125 g di ceci secchi (pari a circa 250 g di ceci lessati)*
100 g di quinoa Real
3 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di olioextravergine di oliva
1 uovo
prezzemolo fresco tritato
un cucchiaino di chili macinato
500 ml di brodo vegetale
2 cucchiai di pangrattato e 2 di semola di grano duro per impanare i burgher
Per la “maionese”:
125 ml di yogurt bianco intero (un vasetto)
1 avocado* ben maturo
1 cucchiaio di succo di limone
2 cucchiai di olio
sale
Per servire:
insalata mista (valeriana, radicchio, indivia)
*Prodotti Altromercato
Procedimento:
1.La sera precedente mettere in ammollo i ceci in acqua fredda (l’ammollo deve durare circa 12 ore). Trascorso questo tempo sciacquare i ceci in acqua corrente, poi trasferirli in una pentola (meglio se di coccio). Coprire i ceci di acqua fredda, e portare il tutto a bollore. Fare sobbollire dolcemente per circa due ore e mezza, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno (non salare l’acqua). Scolare i ceci e farli raffreddare. – La ricetta può essere fatta senza problemi anche con i ceci in scatola, in questo modo si velocizza la preparazione. –
2. Sciacquare abbondantemente la quinoa sotto l’acqua corrente (metterla in un colino a maglie fittissime), sino a che l’acqua non risulti limpida e completamente priva di schiuma. Cuocere la quinoa nel brodo vegetale bollente per 15 minuti (i granellini devono aprirsi formando un cerchiolino chiaro), poi scolarla e farla raffreddare.
3.In un robot da cucina mettere i ceci lessati, la quinoa intiepidita, l’uovo, e i due cucchiai di olio. Procedere a impulsi tritando tutto finemente. Trasferire il composto in una ciotola, aggiungere il prezzemolo tritato, il chili in polvere, mescolare bene e regolare di sale.
4. In un piatto mescolare il pan grattato con la semola di grano duro. Inumidirsi le mani con acqua fredda e creare delle grosse polpette con il composto di quinoa e ceci. Passarle nel mix di pangrattato e semola, poi trasferirle su una teglia coperta di carta da forno e appiattirle un poco con il palmo della mano, dando loro forma di un burger. Procedere così sino all’esaurimento del composto (otterrete circa 8 grossi burger).
5. Spennellare i burger con un filo di olio extravergine e cuocere in forno caldo a 180° per circa 20 minuti (i burgher cambieranno colore e avranno una crosticina croccante e fessurata). Volendo si possono anche cuocere in una padella antiaderente (4 minuti per lato).
6. Mentre i burger cuociono preparare la maionese: lavare e pelare l’avocado, tagliarlo a piccoli pezzettini, poi frullarlo nel robot da cucina con lo yogurt, il succo di limone, l’olio e il sale. Procedere a impulsi, scegliendo se lasciare la salsa più rustica, o se renderla più vellutata.
7. Servire i burger caldi su un letto di insalatina mista accompagnandoli con la maionese di avocado servita a parte.
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