Da circa un annetto la mia cucina ha un distaccamento roerino (le colline selvagge e spettinate accanto alle più lucide e rinomate Langhe). Ho lasciato fuori il blog da questa avventura perchè penso che chi arrivi fin qui non abbia troppa voglia di leggersi le mie lamentele sui tasselli lasciati nei muri dagli inquilini, sui ghiri che corrono in un tetto antico, sulla resina appiccicosa di un cipresso malato, sulle sessioni di giardinaggio estremo (meglio dire dissodatura), su quanto è complesso togliere la laccatura nera dalle pareti (il catalogo Ikea va sfogliato non copiato), o sui soldi che ho speso da Acqua&Sapone in detersivi corrosivi per rendere pulita una casa abitata da altri! Ora che queste deliziose avventure sono così lontane nel tempo da poterci ridere sopra, è giunto il momento di presentarvi anche questo mio piccolo spazio. Come in tutti i restauri il caos regnava sulle nostre vite…ma nelle stanze vuote, abitate da ragnetti campagnoli, odore di tinta fresca, e un’eco di ricordi, la nostra unica certezza è stata lei: una stufa economica color cappuccino (in piemontese Putagè).
Abbiamo fatto ridere tutti, la coppia di giovani trentenni che investe i propri sogni e la propria allegria in una stufa a legna con forno. Eppure era il nostro desiderio n.1. La cappuccina è la prima cosa che abbiamo scelto, il primo arredamento entrato in casa, e intorno a lei abbiamo costruito il resto, piano piano (a dirla tutta non abbiamo ancora finito). Lei comunque c’è, solida e temprata come la ghisa a scaldarci il cuore e le sere d’autunno. Veramente ci scalda anche i pasti…anzi, li cuoce proprio, perché quando è accesa posso stare anche due o tre giorni senza accendere il gas…ovvero Betulla in: “La cucina del Putagè”. E questa è una ricetta perfetta per la stufa, perchè richiede di sobbollire a luungo con dolcezza, cullata dal crepitio del fuoco, e impregnata dall’odore della legna che brucia!
Dai ditemi che non sono una vecchierella nel corpo di una trentenne…piace anche a voi la stufa a legna???
BAGNET ROSSO PIEMONTESE (per bollito misto)
Il “Bagnet Rosso” è una salsa tipicamente piemontese per accompagnare il gran bollito misto autunnale. La tradizione vorrebbe che fosse fatta a partire dai pomodori freschi…ma siccome è sempre servita accanto ai bolliti, è moolto comodo farla a partire dalla passata. Qualcuno potrebbe fare notare l’assenza di peperone, in realtà la tradizione vuole che il Bagnet rosso fresco sia fatto con verdure, aromi e pomodori…mentre quello preparato come conserva a fine agosto (in vasetto o in bottigliette) abbia anche i peperoni. Il suo sapore è a metà tra i relish inglese e l’amatissimo Ketchup: praticamente è un intingolo agrodolce, piccantino ideale per valorizzare la carne bollita (ma adatto anche a delle bruschette originali, o da servire insieme a un bel pinzimonio di verdure fresche). Come spesso accade questa piemontesissima salsina non sarebbe tanto buona senza l’uso delle mie care speziette esotiche!
Ingredienti:
530 g di passata di pomodoro
100 g di sedano
100 g di carote
100 g di cipolle
3 spicchi di aglio
2 foglie di alloro
2 chiodi di garofano
una grattata di noce moscata
1 cucchiaio di aceto di vino rosso
1 cucchiaio zucchero
olio extravergine di oliva
sale
peperoncino rosso macinato (secondo i gusti)
Procedimento:
-Su un tagliere tritare finissimamente sedano, carota e cipolla. Scaldare due cucchiai di olio in un tegame, con i tre spicchi di aglio pelati, fare soffriggere rapidamente le verdure, poi aggiungervi la passata di pomodoro e gli aromi (alloro, chiodi di garofano, noce moscata, peperoncino). Portare a bollore forte, unire lo zucchero e il cucchiaio di aceto rosso, e poi mescolare bene. Abbassare la fiamma, e fare cuocere a fuoco dolcissimo per circa 1oretta (mescolare di tanto in tanto). Durante la cottura tenere a disposizione un mestolino di brodo vegetale in modo che, se necessario, si possa “allungare” un poco la passata di pomodoro. Il bagnet sarà pronto quando si sarà addensato molto e avrà la consistenza di un “concentrato”. A questo punto rimuovere con pazienza gli aromi (alloro aglio e chiodi di garofano), assaggiare ed eventualmente salare. Servire il bagnet rosso tiepido con carne bollita. (Si conserva in frigorifero, in un vasetto coperto con un filo d’olio per 2 o 3 giorni circa).
Beh, dell’amore per il putagé ti ho già detto in altra sede ed anch’io lo desidererei tanto quando avrò una cucina tutta mia. Per ora mi accontento di quello della casa in montagna: il calore e l’atmosfera che regala (oltre al fatto che sia perfetto per le cotture lunghe che spandono profumi inebrianti) sono incomparabili!
Ed ora, da vera ficcanaso, mi permetto di chiederti dove si trova il tuo “distaccamento”. Devi sapere infatti che il Roero è diventato un po’ la mia seconda casa – il mio compagno è originario di quelle zone e nel corso degli anni le ho girate in lungo ed in largo, godendo fra l’altro delle innumerevoli ricchezze gastronomiche che custodiscono. Chissà che una volta non ci si riesca ad incontrare proprio in quest’angolo di Piemonte…
Un abbraccio